Senza la Pietra d’Angolo, quale elemento di congiunzione, nessuna
costruzione resterà solida nel tempo, e quindi non potrà raggiungere le
generazioni per testimoniare la sua esistenza. Tale costruzione sarà invece
effimera e la sua esistenza, breve ed instabile, non lascerà alcuna traccia
nella continua rigenerazione dell’umanità. Forse l’Uomo sembra più intento
a distruggere che a costruire. Il rapido ed enorme progresso tecnologico e
scientifico dell’ultimo secolo, gli ha dato la sensazione di essere sempre più
potente, di poter controllare e modificare qualunque cosa, compresa la natura;
quest’Uomo sarà in grado di lasciar testimonianza del suo sapere? della sua
saggezza? In alcune opere del passato, come le Cattedrali Gotiche, l’Uomo ha
racchiuso simbolicamente il progetto architettonico per l’Umanità. Ma
l’Umanità non comprende o forse non vuole comprendere, e rende esecutivi
altri progetti.
Dividere e Congiungere
«Solve et Coagula». Il primo passo per la Grande Opera Alchemica. Solo
l’armonia dei contrari potrà costituire la trasmutazione da piombo in oro. Si
dice che i Massoni abbiano l’abitudine d’inserire pietre angolari nelle loro
costruzioni, destinate ad istituzioni pubbliche o di carità. In un rituale si
recita: «Nel Libro Sacro sta scritto: Sappiate che io ho posto in Sion una
preziosa pietra angolare, una solida fondazione; la pietra che non contava nulla
per i costruttori diventa la chiave di volta del Tempio.» Nella Cattedrale
Gotica alla pietra dell’altare, sull’asse verticale corrisponde la Pietra
Angolare, detta anche Chiave di Volta. La pietra d’angolo, non solo ha la
funzione di congiungere due strutture di diversa posizione, entrambe necessarie
per l’intera costruzione, ma anche di suddividere e ripartire in maniera equa
il relativo carico. Pertanto é uno strumento indispensabile per l’armonia
dell’intera costruzione. Forse, simbolicamente, l’arco a sesto acuto, tipico
delle Cattedrali Gotiche, potrebbe rappresentare la sintesi del pensiero
massonico. A chi avrà la pazienza di continuare la lettura, desidero confidare
la mia più totale ignoranza in architettura. Chiedo scusa per ciò che
impropriamente verrà detto ed utilizzato per esprimere e comunicare ciò che é
e resta una personale opinione, semplicemente la mia opinione.
La Cattedrale Gotica
Molto tempo fa, durante una breve vacanza, mi trovai nella Cattedrale di
Chartres. Ancora oggi mi domando se alcune soluzioni ed elementi costruttivi,
che colpirono la mia attenzione, siano stati frutto di errori o di un preciso
progetto simbolico. Non riuscirò mai a dare una risposta, ma é certo che
alcuni elementi simbolici mi hanno indicato, forse, un diverso modo di vedere
l’Umanità. «La Pietra Angolare» quale chiave di volta delle cattedrali, è
l’espressione materiale del sapiente uso di tutte le conoscenze esoteriche del
loro tempo. In un insieme di armonie e ritmi, i «Liberi Muratori operativi»,
con la costruzione della Cattedrale Gotica, realizzarono la testimonianza del
loro sapere. Credo che le Cattedrali Gotiche a distanza di tanti secoli, nel
disarmante stato di degrado, attraverso il linguaggio dei simboli, conservano e
trasmettono un patrimonio inestimabile. Chartres é la più alta testimonianza,
di ciò che rappresenta la Cattedrale. La Cattedrale Gotica non è semplicemente
una chiesa. L’arte gotica, è una creazione autentica, unica nel suo genere.
È la più alta espressione fra spiritualità e lavoro manuale. Forse é la più
alta testimonianza dell’applicazione della regola benedettina: «Regula
Magistri». L’arte gotica fu un capitolo circoscritto, tipicamente francese e
concentrato nel tempo.
Non vi è evidente continuità né con l’arte romanica, né con le
successive manifestazioni dell’architettura sacra. Il suo splendore iniziò ad
offuscarsi, con l’abbandono dell’arco ogivale (espressione volgare
dell’arco a sesto acuto). Si dice che il segreto costruttivo morì nel 1314,
con la messa al rogo dell’ultimo Gran Maestro dell’Ordine dei Templari,
Jacques De Molai, insieme ad altri quattro importanti membri. Si dice che il
segreto costruttivo, trasmesso ai costruttori di cattedrali con l’eredità
iniziatica dei Monaci neri dell’abbazia di Cluny, dei Circestensi e dei
Templari, sia una chiave strutturale, che ha consentito l’elevazione, sia
materiale che spirituale della Cattedrale, per consentire l’elevazione
materiale e spirituale dell’uomo. La Cattedrale Gotica potrebbe essere lo
scrigno delle conoscenze esoteriche. Conserva in sé, immutabile nel tempo, il
patrimonio dell’alchimia, dell’ermetismo, dell’astrologia e della cabala.
Nel mondo profano, con la consacrazione a Tempio di culto cristiano- cattolico,
la Cattedrale ha perso questa chiave di lettura. Nelle costruzioni sacre, a
partire dal XII secolo, si distinguono le differenze tecnicostrutturali tra
Romanico e Gotico, che rappresentano i mutamenti del quadro storico sociale,
religioso ed ambientale. La Cattedrale Romanica esprime: la ritrovata sicurezza
da parte dell’Europa dopo l’incubo dell’anno Mille; una religiosità
austera; l’etica del lavoro e l’avvento della civiltà comunale. La
Cattedrale Gotica sorge in relazione al costituirsi di una borghesia ricca; alla
grande influenza degli Ordini Monastici, come i Cistercensi ed i Templari;
all’ideale religioso di una elevazione spirituale che crede che nella bellezza
e nella perfezione delle opere d’arte, sia contenuta la speranza in una vita
migliore dell’uomo.
Sapienza, Forza, Bellezza
In un rituale dei lavori in camera di apprendista si dice in apertura: «Che
la sapienza illumini il nostro Lavoro. Che la Bellezza lo irradi e lo compia.
Che la Forza lo renda saldo.» E in chiusura: «Che la Luce della Forza
resti nei nostri cuori. Che la Luce della Bellezza resti nei nostri cuori. Che
la Luce della Sapienza resti nei nostri cuori.» Forza, Bellezza e Sapienza
sono le tre fondamentali virtù dell’Arte Reale che un Massone pazientemente
impara nel suo cammino iniziatico, dal primo al terzo grado. L’arte nasce
dalla speranza, guarda al futuro. È un progetto di convivenza verso una vita
migliore, anche quando ci mostra il peggior aspetto negativo. Ed é per questo
che il «Libero Muratore» costruisce il Tempio attraverso l’incessante
ricerca della verità, pur sapendo di non poterla mai raggiungere. Assiste,
nell’unità temporale, alla distruzione del Tempio ed alla sua ricostruzione,
ma non desiste, perché l’arte é la meta del suo lavoro, che svolge con
Sapienza, Bellezza e Forza.
Si dice anche in un altro rituale massonico: «... così come avviene
durante la vita terrena, che ogni progresso nella conoscenza apre semplicemente
gli occhi ad un campo di ricerca sempre più vasto. Ogni rivelazione, in
Massoneria é anche Ri-velata, cioè velata di nuovo. Ogni scoperta di nuove
verità abbassa anche un velo su altre verità; il ché determina uno stimolo a
protrarsi verso successive ricerche.»
L’ideale che spingeva gli uomini del XIII secolo a costruire le Cattedrali,
era la speranza di un futuro positivo e migliore. Nella Cattedrale
s’identificava tutta la loro energia, la loro creatività, le loro paure, le
loro speranze, le loro aspirazioni. Vi mettevano tutto ciò che di buono,
elevato, nobile avevano nella loro anima. Vi rappresentavano una meta altissima,
infinitamente superiore alla vita che conducevano, l’ideale e l’impegno per
una vita migliore. Quasi a ricordare ad ogni uomo, che entra nel cuore della
Cattedrale, ciò che può diventare, nonostante la sua complessità, i suoi
tormenti, i suoi dubbi, la sua fede, le sue aspirazioni, in definitiva la sua
diversità. L’Arte Reale é una strada che tracciamo davanti a noi, una strada
di perfezione, un insegnamento ed un monito. La grandiosità e la bellezza delle
Cattedrali medioevali testimoniano una forza, una energia smisurata, un
potenziale di crescita immenso e senza limiti. A distanza di secoli la
Cattedrale, forse non a tutti, ma sicuramente ad alcuni, parla ancora, ispira la
vita, comunica una energia che arricchisce i sentimenti e le intenzioni. Ciò
che i suoi costruttori hanno voluto tramandare. Per comunicare usa il linguaggio
dei simboli arcani e si sottrae ad ogni possibile codificazione oggettivante dei
suoi assunti e propositi. Come é stato detto, il simbolo non descrive ma crea,
non delimita, bensì espande. È come una entità viva, dotata di propria natura
ed espressione. Questa sua proprietà, di catalizzatore induttivo, produce
all’interno dell’individualità che
lo Con-Prende, un’infinita possibilità interpretativa. La Cattedrale é
dunque il prodotto di una azione collettiva corale. I Maestri firmano sulla
pietra o vengono nominati sulle iscrizioni, ma quando ciò avviene é sempre in
forma discreta, tanto che difficilmente resta visibile ad occhi inesperti.
Il Maestro e le pietre levigate
Così come per edificare le imprese più importanti di ogni uomo, per
edificare una grande Cattedrale Gotica è necessario formare un progetto
complessivo, elaborato da un valido architetto, considerato Maestro nelle sue
arti, il quale è in grado di capire e comprendere, e quindi gestire, le
conoscenze speciali di tutti coloro che cooperano nella realizzazione della
Grande Opera. Per l’edificazione della Cattedrale è necessario disporre dei
materiali di costruzione, di pietre ben levigate, che consentono la
realizzazione di archi ed incastri, quali perfette spinte e controspinte, sulle
quali e grazie alle quali, l’intero edificio si regge.
Ogni singola pietra, all’interno di questo grande progetto architettonico,
svolge una funzione insostituibile, sia per la statica che per l’estetica
dell’edificio. Ma le singole pietre non sono tutte uguali. Anzi, si
distinguono per la propria diversità, adatta al ruolo che devono svolgere per
l’intera costruzione. Pertanto questa diversità non divide, ma è
l’elemento determinante per la bellezza della Cattedrale. Tanto più la pietra
svolge questa funzione, attraverso l’espressione della sua originalità e
quindi
diversità, tanto più è utile ed indispensabile per l’intera opera. La
Cattedrale non può, dunque, esistere senza le pietre che la compongono. Si dice
che basterebbe togliere una sola delle pietre che compongono la Cattedrale per
assistere alla sua totale demolizione. La Cattedrale è un corpo vivente di «pietre
che parlano». I maestri apprendevano l’arte dell’armonia: «L’Armonia è
l’unificazione dei diversi, è la messa in concordanza del discordante.»
Attraverso l’iniziazione accedevano ad uno stato interiore necessario a
comprendere questi valori armonici, che permetteva di manifestare nella pietra
il loro percorso spirituale, tramite simboli che velavano, ma non nascondevano,
la via da seguire. Ma il costruttore deve comportarsi da uomo che vive sulla
Terra. Lasciar da parte le matematiche, gioco celeste, e diventare grafico
piuttosto che calcolatore. Disegnare i piani di costruzione, tracciare gli
alzati, disegnare i tetti, suddividere la geometria in curve e rette,
perpendicolari ed oblique. Insegnare ai tagliatori di pietra ed ai carpentieri
la geometria operativa e, in una parola, l’Arte del tratto, perseguendo la
Tradizione.
Secondo la Tradizione, la «Conoscenza» si ottiene mediante due sistemi:
- La conoscenza delle forze che reggono l’universo, così come le leggi
fisiche e chimiche che ne derivano. Tale è il sistema essoterico.
- La conoscenza delle forze interiori che animano l’uomo, il loro
funzionamento e le leggi di corrispondenza: l’Azione-Reazione che determina
ogni funzione dinamica. Tale è il sistema esoterico.
A questo si aggiungono le leggi applicate ad entrambi i sistemi: cioè
l’apprendimento del Ternario che forma l’Uni-tà. Secondo Pitagora: «L’evoluzione
materiale e l’evoluzione spirituale sono due movimenti inversi ma paralleli
che concordano su tutta la scala dell’Essere.»
Le tre pietre
Nell’antichità la scuola iniziatica era il Tempio. L’arte sacra dunque
è legata alla costruzione del Tempio. Questo è un elemento costante nella
Tradizione: dai Celti, nei famosi allineamenti dei 2500 menhir riuniti in vari
ettari; Carnac e Karnak in Egitto sono legati da una Tradizione solare, «pagana»
iniziatica. Legami che riguardano la costruzione monumentale e consacrati al
Sole ed alla Pietra. Questa «religione » (nel senso di rilegare) si è
perpetuata sino al medioevo con i Compagni Costruttori, i Templari, improntati
ad una tradizione primitiva che si è degradata lentamente, non tanto nel
cristianesimo puro, ma in quanto in quello che questo è diventato. Questa
espressione dell’Arte Sacra si prolungherà, dai Celti ed Egizi, con i Monaci
Neri (Benedettini) prima, vedi l’Abbazia di Cluny, e poi con i Circestensi a
cui sono legati i Templari, per arrivare ai Franchi Massoni operativi e alla
Massoneria moderna, la quale possiede (almeno simbolicamente) il linguaggio
dell’Arte Sacra, che si percepisce a tre livelli: primo grado - il visibile o
pietra grezza; secondo grado - l’invisibile o pietra cubica; terzo grado -
l’armonizzazione delle forme tenendo conto dei due gradi precedenti, cosa che
permette una comprensione superiore - pietra filosofale.
Una leggenda, tra i Costruttori di Cattedrali, narrava: «Un giorno, un
anziano signore andato a visitare un cantiere dove si stava costruendo una
Cattedrale, vide tre operai che stavano tagliando le pietre e pose loro questa
domanda: a cosa state lavorando ? Il primo rispose: a guadagnarmi la vita. Il
secondo: a tagliare la pietra. Il terzo: a costruire una Cattedrale. L’uomo si
rese conto che: il primo lavorava per la sopravvivenza. Il secondo era un buon
tecnico. Il terzo era senza dubbio un Maestro, perché pur lavorando alla
singola pietra, aveva già la visione di tutta la Cattedrale che s’innalzava
verso il cielo. Egli ben comprendeva come il suo semplice lavoro fosse
finalizzato a realizzare un tutto armonico pregno di significato simbolico.»
Le pietre parlano alla psiche
Si dice che i costruttori di Cattedrali erano convinti che tali elementi
costruttivi avessero lo scopo di interagire sull’uomo, attraverso quel
fenomeno che oggi chiamiamo inconscio collettivo. Lo slancio delle navate verso
l’alto e l’armonia dell’intera costruzione dovrebbero penetrare nella
psiche dell’uomo che entra nel Tempio, ricurvo ed affranto per il peso delle
sofferenze della vita, per proiettarlo in uno stato di quiete tale che favorisca
la meditazione, attraverso la lettura dei simboli contenuti. Credo, ed é mia
personale opinione che quando una società rinuncia all’arte ed alla bellezza
dell’armonia in ogni sua manifestazione, perseguendo solo il guadagno
economico, per adagiarsi sulle sue esigenze del presente, vuol dire che non solo
ha perso la sua ricchezza interiore, la sua anima, il suo futuro, ma
principalmente la capacità di convivere bene coi i propri simili. Il concetto
di tolleranza è frutto dell’interazione iniziatica dei concetti di libertà e
fratellanza. È un concetto di forza, che risiede nella sua capacità di «togliere»
l’ostacolo e quindi il pregiudizio che non consente, a chi è diverso, di
esprimere la propria opinione, e di essere rispettato nella sua dignità, e di
mantenere la propria personale opinione, nel pieno rispetto della dignità
propria ed altrui. La tolleranza impedisce il giudizio ostativo, che non
consente di superare il sistema binario, bianco o nero, si o no. La tolleranza
porta al ternario dove fra bianco e nero non vi é soluzione di continuità, ma
una infinita gamma di colori grigi che consente la sintesi delle posizioni come
continuo sviluppo dinamico.
Riconoscere la pietra angolare
Una fra le molte leggende sorte intorno alla Cattedrale di Chartres, narra
che se venisse scoperta e rimossa la pietra che costituisce «la Chiave di tutte
le Chiavi», che determina l’equilibrio dell’intera Cattedrale,
s’innesterebbe un crollo a catena che porterebbe alla completa distruzione
della Cattedrale.
Si narra anche che durante la costruzione del Tempio di Salomone gli operai,
tagliatori di pietre, prima di passare a ritirare il salario giornaliero,
dovevano portare il proprio lavoro alla valutazione di due ispettori. Questi
misuravano con la squadra la perfetta cubicità delle pietre lavorate e,
controllata l’appartenenza alla corporazione dell’operaio, procedevano al
pagamento del salario, un denaro al giorno. Un giorno un giovane operaio trovò
nella cava una pietra, curiosamente tagliata ed osservando la sua forma e la sua
singolare bellezza, la sostituì al proprio lavoro. Al vaglio, il primo
ispettore, pur constatando che la stessa non presentava i requisiti per essere
accettata, in quanto non rispondeva al modello stabilito e per di più non
portava alcun sigillo regolare di tagliatore di pietre, prima di scartarla,
consultò gli altri ispettori, i quali, però, non ravvisando alcuna utilità
per la costruzione del Tempio, decisero di comune accordo di gettarla fra i
rifiuti, sottoponendo il presunto autore alla pena del taglio della mano e
dell’orecchio destro. Quando il Tempio fu sul punto di essere terminato si
avvisò Re Salomone che il lavoro era stato sospeso poiché mancava la pietra di
volta per chiudere la volta principale del Tempio. Allora Re Salomone ricordò
che questo lavoro era stato affidato al più grande Maestro architetto, morto
durante la costruzione del Tempio, e che lo stesso non poteva non aver eseguito
tale lavoro. Dietro suo ordine furono fatte delle ricerche; la pietra fu
ritrovata e fu messa al suo posto, per chiudere, appunto, la volta principale
del Tempio. La Pietra d’angolo o Chiave di Volta, scartata dai costruttori
architetti nella costruzione del Tempio di Salomone, proprio per la sua diversità,
diventa l’elemento di congiunzione di colonne portanti, la chiave di volta che
permette di ripartire il pesante carico di tutta la costruzione, senza la quale
l’intera costruzione non potrebbe esistere in tutta la sua imponente bellezza.
L’arco ogivale non subisce la massa, anzi alleggerisce il carico e consente di
raggiungere la spettacolare elevazione interna della Cattedrale. Quindi ha una
funzione equilibrante, sia quale ripartitore di carico, sia come elemento di
forza che non permette ad una maggiore massa di turbare l’equilibrio di tutta
la costruzione.
La Chiave di volta, simbolo della Tolleranza
Se compariamo simbolicamente la Cattedrale all’Umanità e la Pietra
d’angolo alla Tolleranza, tale elemento di congiunzione, così come nella
Cattedrale, sarà la Chiave di volta che determinerà l’equilibrio
dell’Umanità, svolgendo sia una funzione di congiunzione, fra elementi di
diversa massa, sia una funzione ostativa a quegli elementi, che per maggior
massa, potrebbero pregiudicare l’equilibrio dell’intera costruzione. Ecco
perché il concetto di Tolleranza è un concetto di forza, quindi è una virtù,
che contiene fermezza, fratellanza, uguaglianza e libertà.
In un rituale di un grado a me molto caro si esorta: «La vostra condotta,
nel Tempio e fuori, nella vostra nuova dignità, dovrà sempre poter superare
l’esame severo fatto per mezzo della squadra di un Fratello Ispettore del
Tempio, per non essere gettati via come una pietra incompleta e difettosa,
prodotto di un operaio negligente e poco scrupoloso, che è indegno di
continuare la costruzione del Tempio... Affidatevi sempre allo spirito come
consolazione in tutti i rovesci di fortuna, e, come incoraggiamento nella
speranza di nuove prospettive, tenete conto che la pietra che i costruttori
rifiutarono, possedeva le qualità che essi non riconobbero e che divenne la
pietra principale del Tempio.»
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