“Phantasia
& Curiositas”... titolo apparentemente ambiguo, che rimanda a qualcosa che
sembra difficilmente afferrabile... ma non è così o, almeno, così non era nel
periodo in cui venne concepita la maggior parte delle opere comprese in questo
repertorio. Si consideri dapprima l’ambito di sapere a cui rimanda il termine
di più facile definizione, “curiositas”,
al cui proposito Tullio Gregory dice:
“...
le scienze curiose, di gran moda nel Seicento, comprendevano, in maniera molto
approssimativa, un complesso di saperi teorici e pratici (dalla matematica
all’ottica, dall’alchimia alla magia naturale), ai margini e al di là delle
comuni conoscenze scientifiche, volti a studiare fenomeni rari e a realizzare
esperienze capaci di destar meraviglia ; la ‘curiosità’ è
precisamente questa ricerca del raro, del meraviglioso, desiderio di conoscere
ciò che ai più è nascosto. Anche il giovane Descartes mostrò non marginale
interesse per i libri che trattavano di quelle scienze ‘ritenute le più
curiose e rare’ - come ricorda
nel Discorso sul metodo - e si impegnò in quella ‘parte delle
matematiche’ che si chiama ‘scienza dei miracoli’.”
La
“curiositas” aveva però già ricevuto interpretazioni meno benevole
che, con inevitabili frizioni, andranno poi a convivere con quella appena
illustrata. Nella sua accezione medievale, destinata poi a perdurare nel
pensiero cristiano, “curiositas” sta per ‘libido sciendi non necessaria’
[Guglielmo di Auvergne De Legibus I.24] e l’essere “curiosus” significava quindi
essere un intrigante ficcanaso che indagava cose che non avrebbero dovuto
riguardarlo... non tenendo conto di Prov.
25.2 “E’ gloria di Dio tener celate molte cose, è invece gloria dei re
lasciare che si investighi su ogni
cosa” ma privilegiando il severo
monito di Eccles.
3.22-23 o forse seguendo un'errata
interpretazione di Rom. 11.20
"Noli altum sapere".
E' chiaro che sottesa a questa resistenza nei confronti della
"curiositas" fa capolino la condanna per quell'orgoglio che è stato
causa della caduta di Adamo e che, distogliendo l'uomo dal pieno impegno di
ricercare la salvezza, è stato incluso tra i sette peccati capitali. Al di
sopra di tutto, però, potrebbe valere l’insegnamento della tradizione
cabalistica espresso dal Sepher ha-Bahir
: “Non cercare quello che ti è nascosto, e non scavare alla ricerca di ciò
che è sotterrato, ma cerca la comprensione profonda di ciò che ti è concesso
e non lasciarti trascinare dall’attrazione per il mistero.” Il che è come
dire : gnwqi eauton! !
Il dilemma a cui è esposto chi possiede
certe conoscenze è peraltro espresso in modo esemplare dal testo classico della
Kabbalah, il Sepher ha-Zohar :
“Rabbi Simeone si mise a piangere e disse : ‘Me disgraziato se parlo,
me disgraziato se taccio ! Se io parlo, i reprobi sapranno come servire il
loro Maestro, se io taccio, i compagni perderanno questa parola.’ A margine
della zona dove esiste il ‘santo timore’ c’è il ‘cattivo timore’ che
scuote, colpisce e accusa : è il flagello dei reprobi. L’uomo che teme
di essere accusato e colpito non è
abitato dal ‘timore di YHVH’, detto ‘timore che porta alla vita’ (Prov.
19.23). Che cos’è allora che lo assoggetta ? Il cattivo timore, la paura di essere frustato, e non il
timore di YHVH. Questa è la ragione per cui il luogo denominato ‘timore di
YHVH’ viene detto ‘inizio della
conoscenza’.” [Sepher ha.Zohar
I.11b]
Più
complessa e sfaccettata è la definizione di “phantasia”.
Sarà d’ausilio, in questo compito, l’interpretazione di Ioan P.
Couliano, che la classificò come “scienza della manipolazione dei
fantasmi”, intendendo per “fantasmi”
quelle forme di intermediazione spirituale (‘pneumatica’) che
consentono la comunicazione tra anima e corpo e che hanno la propria sede, da
Alcmeone di Crotone (VI sec. p.c.e.)
in poi, nel cuore
(sebbene altre scuole greche abbiano poi preferito indicare in quale dei due
ventricoli o abbiano optato, come gli ippocratei, per il cervello).
Dice Couliano :
“Sotto il nome di phantasia
o senso interno, lo spirito sidereo trasforma i messaggi dei cinque sensi in fantasmi
percepibili dall’anima, perché essa non può cogliere nulla che non sia
convertito in una sequenza di fantasmi... S. Tommaso ... nella sua Summa
Theologica... : ‘Intelligere sine conversione ad phantasmata est
[animae] praeter naturam’ ...In fin dei conti tutto si riduce a un problema di
comunicazione : anima e corpo parlano due lingue non solo diverse, o anche
incompatibili tra loro, ma inudibili l’una per l’altra. Il senso
interno è l’unico in grado di intenderle e comprenderle entrambe, avendo
anche il compito di tradurre, secondo la direzione del messaggio, dall’una
nell’altra. Ma, dal momento che i vocaboli del linguaggio dell’anima sono
fantasmi, tutto ciò che a essa giunge da parte del corpo - ivi compreso il
linguaggio articolato - dovrà essere trasposto in una sequenza fantastica.
Inoltre... l’anima ha anche una
prevalenza assoluta sul corpo. Ne deriva che il fantasma ha anche la
preminenza assoluta sulla parola, e che esso precede contemporaneamente sia
l’articolazione che l’intendimento di ogni messaggio linguistico. Donde
l’esistenza di due grammatiche distinte, di cui la prima è assai meno
importante della seconda : una grammatica della lingua parlata e una
grammatica della lingua fantastica. L’intelletto, provenendo dall’anima, e
anch’esso fantastico nella sua esistenza, è l’unico a godere del privilegio
di comprendere la grammatica fantastica, della quale potrà fare manuali e
persino organizzare serissimi giochi di fantasmi. Ma tutto ciò gli servirà
soprattutto a capire l’anima e a sondarne le possibilità latenti. Tale
comprensione, che più che una scienza è un’arte a causa dell’abilità di
cui bisogna dar prova per sorprendere i segreti del poco noto paese in cui
viaggia l’intelletto, rappresenta il postulato di tutte le operazioni
fantastiche del Rinascimento : l’eros, l’Arte della memoria, la
magia, l’alchimia e la cabala pratica (sott. aggiunta, nda)” [Couliano
1987: 17-19]
A causa delle informazioni parziali
e distorte diffuse dalla cultura predominante, l’uomo moderno è incline a
pensare che nulla gli sia più lontano non solo della patente ingenuità e
ascientificità dell’alchimia ma anche e soprattutto degli insensati e folli
contorsionismi verbali dei testi ‘magici’. Come spesso avviene le grandi
certezze, massime se acritiche e incontrollate,
fanno rima con altrettanto grandi sciocchezze. Dice ancora Couliano :
“...la magia ha continuato a resistere, facendosi beffe di tutti
coloro che la credevano scomparsa da tempo. A derivarne sono forse le scienze
psicologiche e sociali odierne, ed è questo il motivo per cui bisognerebbe in
primo luogo ristabilire un’immagine corretta dell’essenza e della
metodologia della magia per essere in grado di farci un’idea di quanto ancora
le dobbiamo. All’origine, la magia... è una scienza dell’immaginario, da
essa esplorato con i mezzi che le sono propri e che pretende di manipolare più
o meno a piacimento. Al suo massimo grado di sviluppo, raggiunto nell’opera di
Giordano Bruno, la magia è un metodo di controllo dell’individuo e delle
masse basato su una profonda conoscenza delle pulsioni erotiche individuali e
collettive. Vi si può riconoscere non solo il lontano progenitore della
psicanalisi, ma anche, e soprattutto, quello della psicosociologia applicata e
della psicologia di massa. In quanto scienza della manipolazione dei fantasmi,
la magia si rivolge in primo luogo all’umana immaginazione, nella quale tenta
di suscitare impressioni persistenti. Il mago del Rinascimento è, sì,
psicanalista e profeta, ma anticipa anche professioni moderne come quella di
capo delle relazioni pubbliche, propagandista, spia, uomo politico, censore,
direttore dei mezzi di comunicazione di massa, agente pubblicitario.” [ibid.,
p. 7]
E’
in questo suo tentativo di manipolare i “fantasmi” che il mago si trova a
lavorare a contatto con quegli instancabili “curiosi”, quei ricercatori di
“secreti”, che nei loro caleidoscopici ricettari giustappongono con baldanza
suggerimenti per smacchiare o tingere i tessuti a grotteschi rituali
necromantici. L’era dell’iperspecializzazione era, per loro fortuna, ancora
lontana...
In
termine di questo sommario tentativo di schizzare alcuni dei tratti
caratteristici della “phantasia” - e nella speranza che nessuno si lasci
troppo impressionare da quei “fantasmi”, è il caso di dirlo !, di cui
si lasciano intravedere le sfuggenti sagome - lasciamo ancora
una volta la parola a Couliano mentre tira le sue conclusioni sulla magia
come psicosociologia generale in riferimento al De
vinculis... di Giordano Bruno :
“...la
più semplice attività pneumatica naturale, quella che interviene
nel corso di ogni processo intersoggettivo, è l’eros, ciò che implica che
tutti i fenomeni erotici sono insieme fenomeni magici nei quali l’individuo ha
sia il ruolo del manipolatore, sia quello del manipolato, sia quello di
strumento di manipolazione. Poiché un soggetto partecipi a operazioni magiche,
bisogna che l’idea stessa di magia non superi la soglia della sua coscienza...
E poiché i rapporti tra individui sono regolati secondo criteri ‘erotici’
nel senso più ampio del termine, la società umana a tutti i suoi livelli non
è essa stessa che magia all’opera... L’operatore è l’unico che, avendo
compreso il complesso di tale meccanismo, si pone immediatamente quale
osservatore delle relazioni intersoggettive, nello stesso tempo realizzando una
conoscenza da cui intende in seguito trarre profitto. Le possibilità del mago
sono più ampie, quelle del medico sono relativamente ristrette. Prendiamo due
individui A e B, e il rapporto tra essi, che definiremo Y. Supponiamo poi che A
ami B, e che B non lo contraccambi : Y, il loro legame, sia definito in
questi termini. Compito del mago è modificare Y : mettendosi al servizio
di A, gli otterrà i favori di B. Ma supponiamo che alla famiglia di A
interessi che A abbandoni la sua insensata passione per B :
mettendosi al servizio della famiglia, l’operatore modifica Y e ‘guarisce’
A. E’ questo il compito del medico. Può darsi anche che A sia un manipolatore
magico e che voglia ottenere i favori di B. E’ un mago, non già un medico.
Sono tre casi, due di magia propriamente detta, e uno di medicina : qual è
esattamente la frontiera tra queste due discipline ? E’ facile rendersi
conto che le competenze del medico sono giuridicamente limitate ai casi in cui
l’affetto di A cozzi contro gli interessi della società, il che equivale a
dire che l’affetto in questione esula dalla normalità. Al contrario,
l’esperto di magia erotica può generalmente servirsi dei propri talenti
contro la società stessa e contro la volontà di un singolo. Supponiamo adesso
che A sia un individuo multiplo, una massa dotata di reazioni uniformi. B è un
profeta, il fondatore di una religione o un capo politico che, facendo ricorso a
magici procedimenti di persuasione, soggioga A. Come le pratiche del medico,
anche le sue sono ammesse perché, guadagnandosi il consenso sociale, è il
nostro stesso operatore a dettare le regole della società. Tre ipostasi - mago,
medico, profeta - indissolubilmente legate e senza limiti ben precisi ; e
della partita è anche lo ‘psicanalista’, la cui sfera d’azione confina
con l’illecito e il sovrumano. Con la specializzazione e la delimitazione
delle competenze, si sarebbe propensi a dire che gli altri due praticanti della
magia bruniana, il mago propriamente detto e il profeta, ai giorni nostri siano
scomparsi, anche se è più probabile che essi si siano semplicemente camuffati
sotto parvenze discrete e legali...” [ibid.,
p. 161-63]
Per
quello che riguarda una particolare modalità di estrinsecarsi
della “phantasia”, il pensiero cabalistico, è opportuno precisare
che i libri di carattere
cabalistico citati nel repertorio appartengono, nella quasi totalità, a quel
particolare ambito detto della ‘cabala cristiana’. A questi libri, così
come a quelli degli altri ambiti, si è voluto però affiancarne altri che sono
loro legati da vincoli imprescindibili, sia perché in contrapposizione (si
pensi, per esempio, alle opere degli inquisitori nei confronti della
‘magia’) sia perché figure paradigmatiche di quelle linee di tradizione che qui sono state prese in
oggetto (valga per tutti l’esempio di Maimonide per quello che riguarda
l’ebraismo), sia perché contigui (per esempio certe opere di “libertini
eruditi” , quelle di appartenenti alla tradizione rosacrociana, nella quale a
sua volta confluivano tematiche alchemiche e cabalistiche, quelle di astrologi e
chiromanti), sia perché non ancora definitivamente collocabili (il riferimento
è qui a quelle opere di carattere chimico-medico che, pur opponendosi con
decisione alla tradizione paracelsiana, ancora fanno uso di rimedi decisamente
“magici”). E’ chiaro, il rischio sotteso a questo tipo di approccio è
quello di partire da una porzione tutto sommato limitata del sapere per
arrivare, come nell’enciclopedia di borgesiana memoria, ad abbracciare
l’universale, noto e ignoto, nei suoi aspetti normali, anomali e teratoformi.
Il rischio esiste, è vero, ma se si considera che la finalità di questo
repertorio è quella di fornire, sullo spunto delle opere possedute dalla BUG,
uno squarcio di panorama il più possibile “a tutto tondo” su un aspetto
della nostra cultura piuttosto che un’asettica e
“tecnica” bibliografia attenta a escludere tutto quanto non appaia di
strettissima pertinenza all’ambito prescelto, è facile capire perché accanto
alle opere di alchimisti, di fantasiosi elaboratori o divulgatori di
“secreti” o di teologi cristiani che, attratti dal fascino di un’antica
tradizione, calcarono terreni insidiosi
e, spesso, a loro proibiti, è facile capire, si diceva,
perché accanto a queste opere ne siano state affiancate altre - ma non tutte -
elaborate da loro detrattori, avversari o addirittura inquisitori. Questo non
per espandere ad arte la massa delle opere citate, bensì, in osservanza del
criterio-guida contenutistico anziché formale, per agevolare la possibilità di
acquisire informazioni a proposito dei temi presi in considerazione. La storia
lo insegna : a prescindere dalle più recenti scoperte, cosa avremmo saputo
a proposito dello gnosticismo senza l’opera di Ireneo di Lione Contro
le eresie ? ... e che cosa del Discorso
vero del filosofo “pagano” Celso se l’ostinazione e la granitica
avversione di Origene non avessero indotto quest’ultimo a citarlo nel
modo più ampio nel suo Contro
Celso ? ... e, per venire
a tempi più vicini a quelli in cui sono state elaborate le opere inscritte nel
repertorio, quanto avremmo saputo di un movimento come quello dei catari senza
gli atti dei tribunali che li giudicarono o di autori, come Durando di Huesca
con il suo Liber contra Manicheos, che
pesantemente li attacccarono ? Certo, le opere ostili a un movimento
possono dare, e inevitabilmente danno, un’immagine falsata dell’oggetto dei
loro attacchi... ma questo lo si sa, come si sa che distanza prendere da
informazioni di siffatto genere. L’insostituibilità di tale opere - si tratti
di manuali per inquisitori, saggi polemici o “dimostrazioni” teologiche
degli errori altrui - è però un’altra : quella di fornire notizie
sull’esistenza di singoli personaggi o di movimenti che poi sono stati in
tutta fretta cancellati dalla storia... o meglio : sarebbero stati
cancellati se non fosse stato per lo smodato fanatismo di chi in ciò si era
massimamente impegnato.
Come
è facile intendere, dunque, il modello sotteso a questo repertorio è quello
della “rete”, vale a dire un modello tale che opere di carattere anche
diversissimo possono trovarsi accomunate grazie a quelle sequenze di maglie che,
muovendocisi in una delle varie direzioni, è possibile identificare sulla rete
del sapere. Mi piace immaginare, inoltre, che questa rete abbia una forma
particolare, quella che si ottiene curvando una superficie su se stessa fino a
farne toccare i bordi, per poi unire le estremità del “tubo” così ottenuto
formando in questo modo quello che in topologia viene definito “toro”... e
che, in un linguaggio più prosaico, potremmo dire “ciambella”. I
vantaggi di
immaginare la rete disposta
secondo questa morfologia toroidale sono di un incremento del numero dei legami
tra i nodi e, soprattutto, il fatto che nodi sul piano lontanissimi, ora possono
trovarsi altrettanto, e sotto certi aspetti anche più, lontani o massimamente
vicini, a seconda della direzione che si prenda per andare da un punto all’altro. Il che è
esattamente quello che avviene nel sapere umano : si fa un passo in una
direzione e ci si trova su una posizione agli antipodi da quella fino a quel
momento occupata ; si fanno tanti faticosi passi nell’altra e ciò in cui
si credeva assume sfaccettature nuove che mettono in evidenza legami prima
impensabili con altre aree del sapere : in un caso possiamo immaginare
l’alchimista che, dopo l’ennesimo fallimento, diventa un iperrazionale
critico di quella che ora chiama “vana pratica” ; nell’altro possiamo
immaginare chi invece non si lascia piegare dagli innumerevoli “fallimenti”,
che continua dunque a iterare, arrivando a un certo punto a praticare, dapprima
di sicuro inconsapevolmente, una sorta di “meditazione” che gli apre lo
spirito a nuovi tipi di esperienze... più vicine alla mistica o alla religiosità
che non alla concreta trasformazione dei metalli vili in oro o all’ottenimento
del “farmaco universale”. Ma il vantaggio principale di immaginare la rete a
forma di “toro” è forse un altro : quello di facilitare la concezione
della potenzialità che ha ogni
aspetto del sapere di prendere la sua caratteristica forma anche grazie a legami
con aspetti lontanissimi, tanto lontani che spesso ci si compiace di dire
“opposti”. Si sa però che l’uomo, il creatore del sapere, non vive in un
mondo a una dimensione, non è un transistor che conosce solo l’alternativa
passaggio/non passaggio di corrente. L’uomo, quello degno di questo nome,
quello avido di conoscere e ansioso di creare, spinge il suo interesse in quante
più direzioni gli sia possibile ed è inevitabile che le ricchezze raccolte nei
molti territori visitati fecondino, in misure variabili, il campo di cui si
occupa una volta rientrato dalle sue scorribande. Non ci si lasci perciò
fuorviare dai volgarizzamenti di certe storie della filosofia o del pensiero
scientifico o di qualsiasi altra disciplina si tratti, nelle quali sembra che
ognuno dei personaggi lì incasellati altro non abbia fatto nella vita che
attendere alla composizione di quelle opere per le quali viene ricordato... e,
per non lasciare queste parole in astratto, basti pensare a Newton: noto e
celebrato per tutto ciò che ha lasciato alla scienza moderna, ma anche autore
di centinaia di pagine manoscritte di appunti di carattere alchemico.
Nelle pagine che seguono si incontrerà ben più di un personaggio che pur senza
aver raggiunto, almeno agli occhi dei moderni, la notorietà di Newton come
questi non poteva fare a meno di percorrere la “ciambella” del sapere in più
direzioni. Il nostro repertorio
si propone dunque di tagliare da questa ciambella una fetta, una
fetta di forma irregolare perché la sua superficie superiore (le opere che più
propriamente possono far parte degli ambiti
prescelti) è sicuramente più estesa di quella inferiore (le opere di critici,
oppositori, persecutori, continuatori in via di distacco), ma tra queste due
difformi superfici c’è un contenuto che si auspica possa essere gustato.
Si è detto “gustato”, e non solo per rimanere in sintonia con la metafora
della “ciambella” del sapere, ma anche per evocare
quella concezione dell’estetica dell’India antica tale che il
gustare il “sapore” (scr. rasa)
di un’opera guida chi compie questa esperienza al “ricordo” di “ciò che
è”, in sanscrito satya, vale a dire
“verità”... una verità che non è e non può essere assoluta, ma è quella
verità relativa e in continua trasformazione che consegue chi percorre i
cammini del sapere raccogliendo ciò che è sparso.
Nelle
pagine che precedono il repertorio sono tracciati alcuni schizzi introduttivi a
uno dei modi di estrinsecarsi della phantasia,
l’alchimia, con particolare riguardo alle reciproche relazioni tra questa e
l’altro protagonista di queste pagine : il libro, il cui ruolo ben è
stato tratteggiato da Robert Léon Wagner :
“L’imprimerie jette au quatre vents des idées
et des mots qui, avant son emploi, n’attegnaient qu’un cercle restrint
d’auditeurs ; elle suscite et anime la controverse... Elle rend
accessible au public lettré des thèmes nouveaux, suggestifs, qui excitent
l’imagination et la jettent au bord de perspectives nouvelles... L’imprimerie alimente une curiosité que sollicite des
problèmes obscures, d’ordres physique et métaphysique ; elle favorise
la discussion, les controverses et contribue ainsi, d’une manière indirecte,
soit à rendre communs des termes qui, avant elle, étaient connus des seuls spécialistes,
soit à vulgariser des notions que les techniciens essaient au préalable de définir”
[Wagner
1939].
Che
gli addetti ai lavori, e gli storici, gli eruditi e gli aspiranti tali, non si
curino di questa escursione nei loro coltivati e ben recintati latifondi alla
quale si è stati indotti da una certa propensione
alla curiosità, comunque la si voglia intendere. Come ha detto, tra gli altri, Edgar Morin, e come a chi scrive piace spesso ripetere,
“...je ne fais qu’y passer”.
[Ciò che è
in basso è come ciò che è in alto e ciò che è in alto è come ciò che è
in basso, per compiere i miracoli della realtà che è una. (dalla Tabula
smaragdina)] ...this maxim... points to a dynamite way to manipulate data
space : you can manipulate a whole bunch of things with one symbol,
dragging in a whole idea space with one icon. It’s like a nice compression
algorithm. [Erik Davis “Technopagans. May the astral plane be reborn in
cyberspace” Wired 3.07 - Jul. 1995]
Sciant artifices Alchimiae, species metallorum
transmutari non posse, quamuis similia illis fieri possint ; & quamuis
Alchimistae queant tingere ipsum aes colore quo volunt, donec sit multo simile
auro, & abstergere immunditias plumbi, ita ut uideatur argentum, semper
tamen secundum substantiam manebunt aes & plumbum. [Avicenna De
congelatione et conglutinatione lapidum]
Allo stesso modo che con la Mia parola ho dato forma al
cielo e alla terra, come è scritto : “Con la parola di YHWH
sono stati fatti i cieli” (Salmo 33.6), così tu devi parimenti
comportarti. Felici coloro che si dedicano allo studio della Torah ! Non
credere tuttavia che la parola di qualsiasi ignorante possa agire così. Bada
dunque : quando un uomo che è estraneo ai segreti della Torah inventa
delle parole di cui ignora il fondamento, queste parole si innalzano ma è l’
“essere di disordine” (Prov. 16.28) dal
linguaggio menzognero ad andare loro incontro. [Sefer ha-Zohar 5a]
Da queste sefirot o idee, il mondo è governato come da
degli dei, per parlare come gli astrologi parlano
dei pianeti. I cabalisti sottomettono patriarchi e profeti all’influsso di
queste sefirot : Abraham dipende da Hesed, Isaac da Tiferet e Moshe da
Malcuth.
[Agostino Ricci]
Per far sì che gli spiriti compiano qualsiasi tipo di
operazione alchemica. 1. Perché gli spiriti eseguano ogni tipo di operazione
alchemica. 2. Perché gli spiriti
producano ogni tipo di metallo e di arte alchemica. 3. Per apprendere ogni tipo di arte alchemica dagli spiriti.
1
|
2
|
3
|
TABBAT
|
MATALO
|
INIHINO
|
ARUUCA
|
EZATEH
|
NAMERAN
|
BUIRUB
|
TARATA
|
INALOMI
|
BURIUB
|
ATARAT
|
MALECAH
|
ACUURA
|
HEZATE
|
IMOLAMI
|
TABBAT
|
OHATEM
|
NAREMAN
|
|
|
ONIHINI
|
[Quadrati magici di carattere alchemico tratti da un
manoscritto francese (Paris, Bibliothèque de l’Arsenal, MS 2351) di
un’opera di Avraham ben Shim’on (XIV sec.) (Primo
libro della magia sacra, che Dio diede a Mosè, Aronne, Davide, Salomone e ad
altri santi, patriarchi e profeti, che insegna l’autentica divina saggezza,
lasciata da Avraham a Lamech suo figlio, tradotto dall’ebraico 1458)]
Si aurum, quod fit ab Alchymistis, non sit verum &
tale, quale sit a natura ; eius uenditionem pro uero fraudulentam &
iniustam esse ; sin autem fiat uerum aurum ab Alchymistis, id licite pro
uero auro uendi posse : nihil enim prohibere artem utendo caussis
naturalibus, naturales & ueros effectus producere ; sicut August. dicit
in 3. de Trin [cap. 8] de his, quae arte daemonim fiunt.
[Tomaso d’ Aquino Summa
theologica II.ii. quaestio
LXXLVII, art. II.]
Ma c’è un’altra alchimia, tecnica e pratica, che
insegna a produrre i metalli nobili e i colori e molte altre cose meglio e in
maggiore abbondanza per mezzo dell’arte di quanto non faccia la natura. E tale
scienza è più grande di tutte le
precedenti perché produce vantaggi maggiori. Infatti non solo può dare la
ricchezza e molte altre cose utili al pubblico benessere, ma insegna anche a
scoprire le cose che consentono di prolungare la vita umana molto più di quanto
non possa fare la natura... Ecco perché questa scienza ha dei vantaggi
particolari di questa natura ; mentre nondimeno conferma con le sue opere
l’alchimia teorica. [Roger Bacon Opus
tertium, cap. XII]
Spondent, quas non exhibent, diuitias pauperes
alchimistae : pariter, qui se sapientes existimant, in foueam incidunt quam
fecerunt. Nam haud dubiè huius artis alchimiae professores alterutrum se
ludificant. cùm suae ignorantiae conscij eos, qui supra ipsos aliquid huiusmodi
dixerint, admirentur : quibus cùm veritas quaesita non suppetat, diem
cernunt, facultates exhauriunt, iidemque verbis sophistica transmutatione
confingant : eòque interdum eorum temeritas damnatas & damnanda
progreditur, vt fidis metallis cudant publicae monetae characteres fidis oculis,
& non alias alchimicum fornacis ignem vulgum ignorantem eludant.
[Giovanni XXII (Decretale “Spondent”)]
...magna inter caeteras quaestio erat cur magia ipsa, cum
olim primum sublimitatis fastigium uno omnium veterum philosophorum judicio
teneret et a priscis illis sapientibus et sacerdotibus summa semper in
veneratione habita fuerit, deinde sanctis Patribus a principio nascenti
Ecclesiae Catholicae odiosa semper et suspecta, tandem explosa a theologis,
damnata a sacris canonis, porro omnium legum placitis fuerit proscripta.
[Cornelio Agrippa Operae v. I, p. 3]
La magia naturale è dunque quella, la quale avendo
contemplato la forza di tutte le cose naturali e celesti e con diligenza curiosa
l'ordine loro considerato, in tal modo pubblica le nascoste e segrete possanze
di natura copulando le cose inferiori con le superiori... per una scambievole
applicazione di quelle ; di maniera tale che spesse volte di qui ne nascono
di stupendi miracoli non tanto per l’arte quanto per la natura alla quale,
quand’ella opra di queste cose, quest’arte si dà per ministra. Percioché i
magi come diligentissimi esploratori della natura conducendo quelle cose che
sono preparate da lei, applicando gli attivi ai passivi spessissime volte inanzi
al tempo ordinato dalla natura producono effetti i quali dal vulgo sono ritenuti
miracoli sendo però opre naturali non v’intervenendo altro che la sola
anticipazione del tempo... perciò si ingannano quelli che stimano [le
operazioni di magia] al di sopra della natura o contro natura, mentre provengono
dalla natura e son fatte secondo natura. [Cornelio Agrippa Della
vanità delle scienze]
Perché l’amore è chiamato mago ? ... Perché
tutta la forza della magia risiede nell’amore. L’operare magico consiste
nell’attirare in un certo senso una cosa verso un’altra tramite una
similitudine naturale. Le parti di questo mondo, come membra di un solo animale,
dipendono tutte da un unico amore e sono reciprocamente connesse per comunione
naturale... Da questa comunanza di rapporti nasce l’amore comune dal quale a
sua volta nasce il convergere insieme fra le cose e in ciò consiste la vera
magia.
[Marsilio Ficino Commentarium
in Convivium Platonis de amore, oratio VI, cap. 10]
Alchymia est una pars naturalis philosophiae occultae
coelica, magis necessaria, quae constituit et facit unam artem et scientiam,
quae non omnibus est nota, et docet mundare et purificare omnes lapides
pretiosos, non perfectos sed diminuitos, et ponere ad verum temperamentum ;
et omnia humana corpora lapsa et infirma restituere et ad verum temperamentum
reducere et optimam sanitatem ; et etiam transmutare omniam metallica
corpora in veram lunam, postea in verum solem, per unum corpus medicinale
universale, ad quod omnes medicinae particulares reductae sunt, et fuerunt. Et
per quod integratum et factum per unum manuale regimen revelatum est
philosophiae filiis perfectis, mediante ignis calore respectu sex latitudinum
caliditatis, quae in tres principaliter reducuntur.
[ps. Lullo Testamentum]
Otto
cose seguono l’alchimia :
Fumo,
cenere, molte parole e l’infedeltà,
Profondi
sospiri e faticoso lavoro,
Eccessiva
povertà e indigenza
Se
desiderate liberarvi da tutto ciò,
Evitate
l’alchimia.
[Christian
Egenolff Gebrauch d’Alchimei
Frankfurt
am Main, 1531, fol. Giii]
E arly before the day doth
spring
L et us awake my Muse, and
sing ;
I t is no time to slumber,
S o many ioyes this time
doth bring
A s Time will faile to
number.
B ut whereto shall we bend
our layes ?
E uen up to Heaven, againe to
raise
T he Mayd, which thence
descended ;
H ath brought againe the
golden dayes,
A nd all the world amended.
R udenesse it selfe she doth
refine,
E uen like an Alchymist
diuine ;
G rosse times of yron
turning
I nto the purest
form of gold ;
N ot to corrupt, till heauen
waxe old,
A nd to be refined with
burning.
[John Davis]
La scrittura si apprende dalle lettere ; la Natura
invece [viaggiando] da una terra all’altra : una terra, una pagina. Così
è il codex naturae, così devono
essere girati i suoi fogli. [Paracelso Defensiones
un Verantworgungen wegen etlicher verumglimpfung seiner Missgönner]
Sul piano della storia della cultura, si può quindi
affermare che gli alchimisti, nel loro desiderio di sostituirsi al Tempo, hanno
anticipato quanto vi è di essenziale nell’ideologia dell’uomo moderno [...]
L’alchimia ha dato al mondo moderno molto più di una chimica rudimentale :
gli ha permesso la sua fede nella trasmutazione della Natura e la sua ambizione
di dominare il Tempo.
[Eliade Arti del
metallo e alchimia]
Non
ti ho dato, o Adamo, né un posto determinato, né un aspetto proprio, né una
prerogativa tua, perché quel posto, quell’aspetto, quelle prerogative che tu
desidererai, tutto secondo il tuo voto e il tuo consiglio ottenga e conservi. La
natura limitata degli altri è contenuta entro leggi da me prescritte. Tu te la
determinerai da nessuna barriera costretto, secondo il tuo arbitrio, alla cui
potestà ti consegnai. Ti posi nel mezzo del mondo, perché di là meglio tu
scorgessi tutto ciò che è nel mondo. Non ti ho fatto né celeste né terreno,
né mortale né immortale, perché te stesso sovrano artefice, ti plasmassi e
scolpissi nella forma che avresti prescelto. Tu potrai degenerare nelle cose
inferiori che sono i bruti ; tu potrai, secondo il tuo volere, rigenerarti
nelle cose superiori che sono divine. [Pico della Mirandola Oratio]
Un
gentiluomo spagnolo chiamato Signor Andres Gutiero... stava passeggiando un
giorno per il campo quando cominciò a discutere con un soldato. Estrassero le
armi e, con un colpo di rovescio, il soldato tagliò al Signor Andres il naso,
che finì nella sabbia, e io lo vidi perché ero insieme a lui. La discussione
terminò e il povero gentiluomo rimase senza naso. Quindi, tenendolo in mano
tutto coperto di sabbia, vi urinai sopra e avendolo lavato con l’urina, glielo
riattaccai e cucii molto saldamente, lo medicai con il balsamo [il famoso
“Balsamo di Fioravanti”, nda] e lo fasciai. Quindi lo feci rimanere così
per otto giorni, credendo che il naso si sarebbe incancrenito. Tuttavia, quando
lo slegai, scoprii che era ben saldo. Lo medicai solo un’altra volta e fu
libero e sano, e tutta Napoli se ne meravigliò...
[Leonardo Fioravanti Il
tesoro della vita humana Venezia, 1570)
Non l’arte o l’archimista genera o produce l’oro,
ma la natura disposta et aiutata dall’archimista e dall’arte, non altramente
che la sanità di un corpo malato non si rende né dalla medicina né dal
medico, ma dalla natura disposta e aiutata dal medico e dalla medicina... Non
altramente che i buoni medici purgano mediante gli sciloppi... le materie
putrefatte e quelle che agevolmente si corromperebbero... così né più né
meno i buoni archimisti purgano prima la materia... e di poi lasciano operare
alla natura. Onde si vede manifestamente che non l’arte fa i metalli, ma essa
natura se non quanto l’arte è strumento. [Benedetto Varchi Questione sull’alchimia]
...vi
fu una donna che desiderava ardentemente mettere al mondo un bambino biondo,
che, avendo sentito ciò, lo mise in pratica ; si procurò infatti un
bambino bianco scolpito nel marmo, ben proporzionato in tutti i sensi, e lo
guardava sempre... E quando giacque con suo marito, e anche dopo, quando
aspettava il bambino, continuò a osservare l’immagine e i suoi occhi e il suo
cuore la fissavano continuamente. In questo modo, quando il tempo di attesa
terminò, diede alla luce un figlio molto simile all’immagine di marmo per
tanti versi, specialmente per quanto riguarda il colore, essendo ugualmente
pallido e bianco, come se fosse davvero di marmo. Così la prova
dell’esperimento fu manifestata e verificata. [G.B. della Porta
Magiae naturalis...]
E’ pertanto l’alchimia una casta meretrice, che ha
molti amanti, ma tutti delude e a nessuno concede il suo amplesso. Trasforma gli
stolti in mentecatti, i ricchi in miserabili, i filosofi in allocchi, e gli
ingannati in loquacissimi ingannatori...
[Johannis
Tritheimij, Spanheimensis, et Postea Divi Jacobi apud Herbipolim Abbatis, Viri
suo aevo doctissimi. Tomus II. Annalium
Hirsavgiensivm... Bibliotheca Monasterij S. Galli publicae luci datum... :
typis ejusdem Monasterijj S. Galli, Anno MDCXC
(p. 141)]
La pietra trovata nel nido di un’aquila, legata al
braccio sinistro di una donna con bambino, la protegge dall’aborto ma, se
legata alla coscia durante il travaglio, causa un parto facile e veloce. [Thomas
Johnson Cornucopiae, or divers secrets
(London, 1594)]
O
quale mondo di profitto e di delizia,
di
potere di onore e onnipotenza
è
promesso a un artefice d’ingegno !
Tutto
ciò che si muove tra i poli fermi
sarà
ai miei ordini. Imperatori e re
sono
obbediti soltanto nelle loro terre
né
possono alzare i venti o squarciare le nubi,
ma
chi riesce in questo, ha un potere
grande
come il pensiero dell’uomo
e
un abile mago è un semidio.
Sforzati
qui, cervello, di meritarti l’immortalità.
[Christopher
Marlowe Il dottor Faust]
Come
dice il Filosofo in molti punti, vi è qualcosa di buono in tutte le scienze.
Tuttavia, a volte si compie il bene altre il male, a seconda se la scienza è
diretta a fini benefici o malefici.. Da ciò si concludono due cose : La
prima è che la scienza della magia non è malvagia, poiché grazie alla sua
conoscenza si può evitare il male e perseguire il bene. La seconda conclusione
è che un risultato deve essere valutato secondo il suo fine ; quindi il
fine di una scienza è censurato quando non porta al bene o alla virtù. Da ciò
segue che ogni scienza o operazione è talvolta buona, talvolta cattiva.
[Albertus Magnus Liber aggregationis,
in : De secretis mulierum
(Strasbourg 1625)]
[dall’indice dei Secrets
merveilleux de la magie naturelle... di Albertus Parvus (1751) :] §
Pour l’Amour réciproque entre les deux Sexes, § Pour connoître si une fille
est chaste, § Pour rétablir la peau ridée du ventre des jeunes femmes, §
Contre l’Yvresse du Vin, § Pour faire des Vins de Liqueur, § Pour faire les
Talismans de Paracelse, § Manière cabalistique de fixer le Mercure qui doit
servir au Talismans, § Pour faire le terrible Feu Gregeois, § Des Mandragores
cabalistiques, § De la poudre de Sympathie, § Pour faire de l’Or
artificiellement, § Pour faire l’Or de vie, § Excellente Savonette, § Pour
nettoier le Dents & les Gencives, §Contre l’Haleine puante, § Pour la
pierre de la Vessie, § Table du lever du Soleil sur l’Italie et la France...
Per
seccar le moroide che più nõ tornavano
: Piglia sterco di gatto, fallo seccare, e fanne polue, et cõ oglio d’oliua
fanne unguento a fuoco, e ungi caldo, et sarai sano. [dalle annotazioni ms. su
un f. di guardia del Flagello contro de’
medici commvni detti rationali di T.Z. Bovio (1601)]
Quando adunque vn Ceruellone Cabalista ti vuol dir
qualche cosa, non pensar che ti dica cosa friuola, cosa volgare, cosa commune :
ma vn mistero, vn oracolo... [Tomaso Garzoni Il
theatro de’ vari, e diuersi ceruelli mondani, discorso XXXVI]
[...] ce visage enfumé, qui avait plutôt la mine d’un
chaudronnier que d’un philosophe, demeura fort longtemps muet ; mais,
comme il eut repris ses esprits et rêvé quelque temps sur ce qu’il avait à
répondre, il me fit une repartie fort soumise, mais fort adroite ; il
m’apprit sous quels maîtres il avait étudié, et quelles peines il avait
eues pour acquérir cette toison d’or dont j’avais envie. Après cette ingénue
confession, qui me rendait déjà possesseur de tnt de bien imaginaires, il me réprésenta
comme en tremblant le danger que couraient ceux qui avaient un secret pareil,
quand ils étaient découverts par quelque prince ; que le moindre malheur
qu’ils en pouvaient attendre Ètait l’entière perte de leur liberté, mais
que d’ordinaire on ne se contentait pas de les faire travailler et languir en
prison, mais que leur ôtait souvent la vie avec de cruelles tortures pour leur
enlever leur secret ; que ce bénéfice si précieux n’était pas produit
seulement par le soin des hommes, qu’il y avait une particulière bénédiction
dans l’accomplissement de ce grand oeuvre, et que ce serait mériter une éternelle
malédiction si l’on n’usait de cette grâce avec grande considération ;
qu’il en fallait secrètement assister les pauvres, et de se garder bien de le
découvrir aux grands, qui sont naturellement ambitieux, et qui ne demandent que
le moyen de porter partout la guerre et s’emparer injustement des Etats de
leurs voisins ; que ce serait un crime irrémissible de mettre de la sorte
des armes entre les mains des furieux ; et que c’était pour ces raisons
qu’il menait une vie cachée et pénible [...] [Tristan L’Hermite
Le Page disgracié I.xviii]
La peste de l’homme c’est l’opinion de savoir. Voilà
pourquoi l’ignorance nous est tant reccomandée par notre religion comme pièce
propre à la créance et à l’obéissance. [Michel de Montaigne Essais
II.12 “Apologie de Raimond Sebond”]
[...] il n’est rien creu si fermement que ce qu’on sçait
le moins, ny gens si asseurez que ceux qui nous content des fables, comme
Alchimistes, Prognostiqueurs, Judiciaires, Chiromanciens, Médecins [...]
[Michel de Montaigne Essais I.32]
Dovete,
nell’osservare la Natura,
tenere
d’occhio l’uno come il tutto ;
niente
è dentro e niente è fuori :
poiché
ciò che è dentro è fuori.
Dunque
afferrate senza indugio
il
divino, il palese mistero.
[J. W. Goethe (in : Tutte le poesie. Ed. dir. da R. Fertonani, t. II, p. 1011)]
Paracelso
Per Margherita
Niente
è veleno. Tutto è veleno.
Dipende
dalla dose, dice Paracelso, il maestro.
Niente
è folle e niente è pienamente assennato :
dipende
dall’istante in cui qualcosa viene compiuto
o
realizzato in un momento altrettanto inadeguato.
Ci
si chiede soltanto quale autorità lo decida.
Niente
è divino. Niente è diabolico.
Ci
si chiede sempre in quale cucina gli angeli
siano
stati assoldati come vigili del fuoco, e da chi.
La
morte non è divertente. La morte non è triste.
Dipende
da chi va, chi resta.
Nessuna
mela è marcia, nessuna pera, nessuna prugna :
anche
le api amano la loro vita, sebbene breve.
Nessun
amore è vero e neppure l’odio
quando
colui che odia vende
l’amore
e colui che
ama
ha dimenticato quel che odia : non si vive
un
giorno di più, né un’ora di meno.
Dipende
dalle notti, amato, amata :
lo
splendore di una candela dura quanto il suo stoppino,
che
si spegne e soffoca nel corpo cereo.
Niente
è mortale, tutto è vivente
riconobbe
il maestro mentre in lui saliva la notte.
[Jürg Federspiel Paracelsus
(cit. in : Pirmin Meier Paracelso.
Medico e profeta. Roma, Salerno, 2000, p. 358)]
Il
lapis è la via... ogni passo che compi in questa direzione è la
tua meta. [J.L. Borges La rosa di
Paracelso]
Alla base dell’alchimia sta un autentico e genuino
mistero che, a partire dal diciassettesimo secolo, venne inteso - in maniera
inequivocabile -in senso psichico. Anche noi moderni non possiamo vedervi altro
che un prodotto psichico, di cui è possibile estrarre il senso mediante i
metodi e le esperienze della
psicologia clinica del ventesimo secolo. Non pretendo però che
l’interpretazione psicologica di un mistero debba necessariamente costituire
l’ ultima parola. Se si tratta di un mistero, deve avere anchi altri aspetti.
Sono dell’opinione che la psicologia potrà pure spogliare l’alchimia dei
suoi misteri, senza però riuscire a svelare il mistero dei misteri. Dobbiamo
perciò attenderci che, in un tempo futuro il nostro tentativo venga considerato
come metaforico e simbolico, allo stesso modo in cui noi abbiamo fatto per
l’alchimia, e che quindi il mistero della pietra o del Sé
lasci emergere un aspetto che per noi rimane ancora inconscio ma che è
già alluso nelle nostre formulazioni, in maniera però così velata che il
ricercatore futuro si domanderà a sua volta se sapevamo che cosa intendevamo
con le nostre parole. [ Jung ]
New technology is indistinguishable from magic. [Arthur
C. Clark Profile of the Future 1962]
…a Soma-copper complex would be a Herbo-metallic
[sottolineatura aggiunta] preparation having the strong Spirit (Animus) of Soma
and the strong Soul (Anima) of copper… Thus a self-generating Spirit copper
becomes not only gold but also live-gold or ferment-gold at the same time. [S.
Mahdihassan “Alchemy as descending from herbalism or Kimiya versus Soma” Scientia a. LVIII, vol. IC, n° DCXXVI-XXVII, p. 134]
…I believe that hydrocarbons are indeed the fluids
responsible for leaching, binding, and transporting many of the metals. Because
of their depth of origin, hydrocarbons offer
the motive power needed for extensive leaching, and they may carry many
types of molecules so formed in solutions. The major uncertainty concerns the
formation of various organometallic [sottolineatura aggiunta],
high-pressure compounds… […] Hydrocarbons of greater or lesser carbon number
or some other structural feature would also be expected to umburden themselves
of their metallic constituents at different
threshold changes of temperature, pressure, acidity, and solutes. This could
well account for the observation that lead and zinc are typically found
together, gold with silver, and so forth. Empirical support for the hydrocarbon
theory of metal deposition includes the close association of carbon with gold
that is well recorded in both scientific and popular accounts of mineral
prospecting. […] Gold has been leached out of deep rocks and transported as an
organometallic by an upwelling stream of hydrocarbons. Because of
changes in pressure and other conditions along the way, at some point the
metal dissociates from the hydrocarbon molecule. And as with coal deposits,
eventually the hydrogen, too, escapes from the
carrier molecule, leaving behind carbon, or soot, which might then be
carried some distance by flowing water… [Thomas Gold The
Deep Hot Biosphere 2001, cap. VII, passim]
La tradizione alchemica può essere
considerata come l’Ombra - in tutta l’estensione del significato che
questo termine possiede nella psicologia junghiana -
del pensiero occidentale. Poiché l’integrazione
della personalità umana non può avvenire, se non attraverso il riconoscimento
ed il dialogo con l’Ombra... [Michela
Pereira L’oro dei filosofi Spoleto,
1992, p. 30]
For
[Mark] Pesce [famoso programmatore, creatore di WorldView e di VRML
(un’evoluzione di HTML) e neopagano] the Craft [i “poteri” del mago] is
nothing less than applied cybernetics. “It’s understanding how the information flow works
in human beings and in the world around them, and then learning enough about
that flow that you can start to move in it, and move it as well.” Now he’s
trying to move that flow online. “Without the sacred space there is no
differentiation in space ; everything is flat and gray. If you are about to
enter cyberspace, the first thing we have to do is plant the divine in it.” [Erik
Davis “Technopagans. May
the astral plane be reborn in cyberspace” Wired
3.07 – Jul. 1995]
The
alchemists weren’t protochemists, they were material scientists. They realized
that the whole point was to trasform raw matter into something of value... These
guys were striving for a unification of the spiritual and material worlds. [Greg
Olson, professore alla Northwestern University e responsabile della ricerca
scientifica della QuesTek’s, in un’intervista a Wired
9.02 (2001), p. 142]
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