Molte, talvolta anche troppe radici ha il nostro albero,
filoni di scuole filosofiche, filoni di pensiero nelle varie fasce epocali,
oriente ed occidente, nord e sud, testimonianza di pietra, civiltà dell'inconoscibile
ovvero dell'impossibilità a decodificarne il messaggio salvo infinite ipotesi
interpretative origine di misteriosofie e di leggende.
Le 'demeures philosophales', le Cattedrali, templarismo e
alchimia, poemi epici e cavallereschi, la lettura della 'Commedia', e
l’immensa trattazione simbologica che ne è derivata sono alcune espressioni
del versante europeo a fronte di quello afro-asiatico (civiltà egizia, civiltà
persiana, zoroastrismo, pensiero indiano, pensiero cinese, ecc.).
Un intreccio di storia, di miti e di leggenda ma certamente
un unico filo conduttore fra Macrocosmo e Microcosmo, fra l'uomo e l'universo,
una planetaria ricerca delle cause, infiniti messaggi delle ipotesi e delle
interpretazioni, una testimonianza di un iter senza fine che continua incessante
nella ‘ricerca scientifica naturalistica ed umanistica'.
Incerte -quindi -le origini che hanno preceduto il XVIII
Secolo in cui la Massoneria si è data finalmente una Costituzione.
Il fascino della ricerca delle radici deriva dal mistero
causato dalla difficoltà di interpretare i più svariati messaggi, infatti, i
confini tra storia e leggenda sono a volte sfumati, a volte marcati nelle
testimonianze di popoli, culture, rappresentazioni simboliche nella letteratura,
nelle arti figurative nella musica e nell'architettura.
Sovente nei testi degli innumerevoli autori che hanno
trattato della Massoneria, la filosofia è stata confusa o con la storia o con
un’antropologia culturale.
La Massoneria del XVIII Secolo evidenzia due anime una
razionalistica ed un’antirazionalistica o romantica e certamente il Nostro
Rito si identifica nella seconda, anche se media antica storia e leggenda ricca
di significato iniziatico.
Infatti, si procede per gradi, per successive rivelazioni,
lungo un iter mitico-mistico costellato di perché e quindi stimolante di
riflessione e di ricerca e la rivelazione ultima è il raggiungimento della
coscienza dei valori di spazio e di tempo, di relativo ed assoluto, dell'uno e
del tutto, dei rapporti uomo-universo e forse, un’introspettiva che consente
una migliore, conoscenza del proprio ‘Io’ Processo – quindi - formativo
dell’individuo mediante un apprendImento-insegnamento pressoché continuo che
dovrebbe tradursi nel comportamento e nell’azione.
Questo processo provocato dal rito può realizzarsi più o
meno consciamente, può determinare più interpretazioni e contribuire
all’apprendimento di strutture rituali e di codici associativi e quindi alla
loro riproduzione e rinforzo. Ma può anche restare una semplice potenzialità
non espressa. Il grado di realizzazione varia secondo le circostanze, la
presenza o l'assenza di altri mezzi e condizioni per l'apprendimento e
l'oggettivazione delle strutture rituali.
Per questi motivi sarebbe errato identificare il rito con
un linguaggio propriamente detto, con un codice universale di ordine superiore',
se così fosse sarebbe noto a tutti.
Il rito invece favorisce la riflessione perché opera
destrutturando e continua ad essere efficace proprio in virtù del fatto che non
costituisce un codice apprendibile una volta per tutte: è quindi costantemente
stimolatore e apportatore.potenziale di un’informazione nuova, è uno
strumento per reinvestire di senso il mondo costituito e cristallizzato dell’'
esperienza -sociale.
Poiché stimola le tendenze proiettive, il rito tende a
mettere in evidenza sia ciò che è senza senso chiaro nell’esperienza
'esterna' (della società e della natura), sia ciò che è problematico
nell'esperienza ‘interna’ dei soggetti.
Nel rito non si verificano solo comportamenti secondo certe
regole, ma si producono e riproducono forme assai complesse di comunicazione,
complesse perché legate a segni, simboli, immagini cui viene attribuito un
significato o un insieme di significati.
Infatti, nel seguire una riunione rituale ci si accorge
sempre di qualche cosa di nuovo, è una riscoperta continua, ciò che non si è
compreso prima si comprende gradualmente e per questo motivo "il rito"
ha il pregio di non divenire una abitudine verbale e gestuale ma, pur
ripetendosi nelle forme e non variando nella sua costituzione ideale, determina
volontà di ricerca, di approfondimento, e libera l'immaginazione e l'
interpretazione simbolica arricchendola di significati in diretta proporzione
con il grado di sviluppo delle conoscenze e dell'informazione del singolo
individuo.
Dalla ricezione del messaggio si pone in essere un
meccanismo fantastico e perciò anche creativo, giacché non si tratta di
ricezione passiva ma di coinvolgimento anche emotivo e pertanto stimolato re di
risposta.
La ritualità del RSAA differisce dalla gran parte dei riti
per il suo caratteristico procedere per gradi e camere rituali ove il passaggio
tra un grado e il successivo è acquisizione di nuova conoscenza e di maggiore
spazio per la meditazione, la riflessione, lo studio e l' affinamento
intellettuale.
L' efficacia del rito sta -quindi -nel riproporre la
corrispondenza dei simboli con i loro significati evidenti e profondi e sta
nella capacità di recepimento del messaggio sul piano formativo e
comportamentale.
Il problema centrale concerne il posto dell'uomo
nell'universo, all'interno del problema essenziale possono distinguersi cinque
aspetti fra loro in stretto collegamento:
1) Rapporti fra l’uomo e la società della sua epoca.
2) Rapporti fra l'uomo e il passato (idea del ruolo della
Storia)
3) Rapporti fra l'antico e il moderno.
4) Rapporti fra l'uomo e la natura (il mondo può essere
conosciuto?)
5) Rapporti fra l'uomo ed il suo universo interiore (l'uomo
può arrivare a conoscersi?)
Nel XVIII Secolo, stazione di arrivo alle Costituzioni e di
partenza dalle Costituzioni, nella Massoneria convivevano razionalisti 'illuministi',
e mistici 'illuminati', talvolta fra loro tolleranti e talvolta intolleranti e
polemici, però in Loggia i razionalisti, i mistici, gli occultisti si
abbeveravano alle stesse fonti giacche i Rituali si riferiscono sia ai Maestri
di pietra, che a Pitagora (allievo degli Egizi e degli Ebrei di Babilonia), ai
Maghi di Caldea, alla scienza Kabbalistica, a Zoroastro ecc...
Per i razionalisti si tratta di metafora e di immagini per
indurre alla riflessione ed elevare lo spirito, per i mistici il simbolo 'rivela
e nasconde', e si tratta di decodificarlo, giacché esiste una conoscenza
perduta, una lingua originale alla quale occorre risalire per vivere
"l'illuminazione”. L' idea che il passato sia migliore del presente e che
il modo più intelligente di affrontare l'avvenire sia rivivere il passato del
passato evidenzia il punto di vista dei 'mistici', il mondo migliore pre-esiste
all'uomo.
Per i "razionalisti" l'uomo progredisce
aumentando le sue conoscenze atte a costruire un mondo migliore.
Il mondo migliore nel futuro (da creare), il mondo migliore
nel passato (da ritrovare), scienze naturali e scienze occulte.
Ma per "razionalisti" e "mistici" vi
sono comunque riferimenti comuni: Libertà, Tolleranza, Fratellanza,
Trascendenza, Segreto lniziatico. "Tessere" del nostro messaggio.
Questo messaggio che cosa rappresenta?
Sembra che possa riassumere in qualche linea carattere
universalista della civiltà-nazione, rispetto della dignità umana per il
riconoscimento della libertà di coscienza in ogni uomo, apprendimento
necessario e progressivo delle condizioni del proprio livello di istruzione,
della conoscenza del mondo e l'amore come segno di vittoria sulla fine delle
lotte umane.
Nulla, in definitiva, che non tenga conto delle conquiste
della scienza e delle esigenze dell' ordine sociale.
Resta però da comprendere quale risposta la nostra
istituzione possa dare alle esigenze della società futura.
Vi è coscienza di appartenere ad un’impostazione
puramente speculativa, ma si ha anche coscienza delle esigenze della società
moderna che si caratterizza da una parte per la sua vocazione universalistica e
dall’altra per nazionalismi inquieti talvolta razziali e religiosi.
Universalismo di fatto: le comunicazioni e gli scambi
economici e scientifici si estendono - sempre più intensamente - sul pianeta e
gli eventi che segnano la vita dei popoli sono ormai di portata universale.
La deportazione o l'esportazione di popolazioni (a causa di
guerre, di rivoluzioni e di modifica delle strutture economiche) ha prodotto la
perdita di identità con le conseguenze, per necessità di comunicare con il
nuovo ambiente culturale, di un adattamento alla diversità basata sulla
differenza.
Infatti si va verso un sincretismo di superficie ed una
profonda ignoranza delle realtà particolari.
A livello di politica rappresentativa internazionale i
problemi possono apparire più facili perché si innestano in un particolare
meccanismo lontano dalle caratteristiche legate alle identità individuali e
collettive (perché si tralasciano alcuni aspetti delle tradizioni e della
cultura e gli aspetti ancor più legati alla singola personalità umana ed alla
creatività individuale ove le sensibilità e le ispirazioni restano
impenetrabili), mentre a livello comune sono -invece -le questioni economiche
che causano i più gravi malintesi.
È evidente che vi è un’umanità cosciente di sé e
della sua identità sul piano planetario e che i mezzi di informazione
concorrono allo sviluppo di questa coscienza.
L' imitazione, l’aggressività, gli scambi economici
testimoniano che fra tutte le formazioni popolari e tutti i sistemi
amministrativi della Terra, si manifesta, comunque, un sentimento di
partecipazione: quello di appartenere ad una comunità umana.
In parallelo a questo universalismo si evidenza una specie
di ritorno in sé, una volontà di ricerca dell' identità che si appalesa sia
sul piano dello Stato e della mistica nazionale che su quello della religione,
della razza e della ragione.
Insegnamenti filosofici, religiosi, scientifici sono messi
in dubbio e nell'insieme la comunicazione fra le culture non si realizza tramite
le istituzioni così come non si stabilisce fra gli individui.
Ciascuno rimane chiuso nelle sue concezioni, respinge ogni
interferenza esterna e difende il suo 'sistema', secondo la sua sensibilità,
specialmente se si sente vulnerabile e minacciato.
L' alba del terzo millennio pone l’uomo innanzi a se
stesso come non mai, infatti, vi è una generale e per così dire planetaria
rimeditazione del suo ruolo nell’ambiente che lo circonda e in se stesso.
Il secondo millennio si conclude dopo un lungo periodo di
rivolgimenti che hanno determinato profonde ripercussioni sulla vita di ogni
singolo individuo come nella società in cui vive.
Ne sono derivate crisi a ripetizione che in epoca più
recente sono state tradotte e definite da un termine riassuntivo: 'Crisi
Esistenziale'.
Oggi è l'epoca delle "riletture" della storia
politica, della storia economica, della storia della filosofia, della storia del
pensiero, della storia dei linguaggi, della creatività, dell’immagine ecc.
La necessità della rilettura, della riconsiderazione,
della rimeditazione è dettata dall’ esigenza
“di fare il punto”, di ripartire per continuare, giacché questa è
l'esigenza stessa della vita dell' individuo, della società e di tutte le
espressioni biologiche evidentemente biofile.
Il momento appare confuso, le certezze e le speranze di
certezza di ieri sono il dubbio di oggi e paiono - sempre più - svanire domani.
Grandi fatti storici, sconvolgimenti ideologici, alternanza
di utopie, dogmatismi esasperati si sono succeduti con ritmi sempre più
frequenti e lo scenario planetario si è vieppiù trasformato nel palcoscenico
degli errori che con estrema lucidità Konrad Lorenz ha definito come gli otto
peccati capitali: sovrappopolazione, devastazione dello spazio vitale,
competizione fra gli uomini, estinguersi dei sentimenti, deterioramento del
patrimonio genetico, demolizione della tradizione, indottrinamento, armi
nucleari.
Oggi lo sviluppo tecnologico e i relativi cambiamenti
indotti hanno vanificato parte dell'immobilismo dogmatico (tradotto in
conservazione di errori economici, politici e sociali) evidenziando aspetti
positivi nella liberazione da alcune schiavitù della utopia, aspetti negativi
nell'affacciarsi di un "anarchismo" che può favorire altre
degenerazioni sociali ed individuali.
La tendenza alla omogeneizzazione planetaria induce
certamente a crisi di identità di nazioni e di popoli con la conseguenza di
un’esasperazione reattiva delle caratteristiche delle tradizioni culturali e
delle società così come dei singoli individui.
Il peso della storia del sé, il peso della storia del
contesto a fronte della progressiva denaturazione del ’mondo' , in cui ci si
sviluppa, si vive e si è in relazione, i continui mutamenti dell'ambiente, la
cui frequenza diviene sempre più motivo di disadattamento per i ritmi di vita
psichica e fisica degli individui, portano alle più clamorose contraddizioni da
cui derivano le sempre maggiori difficoltà a realizzare uno sviluppo razionale
della società.
Le considerazioni sin qui fatte dimostrano quanto sia
difficile dare una risposta Nostra alle esigenze di una società afflitta da
immani problemi che, evidentemente, hanno soluzioni estremamente complesse ed
articolate per cui compito preminente è la comprensione della ‘ragione degli
altri', che dobbiamo perseguire con attenzione e tolleranza per agire di
conseguenza.
La conoscenza di noi stessi e del nostro prossimo è il
contributo alla relazione sociale cui si ispira il nostro codice di
comportamento.
D'altra parte dobbiamo considerare che il massone vive
nella società ed ha il diritto-dovere di operare secondo i principi massonici
indipendentemente dalla sua formazione, dal suo orientamento politico, dalla sua
ideologia e dalla sua fede religiosa.
Il principio di tolleranza consiste anche in questo:
associare uomini con la loro identità nel pieno rispetto della loro personalità
ed ideologia.
D'altronde una interpretazione della conoscenza si traduce
in ideologia e quindi è di per sé totalizzante così come una concezione
fideistica, perciò non si può parlare di una filosofia massonica unica ed
unificante.
Uno dei nostri compiti è offrire delle spiegazioni e delle
possibilità quali mezzi di autoriflessione facendo appello alla libera
spiritualità ed attività della vita con l'indicare punti di orientamento nella
considerazione che l'uomo, in quanto esiste, è necessariamente sempre un
frammento particolare finito, consapevole di un universale e di una totalità.
Le nostre Costituzioni non portano in sé codici
filosofico-politici ma comportamentali, se pure, ispirati ad alcuni principi
universalistici al di sopra di caratterizzazioni particolari e quindi non
interferenti con la formazione dell'individuo.
Le norme di comportamento di rilevante significato, avendo
per obiettivo un modello di 'uomo' sono ascrivibili ad una visione
antropologico-culturale.
La filosofia è nei filosofi e pensatori, massoni e non
massoni, quale si può trovare nei testi originali che la curiosità animatrice
dello spirito di ricerca ci induce a consultare.
Nostra risorsa è di avere sì una 'Storia' e 'Costituzioni',
da oltre 250 anni, ma anche uno spazio culturale universalistico che va dalle
scienze astrofisiche, alle scienze naturali e biologiche, alle scienze umane e
quindi è ispirazione e stimolo alla creatività nel massimo grado di libertà.
All' interno quindi di precise forme rituali e
comportamentali si ha il massimo ampliamento "speculativo". Ne
consegue che non può esistere una filosofia sovrapponibile alle altre così
come non vi può essere una concezione politica sovrapponibile a concezioni
differenti e questo conferma che ciò che consente l’associazionismo nella
nostra istituzione è rappresentato da:
1) un linguaggio comune (la cui sintesi espressiva è
rappresentata dai simboli;
2) il segreto iniziatico;
3) norme dI comportamento;
4) volontà e spirito di ricerca.
Alla conclusione di queste note ritengo che la sintesi del
nostro pensiero (nel lungo peregrinare intorno all'uomo e nella visione e
rappresentazione del mondo) sia espressa nelle parole che il Politecnico di
Zurigo ha dedicato a C.G.Jung (grande pensatore, filosofo e psicanalista,
studioso, anche, dei molti simboli da noi usati e del nostro linguaggio
simbolico) nel conferirgli la Laurea ad honorem in scienze:
“Allo scopritore della totalità e polarità della psiche
umana e della sua tendenza all'unità; al diagnosta dei fenomeni di crisi
dell'uomo nell'epoca della scienza e della tecnica; all'interprete del
simbolismo originario e del processo di individuazione dell'umanità".
“Se vuoi avanzare nell'infinito percorri il finito in
tutti i suoi lati.” Kant
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