Idealità della Libera Muratoria ed idealità dell’Umanità in Lessing
Con il terzo dialogo Lessing prosegue
il tema del rapporto tra Stato e Libera Muratoria già affrontato nel secondo,
ma in forma diversa. Se nel secondo dialogo aveva esposto la sua concezione
socio-politica sullo Stato, sulle sue Costituzioni e sulla funzione
storico-ideale della Libera Muratoria, in questo dialogo si approfondisce il
tema dei rapporti tra idealità della Libera Muratoria ed idealità dell'Umanità[i].
La teoria di Lessing, se tale può
essere chiamata, trattandosi di brevi riflessioni sparse nei dialoghi, non può
essere definita una teoria massonica dello Stato, ciò nonostante tali
riflessioni posseggono una propria coerenza interna che fa ravvisare la volontà
dell’autore di imbastire un discorso più generale[ii].
Il discorso di Lessing si muove su concetti rarefatti, evitando qualunque
riferimento a situazioni contingenti e determinate.
Lessing inizia il dialogo con una
domanda di Ernst, il profano, apparentemente semplice ma in realtà provocatoria:
i Liberi Muratori sono volontariamente votati a lavorare per il bene dello
Stato?[iii].
Falk, attore principale del dialogo,
risponde precisando che il Libero Muratore opera per il bene dell’Umanità e
non per quello di un singolo Stato o società. Risulta ovvio che operando in
siffatto modo il bene ricadrà anche sullo Stato o società in cui vive, ma
questo è un risultato inevitabile e non uno scopo perseguito, distinguendo così
l’effetto dalla causa. Da ciò, per Lessing, ne consegue che lo studio dei
mali che affliggono l’umanità deve prescindere dai mali contingenti di una
singola Costituzione o Stato, altrimenti si tratterebbe di azione politica o
religiosa e lo scopo della Libera Muratoria non è quello dell’analisi o
denuncia né della lotta ai mali di un singolo Stato.
Lessing precisa in modo
inequivocabile che il miglioramento dello Stato è il compito civile del
cittadino, ma non del Libero Muratore come tale. In questa affermazione Lessing
critica implicitamente tutta quella massoneria che voleva interferire con una
propria azione di pressione sulle vicende politiche e civili degli stati. Questa
implicita critica potrebbe apparire però un obiettivo di basso livello e
Lessing lo supera muovendosi al limite dell’astrazione. Infatti egli si pone
l’obiettivo molto più elevato dell’universalità dell’ideale massonico.
Lessing pone la Libera Muratoria
fuori dalla contingenza socio-politica e al riparo dalle accuse di complottare
contro il potere statuale, asserendo che ben altro è il compito della Libera
Muratoria, esso è quello di creare al suo interno le condizioni atte a favorire
il perfezionamento dello spirito; per questo essa deve essere ideale nelle sue
forme e principi, ricercando in essi il senso dell’universalità.
Vedremo come idealità massonica ed
idealità umana vadano a combinarsi. Ma andiamo per ordine seguendo lo
svolgimento del dialogo.
Per Lessing l’ideale massonico non
è un qualcosa di vacuamente astratto, invece esso si caratterizza per la
propria operatività. La Libera Muratoria deve agire in modo del tutto speciale,
la sua Azione è da intendersi come Azione esemplare, quindi non tesa al
cambiamento delle cose, che sarà la conseguenza e non la ragione dell’Azione.
Più esattamente, l’Azione liberomuratoria deve tendere al cambiamento dello
spirito.
Leggendo superficialmente i dialoghi
di Lessing si potrebbe avere l’impressione di un autore votato ad una astratta
idealità, sconfinante con l’utopia. Al contrario Lessing, dopo le sue poco
edificanti esperienze di vita di loggia, ha un preciso senso realistico della
Libera Muratoria, senza però perdere la carica ideale che perseguiterà per
tutta la sua vita.
Il nostro autore distingue con
semplicità ed efficacia tra coloro che sono massoni e coloro che si dicono
massoni. La differenza è quella tra sostanza e forma. L’evidenza è data da
chi considera i rituali e le Regole nel loro aspetto formale e chi vede le forme
esteriori come tali e si concentra sulla sostanza.
Qui ritorna un tema già trattato da
Lessing, quello del significato dei rituali. Lessing, come già rilevato altrove[iv],
frequentò per poco tempo le logge tedesche[v].
Ciò nonostante il suo amore per la Libera Muratoria lo fece rimanere
appassionato aderente alla stessa. La mancata vita di loggia portò Lessing a
sottovalutare il valore esoterico ed ideale dei rituali. Il suo critico
disinteresse per il ritualismo massonico si fondava tuttavia su una corretta
visione degli stessi rituali; egli li considerava aspetti storici, in mutamento
e legati alle diverse nazioni in cui venivano praticati; conseguentemente, essi
rappresenterebbero un aspetto formale e non sostanziale della Libera Muratoria[vi].
Lessing vede nei due tipi di Liberi
Muratori qualcosa di più nascosto, oltre alla distinzione tra forma e sostanza.
Questo qualcosa di occulto è la visione “profetica” del vero Libero
Muratore. Il Libero Muratore di “forma” ha una visione contingente della
realtà massonica, mentre l’altro, quello di “sostanza”, ha una visione di
grande respiro, astorica, fuori dal tempo. A prima vista sembra che ci sia una
linea di progressione che parrebbe unire i due Liberi Muratori come espressioni
polari nella stessa dimensione del perfezionamento. Ma non è così. Per Lessing
è sbagliato sia concepire la Libera Muratoria come “forma”, con i suoi
simbolismi e rituali, sia pensare che gli ideali massonici siano lo scopo stesso
della Libera Muratoria. Applicare tali ideali all’interno della Libera
Muratoria, senza curarsi del loro carattere universale, è sbagliato perché
farebbe della stessa un qualcosa di totalmente estraneo al resto della società,
dell’umanità non massonica.
Quelli che sembrano essere gli scopi
caratteristici della Libera Muratoria in realtà sono gli scopi dell’umanità,
quindi universali; chi non è massone ma è così sensibile da riconoscere la
validità universale di certi ideali e li vede applicati nella Libera Muratoria,
vede in questa la capacità potenziale di realizzarli concretamente, mentre
senza di essa arriverebbe a considerarli un’idealità pura ed utopistica.
Ciò in termini teorici, ma la
polemica di Lessing si fa più precisa. Il Libero Muratore “formale” è
presente nella Libera Muratoria, nelle logge, e questo dimostra che anche essa
è perfettibile, che non ha ancora raggiunto la capacità di essere un ideale di
riferimento a tutta l’umanità e che l’Azione liberomuratoria non è sempre
esemplare. Il pessimismo di Lessing nei confronti dell’uomo, perché incapace
di eliminare i mali della società, si muta in realismo nei confronti della
Libera Muratoria e Lessing non nasconde questa imperfezione della Libera
Muratoria.
D’altra parte, il Libero Muratore
che scopre gradualmente i principi ideali della Libera Muratoria, sta scoprendo
i principi universali che idealmente guidano l’umanità. Per questo Lessing
parla di profani che operano e pensano come Liberi Muratori, senza essere stati
iniziati. In questi concetti lessinghiani sembra profilarsi l’idea
dell’esistenza o meno di una weltanshaung massonica, nel senso di una visione
ideale di perfezionamento dell’umanità e del mondo.
Analizzando meglio il dialogo veniamo
a comprendere che l’idealità massonica non si concretizza in una weltanshaung
massonica, anzi l’Autore sembra negarla, asserendo che essa coincide con
l’ideale weltanshaung dell’umanità, nella quale la Libera Muratoria
riconosce gli stessi valori e principi universali. Dunque tale weltanshaung
non può essere massonicamente caratterizzata e l’unica cosa che accomuna
idealità umana ed idealità massonica è il suo carattere di universalità. Se
qualche massone pretendesse di asserire una weltanshaung massonica, che si
distinguesse dall’ideale weltanshaung dell’umanità, quella non potrebbe che
far parte di quella forma esteriore che contraddistingue la Libera Muratoria
appunto di forma da quella di sostanza.
La weltanshaung umana si fonda su
principi e valori che sono stati fatti propri dalla Libera Muratoria, quindi in
sé la Libera Muratoria non inventa nulla e per questo motivo essa è nella
società e non fuori da essa, è nello Stato e non contro lo Stato. La modifica
delle Costituzioni e degli Stati, poiché passa necessariamente attraverso
valori e principi che sono particolari e non universali, non è compito della
Libera Muratoria ma dei cittadini. Il compito della Libera Muratoria è altro,
è quello di essere rappresentazione esemplare degli ideali universali. La
logica del non proselitismo nasce dal principio del rispetto di tutte le idee
politiche, religiose ed umane e dalla ferma volontà di non coartare né il
Libero Muratore né chi non lo è.. L’attrazione alla Libera Muratoria deve
passare attraverso l’Azione esemplare della stessa.
Torniamo però all’inizio del
dialogo, che è il nucleo delle tesi lessinghiane.
Abbiamo sentito che la domanda
iniziale è se i Liberi Muratori sono dei volontari votati a lavorare per il
bene dello Stato. Lessing nega ciò, come si è prima visto. I mali di cui si
occupa il Libero Muratore sono altri, sono quelli dell’intera umanità.
Inoltre Lessing avverte che il Libero Muratore non si illude di poter estirpare
i mali della società. Addirittura Lessing nega persino la possibilità di fare
azione di denuncia presso quelli che ancora non hanno avvertito la presenza di
questi mali. L’Azione muratoria è più discreta, è quella di stimolare la
sensibilità verso i mali della società. Infatti, il Libero Muratore
rappresenta con la sua vita, l’ideale dell’umanità, è così che è
esemplare.
Questa esemplarità si manifesta
nella prassi liberomuratoria, ad esempio, nel fatto che nelle logge sono
presenti persone di tutti i ceti sociali e questo educa al senso
dell’uguaglianza tra gli uomini. Mentre, l’inserimento di logiche
gerarchiche nella Libera Muratoria, come i Templari, comporta una suddivisione
che rispecchia quella della società.
L’opera massonica è così prudente
che non si possono vedere i risultati nell’immediato, ma solo nel lontano
futuro. Purtroppo anche tra i Liberi Muratori c’è una confusione che porta a
coinvolgersi contro i mali arrecati dallo Stato, operando contro lo Stato. Per
Lessing, fedele ai Ladmarks, questo è non dovuto ed è fuori dai principi della
Libera Muratoria[vii].
Egli, pur nel suo pessimismo verso la
generalità degli uomini ammette che si possa essere virtuosi come i Liberi
Muratori anche non essendo iniziati. Per Lessing esiste il presupposto che
entrare in Libera Muratoria implichi già il possesso più o meno consapevole
degli ideali della Libera Muratoria stessa.
Quando Lessing afferma che i Liberi
Muratori lottano anche contro certi mali nascosti e non immediatamente evidenti
e contro mali incontestabili ma incomprensibili ai più, pone un senso di
mistero nella Libera Muratoria. A che cosa si riferisce? Lessing fa sì che
Falk, il massone, non risponda chiaramente a Ernst, il profano. È
l’esperienza massonica che dà ad ognuno la giusta risposta a quella domanda.
La successiva domanda è sulla reale
intenzione dei Liberi Muratori di voler agire contro i mali della società, più
precisamente su come essi tra loro riescano a superare le difficoltà concrete
tra gli stati, senza creare problemi agli stati stessi. La risposta risiede
nella legge più importante della Libera Muratoria: il fatto che essa accetta in
sé ogni uomo a prescindere dalla sua religione, patria e posizione sociale. La
risposta sembra semplicistica se non banale. Bisogna però pensare ai tempi di
Lessing, allora ci furono organizzazioni massoniche tedesche che in quegli anni
espulsero i membri di religione ebraica e accettarono solo i cristiani. Ciò creò
un forte dibattito nell’ambiente massonico tedesco e la Gran Loggia di Lessing
rifiutò di perseguire questa assurda ed irregolare disposizione. Non solo, in
certe logge i costi di iniziazione e partecipazione erano proibitivi per le
persone meno agiate e questa era un’altra forma di discriminazione volta a
creare organizzazioni di persone eminenti escludendo quelle di condizioni
sociali più modeste. Su queste ed altre forme di discriminazione Lessing è
molto severo, al punto di porre l’uguaglianza come cardine prioritario della
Libera Muratoria.
Concludendo, è utile riportare il
pensiero di un importante commentatore di Lessing, Findel. Questo osserva che
secondo Lessing lo scopo della Libera Muratoria non è quello di creare
un’associazione senza differenze tra gli uomini, perché queste sono
ineliminabili, ma tenere ben presente la coscienza e lo scopo della Libera
Muratoria. L’uguaglianza non è un fine a se stesso, essa è tesa a perseguire
uno scopo molto più elevato, quello dell’umanità compiuta, dello Stato e
società ideali ottenendo la felicità di tutti senza discapito per nessuno.
[i]
È necessario contestualizzare storicamente il concetto di idealità
dell’umanità così come usato da Lessing. Alla luce delle odierne
concezioni è difficile parlare di idealità umana prescindendo dai contesti
culturali e se vogliamo essere puntuali la stessa idealità massonica può
venir intesa in modo diverso a secondo del contesto culturale della Libera
Muratoria presente nei diversi paesi e culture. Lessing era fortemente
influenzato dal pensiero illuministico anche se in modo solo teorico;
all’epoca la connotazione di etnocentrismo era fortemente ed
inconsapevolmente presente nel pensiero teorico e pratico degli europei, era
l’epoca della grandi conquiste coloniali e del convincimento della
superiorità della cultura europea su tutte le altre.
[ii] Esse riflettono altre più
complesse teorie dello Stato che venivano elaborate nel suo tempo e fortemente
connotate da un senso critico-utopistico.
[iii] Lessing spesso usa la
parola Stato sia nei confronti delle istituzioni politiche sia intendendo la
società civile, in altri casi anche nel senso di nazione. Ciò darebbe
l’idea di una certa ingenuità in merito a un discorso scientifico-politico
in senso stretto. C’è da chiedersi se non sia una voluta confusione per
distrarre l’azione censoria, infatti quelli erano tempi in cui queste
“ambiguità” terminologiche erano usuali. La stessa ambiguità sussiste
nella parola Costituzione, talora intesa in senso stretto del termine e altre
volte nel senso del complesso di leggi di uno Stato.
[iv] Vedasi i miei commenti al
primo e al secondo dialogo.
[v] Lessing scoprì dopo la sua
iniziazione che la cerimonia era del tutto irregolare, per l’assenza di
alcuni Ufficiali di Loggia senza i quali non si sarebbe dovuto aprire la
loggia ed avviare i lavori, e per la sua severa critica di certi comportamenti
di membri di loggia che ne facevano un facile strumento d’affari e di
personale arricchimento.
[vi]
Davanti a questo severo e in una certa misura superficiale giudizio, dobbiamo
tener presente che nella metà del XVIII secolo in Germania la massoneria
operava seguendo diversi rituali, da quello di stretta osservanza inglese, a
quello di derivazione francese fino a rituali creati nella stessa Germania e a
quelli di organizzazioni paramassoniche come i templari ed altri. Dunque
Lessing davanti a questo turbinio di rituali non può che intenderli come
epifenomenici rispetto allo scopo dell’esistenza della Libera Muratoria
stessa, scopo che Lessing vede in termini di forte idealità.
[vii] Non si deve credere che
Lessing faccia parlare i suoi attori del dialogo in questo modo perché
timoroso della censura. Infatti, c’è una coerenza logica ed ideale che
tiene unito tutto il suo discorso, cosa che non potrebbe accadere cedendo ai
timori di sanzioni politiche e civili.
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