Essenza e forma nella Libera Muratoria
Lessing inizia il suo dialogo
ponendoci subito davanti a quello che lui considera uno dei più importanti
misteri muratori, se non il più importante: l’essere un Libero Muratore. Come
vedremo per l’Autore l’essere Liberi Muratori fa parte dei misteri muratori
nel senso che è qualcosa che risiede in modo così profondo nello spirito del
Libero Muratore da essere persino difficile da comprendere allo stesso.
Lessing non pone la questione della
segretezza, che già ai suoi tempi aveva un valore più simbolico che reale, ma
quello della profondità della risposta ad una domanda apparentemente innocente.
Ernst, chiedendo a Falk se è massone, non gli sta chiedendo semplicemente se è
membro della Massoneria, ma “in quale senso” è massone.
La risposta di Falk pone subito in
chiaro che la Massoneria si manifesta in due realtà: una formale ed una
sostanziale[i].
Alla prima appartengono le “forme” esteriori come le logge e la loro
organizzazione interna, i rituali ed i gradi; mentre alla seconda appartiene
l’”essenza” della Massoneria, intesa nella sua idealità originaria, nelle
sue intime ragioni d’essere, nei suoi scopi.
Nel prosieguo del dialogo Lessing
specificherà la differenza tra Liberi Muratori che sono tali per dichiarazione
propria, quindi per “forma”, e quelli che lo sono per essenza ideale, quindi
per “sostanza”. In tutto il dialogo si insisterà su questo punto,
sviluppando man mano la differenza sul piano della ritualità appresa e non
“conosciuta” e su quello dell’ “essere”, ovvero dell’idealità
coscientemente partecipata e assolta. Il nostro autore volge il suo pensiero ad
una Libera Muratoria intesa come significante della realtà; reale è
l’immagine di un mondo purificato dalle disuguaglianze sociali e malvagità
umane, mentre irreale è il mondo afflitto da questi mali.
In tal modo egli riconosce un senso
teleologico alla Muratoria. Lessing però non è un puro utopista, il suo senso
realistico è forte, gli fa riconoscere gli aspetti storicamente contingenti che
costituiscono la Massoneria d’apparato, che Lessing considera come forma storicizzata, dunque transeunte. C’è anche un senso
di pragmatismo valoriale interno al discorso di Lessing quando riconosce nella
Massoneria i valori e gli anti-valori che la guidano o ostacolano.
Tutto ciò si riassume nel
riconoscimento, da parte della Libera Muratoria, dell’essere dentro e fuori
della storia. Fuori in quanto capace di migliorare l’uomo ed il suo mondo,
perché finalizzata a questo miglioramento, ed anche possedente valori
universali ma, proprio perché storica, anche permeabile agli anti-valori che
inseriti in essa possono ostacolare il suo cammino. Lessing pone la Libera
Muratoria fuori dalla storia assumendola alla sua “essenza”, trascendente la
realtà storica contingente, infatti se così non fosse non potrebbe dare
significati altri da quelli che già la realtà possiede. La sua trascendenza
spinge la Libera Muratoria stessa a porsi scopi ultimi nei confronti della realtà
del mondo. La società umana in sé può possedere questi valori ultimi o
universali, ma non riesce da sola a realizzarli senza un ausilio esterno,
ausilio dato dalla Libera Muratoria intesa come astorica, quindi non relativa; i
suoi valori si pongono come trascendenti, nel senso di astorici, fuori dalle
contingenze.
Il Libero Muratore è dunque persona
che vive la storia con senso astorico. La sua qualifica di Libero Muratore non
è solo contingente, data dalla sua appartenenza ad una loggia, ma è
principalmente data dalla sua immedesimazione in questo vissuto trascendentale
ricevuto dalla Libera Muratoria stessa. Il senso di trascendenza è un percorso,
neppure una conquista. Lessing ci vuol dire che una loggia può essere piena di
iniziati ma vuota di Liberi Muratori.
Quando all'inizio Lessing fa dire a
Falk: io credo di essere Libero
Muratore[ii],
sta esponendo la sua concezione del mistero muratorio; questa è la
dichiarazione di chi mantiene il mistero del proprio percorso. Non posso dire
“lo sono” e non posso dire “non lo sono” perché sto facendo il percorso.
Un viandante che ancora non è arrivato alla fine del suo percorso non può dire
che è arrivato o che non lo è, perché non si è fermato. Inoltre, il mistero
consiste nel volersi tenere distante dalle domande che non hanno senso. Un
profano non può chiedere a uno se è Libero Muratore perché la risposta non
avrebbe senso per lui. Sarebbe come chiedere a uno spirito se è uno spirito; lo
spirito non può rispondere sulla sua essenza di spirito perché ciò non
sarebbe comprensibile a chi non è tale o perché potrebbe spaventare dando una
conoscenza inconoscibile. Falk rispondendo affermativamente o negativamente si
metterebbe in relazione dialettica con il mondo non iniziatico, suscitando vacua
curiosità o repulsione sociale, impedirebbe al interrogante di proseguire nella
sua strada di comprensione con serenità. La risposta da dare è riguardo a chi
pone la domanda, essa non può essere si o no, perché deve rispondere
all’intima motivazione che fa porre la domanda e la stessa risposta sarà
adeguata a quella motivazione. Per Lessing l’essere Libero Muratore non è una
diretta conseguenza dell’essere stato iniziato, o meglio, la sola iniziazione
non basta per fare di una persona un Libero Muratore.
L’iniziazione non dà di per sé la
conoscenza, non fa essere Liberi Muratori. Ci sono iniziati che non hanno
appreso o capito l’essenza della Libera Muratoria, mentre quelli che l’hanno
capito non possono esprimerlo. Il senso di trascendenza insito nell’essere
Liberi Muratori è comune a tutti i veri Liberi Muratori ma ognuno vive questa
trascendenza in modo personale, così privato da essere incomprensibile a chi
non vive quello specifico modo d’essere[iii].
Il senso della Libera Muratoria ha la
qualifica di universalità, quindi, sia per l’individuo sia per la società,
è un necessità a cui tutti possono arrivare. La questione si fonda sulla
volontà di perseguire il perfezionamento individuale e sociale e l’uno è
connesso all’altro. Questa volontà basilare risiede nell’animo dell’uomo
ed il percorso può essere sia individuale che collettivo[iv].
Lo scopo della Libera Muratoria è la
perfezione da perseguire con la volontà. Esistono persone che possiamo definire
Liberi Muratori senza che siano stati iniziati perché riconoscono, senza
saperlo, e perseguono come propri gli stessi valori e principi della Libera
Muratoria. Una persona che vuol diventare Libero Muratore sta cercando e vuole
trovare una via di perfezionamento e paradossalmente non sa che i valori e
principi massonici li scoprirà nel suo percorso liberomuratorio. Infatti,
possono esserci due vie alla perfezione: una è quella percorsa da chi non sa
nulla e va scoprendo il senso della Libera Muratoria durante il suo percorso e
si sforza di applicare alla sua vita i valori e principi che scopre nella Libera
Muratoria; un altro percorso è quello di chi crede di non sapere e man mano
riconosce che già possiede quei valori e principi che sta imparando. Un
percorso non è più valido dell’altro. Un Apprendista Accettato idealmente
compreso e fortemente impegnato raggiungerà risultati che saranno sempre ignoti
ad un Maestro Muratore che mira solo ad incarichi di loggia, con o senza
sapienza, con o senza impegno. Infatti, il percorso liberomuratorio si fonda su
valori universali, che non possono essere quelli della contingenza, del potere o
delle immagini del potere, genericamente quelli della relatività, per cui il
colore di un grembiule è simbolo di superiorità rispetto ad un altro colore di
grembiule[v].
Nelle logge possiamo trovare Liberi Muratori che sono apparentemente Apprendisti
Accettati ma che in sé sono Maestri Venerabili e ci sono Maestri Venerabili che
in sé sono a malapena Apprendisti Accettati. Questo vuol intendere Lessing
dicendo: “Purtroppo!”.
Bauer, uno dei commentatori di
Lessing osserva che lo stesso commette “un piccolo errore” perché la Libera
Muratoria non è sapere qualcosa o essere introdotti a qualcosa ma stare in una
Lega “nella quale si pensa, si conosce, si sente insieme qualcosa”. A
mio avviso, Lessing è su tutt’altro piano: egli afferma la necessità
sovrastorica della Libera Muratoria, nel senso che il perfezionamento
individuale e sociale passa necessariamente attraverso la Libera Muratoria,
intesa come via a ciò che esige l’individuo e la società. In altri termini,
è una via universale, ma proprio perché universale può essere percorsa sia
individualmente sia collettivamente. Non c’è in questo pensiero di Lessing
alcun riduttivismo della Libera Muratoria a strumento di conoscenza[vi],
al contrario è strumento universale per il perfezionamento; la conoscenza, il
sapere, lo stare insieme sono “effetti relativi”, l'universalità è
strettamente connessa al perfezionamento, l'uno non si spiega e non si realizza
senza l'altra.
Dunque, la Libera Muratoria non può
essere arbitraria, ovvero incidentale o superflua, qualcosa di cui si può fare
a meno, come tutto ciò che è prodotto storico e contingente. Il suo senso di
trascendenza la rende necessaria in termini metastorici, ovvero necessaria
all’interno di tutti quei percorsi umani e sociali che si sono svolti nella
storia e che tenderebbero al miglioramento delle condizioni dell’esistenza
dell’uomo. La Libera Muratoria si distingue perchè tesa al perfezionamento e
non al miglioramento. La necessità intrinseca dell’essere umano e della
società passa attraverso la Libera Muratoria e dunque non ricerca il
miglioramento che è cosa che cambia la realtà in meglio, ma ricerca il
perfezionamento che rende la realtà simile alla sua vera essenza, cioè altro
da sé come cosa storica, in una visione ideale ma non idealistica. Abbiamo qui
il passaggio dalla cosità alla realtà, dall'entità relativa all'entità
sostanziale. A ben guardare l’osservazione di Bauer è ancora più riduttiva
di quella che lui crede di scorgere in Lessing Infatti, Bauer misconosce la
valenza universale della Libera Muratoria, che è configurata dal fatto che
anche chi non è massone, ma è teso al perfezionamento, opera come se fosse
massone, mentre, sempre Bauer, riduce la Libera Muratoria a pensare, conoscere e
stare assieme, senza capire che questi sono effetti e non ragioni giustificative
dell’esistenza, vitalità e validità della Libera Muratoria.
Lessing vuol dimostrare
l’universalità e trascendenza della Libera Muratoria avvalorandone la sua
estraneità dalle contingenze umane, dalla storia occasionale della società. Se
è tale, universale ed astorica, non è né arbitraria né superflua.
Questa visione ideale di Lessing gli
fa concepire la Libera Muratoria come qualcosa che va oltre i rituali ed i
simbolismi. I rituali, dunque, sono solo le espressioni storiche della Libera
Muratoria, sono strumenti mutevoli e quindi epifenomenici[vii].
Rituali e cerimonie per Lessing sono aspetti formati che implicano un
approfondimento coscienziale che solo pochi attuano. Lessing, dunque, va oltre
gli aspetti convenzionali, siano anche ritualistici e cerimoniali; per lui la
Libera Muratoria è molto di più e oltre.
Lessing distingue la Libera Muratoria
tra ciò che è forma e ciò che è ideale, tutte e due presenti, ma non
necessariamente collegati, nel senso che l’una può fare a meno dell’altro.
In altri termini, ricordando quanto detto a proposito del Liberi Muratori che
sono iniziati senza essere Liberi Muratori veri perché della Libera Muratoria
non hanno appreso e capito il suo senso trascendente, la Libera Muratoria può
essere rituale senza trascendenza, e la trascendenza può fare a meno del
rituale, perché ciò che conta è l’idealità, l’essenza. Lessing qui
propone la sua visione deista alla Libera Muratoria; è il suo un deismo che
rigetta i dogmi e le chiese come strutture di potere e di indottrinamento[viii].
La visione lessinghiana della Libera
Muratoria è tra un idealismo che rasenta il misticismo, ponendosi fuori dagli
schemi ecclesiali, dell’ortodossia dell’ecclesia, la Massoneria d’apparato,
intesa come forma storica, arbitraria e superflua, e per altri versi in una
concezione ascetica dell’ “essere” massone, come percorso che rifiuta le
ambigue relatività dei rituali, dei simbolismi, dell’appartenenza ad una
loggia, dell’azione massonica sia interna alle logge sia esterna, come poi
vedremo.
Ne consegue la successiva
affermazione apparentemente paradossale nella sua perentorietà: “La
Massoneria è sempre esistita”. Lessing con questa frase non vuol fare
dell’ingenuo esoterismo come coloro che farebbero risalire l’origine della
Muratoria fino ad Adamo ed Eva. Al contrario, in modo sottilmente metaforico
vuol rappresentare la “necessità” storica della Libera Muratoria,
spingendosi a suggerire che tutto ciò che nella storia umana e sociale fu teso
al perfezionamento, è stato una rappresentazione ante litteram della Libera
Muratoria.
Ernst insiste nel voler capire che
casa sia questa Massoneria necessaria, indispensabile. Falk, a sua volta,
insiste nel dire che è un qualcosa di indicibile.
Segue un breve scambio di battute al
livello che oggi diremmo epistemologico, più precisamente sull’uso del
linguaggio nella metodologia. Che cosa rende questo scambio di battute non
superfluo? Lessing vuole far pervenire il lettore ad accedere al concetto di
indicibilità dei misteri massonici. Ciò che è indicibile, in senso massonico
non è assurdo, il mistero consiste nel fatto che i concetti massonici non
appartengono alla sfera del pensiero razionale e logico, ma alla sfera del
trascendente, che per sua definizione prescinde dalla sfera del razionale.
Dunque, non essendo dicibili all’interno del pensiero razionale, si può
accedere a loro solo con il cuore, con un pensiero trascendente. Credo che qui
come in altri punti cruciali dei Dialoghi consista la superiorità e attualità
del pensiero di Lessing.
Ernst chiede come si possa propagare
l’Ordine (la Massoneria) se il mistero rimane tale.
In poche, stringate e fondamentali
battute Lessing arriva a definire l’Azione liberomuratoria come azione
esemplare, che si esprime coi fatti e che attrae senza fare proselitismo, che
guida senza parole[ix].
Secondo Lessing il vero segreto della Libera Muratoria è tutto qui e non in
qualcosa che aspetta di essere svelato grado dopo grado, senza mai risolversi,
riferendosi alle massonerie dai molti gradi. Ciò che deve attrarre alla Libera
Muratoria è l’azione esemplare dei Liberi Muratori e non i presunti segreti
da conoscere.
Non sono d’accordo con
l’interpretazione di Merzdorf, un altro importante commentatore di Lessing,
che definisce l’azione citata da Lessing, come esoterica. Per Lessing, credo,
l’esoterismo è dato piuttosto da questo meccanismo di privatezza del senso di
trascendenza, dall’impossibilità di dire l’indicibile, che non è il
segreto massonico, che invece è costituito dall’azione massonica per un verso
e dai simboli e riti per un altro. L’esoterismo massonico vive
nell’intuizione del cuore di accedere al trascendente, fatto non trasmissibile
né a parole né con azioni, neppure da un Libero Muratore ad un altro Libero
Muratore. In queste affermazioni osserviamo che Lessing si ritrae da ogni
discorso di interpretazione esoterica dei rituali e delle cerimonie. Ben altra
cosa per lui è l’esoterismo.
I rituali, i simbolismi, i lavori di
loggia per lui sono forme che per poter essere interpretate, prima devono essere
vissute. È qui evidente il carattere didattico dei dialoghi lessinghiani su
certi aspetti della Libera Muratoria. Parlare di esoterismo o in termini
esoterici, se prima non si è interiorizzata l’idealità muratoria e non si è
sviluppato un comportamento esemplare, diventa un fare discorsi e canti insipidi,
sarebbe come un’espressione di intellettualismo fine a se stesso.
Ernst contesta a Falk, nelle
successive battute di dialogo, che i comportamenti corretti ed esemplari possano
distinguere un Libero Muratore da ogni buon cittadino qualunque. Ma Falk fa
notare che c’è un incentivo in più, per i Liberi Muratori, a comportarsi in
modo speciale. Ernst non cede facilmente, secondo lui ci deve essere un solo
speciale incentivo, più ce ne sono e più si rischia la rottura, citando un
meccanismo dalle molte pulegge.
Le sue domande si fanno incalzanti,
ma Falk rifiuta il discorso posto in questi termini, di un iperbolico incentivo,
ponendolo alla pari di altre forme esteriori di essere Liberi Muratori.
Il pensiero di Lessing si rivolge a
ciò che distingue un Libero Muratore da un ottimo cittadino. Lessing ci chiede
di osservare la sostanza discreta insita nella Libera Muratoria senza farsi
fuorviare dalle forme, come i discorsi ed i canti insipidi. Con questa pesante
affermazione Lessing spazza via drasticamente ogni formalismo muratorio, per lui
tutto ciò che avviene all’interno della Libera Muratoria senza essere
compenetrato di idealità è una vuota esteriorità senza valore[x].
Poi Lessing riporta il discorso sulla
via del perfezionamento. Un Libero Muratore, poiché teso al perfezionamento,
costruisce una sua personalità che lo fa comportare in modo etico come fatto
naturale. I suoi gesti di benevolenza non sono nulla di speciale, perché ha
interiorizzato il fare il bene degli altri. Tutti fanno beneficenza, se possono,
però lo fanno come atto esterno, mentre il Libero Muratore lo fa quasi senza
accorgersi di farlo perchè è nella sua natura e da ciò non ne deriva alcun
autocompiacimento. La lunga lista che Ernst elenca di opere buone dei massoni
non scuote Falk che li ritiene fatti ovvi per un Libero Muratore, anzi giunge a
dire che le pubbliche azioni benefiche della Muratoria sono azioni destinate ad
impressionare il pubblico[xi].
Lessing distingue tra le pubbliche
azioni benefiche e le altre azioni dei Liberi Muratori: le prime possono essere
fatte sia per mostrare ai profani la bontà della Muratoria e quindi per
respingere e rispondere alle denigrazioni e calunnie, cercando di suscitare
tolleranza e rispetto, sia essere fatte per l’insita necessità di portare il
bene nella società. Altra cosa è l’Azione del Libero Muratore che è, come
detto prima, azione segreta, perché costruita nel percorso di perfezionamento.
A mio avviso, Lessing rimane in una visione individualistica e personalistica
dell’Azione liberomuratoria. Ciò è spiegabile dal vissuto massonico di
Lessing che rimase deluso delle esperienze fatte in loggia. Lessing non coglie o
non vuol cogliere il fatto che l’iniziazione è una questione sia personale
sia collettiva, l’uno non può esistere senza l’altra, come le due facce di
una medaglia. Anche la Loggia, intesa come gruppo di uomini che si relazionano,
ha una sua anima, non in senso religioso ma spirituale. La Loggia è
l’espressione strutturale e sovrastrutturale dell’insieme dei suoi singoli
membri. Il livello di perfezionamento dei singoli membri va a costituire una
sinergia di perfezionamento che si muove in continui assestamenti di equilibrio.
Di fatto, il decadimento o il carente sviluppo di uno o più membri tende a
rallentare il processo di perfezionamento collettivo e al contrario lo sviluppo
di perfezionamento di uno o più membri tende a far accelerare lo sviluppo
collettivo. È ovvio a tutti che un percorso di perfezionamento subisce
accelerazioni e rallentamenti, aggiustamenti e cambi di rotta; esso è molto
variabile e ciò vale per l’individuo quanto per il gruppo. Così come c’è
un’Azione liberomuratoria dell’individuo ce ne è una della Loggia. le due
Azioni sono il segreto liberomuratorio non esprimibile a parole comprensibili al
profano. L’Azione liberomuratoria è in sé trascendente poiché si rivolge
all’universalità degli uomini e non ad ambiti e situazioni specifiche. Come
dice Bauer nel suo commento “Le vere azioni dei Massoni sono tanto segrete
da essere manifeste all’umanità”.
Il pensiero di Lessing è che
l’azione liberomuratoria è azione fatta senza clamore e con intenti
proiettati oltre la società contingente. In ciò risiede la sua segretezza e la
sua universalità, perché volti ai secoli futuri.
Lessing chiude il suo dialogo con
l’osservazione che l’operato massonico è teso all’ultimo scopo di rendere
inutili le buone Azioni Liberomuratorie[xii], decretando così la fine
della Libera Muratoria una volta che l’umanità sarà perfetta. Lessing in
questo come negli altri dialoghi non mostra molto ottimismo sulla capacità
dell'uomo e dello stato di risolvere le contraddizioni in essi esistenti, dunque
quest'ultima affermazione risulta più come speranza che realtà, anche se molto
futura. La sua stessa incommensurabile idealità massonica è fortemente
ancorata alla visione lucida di una realtà umana e sociale irreparabilmente
compromessa. È difficile seguire il pensiero di questo autore che coniuga
idealità e realismo e li fa convivere in una terza realtà, l'Azione
Liberomuratoria. In questo credo di scorgere un pensiero lucido teso alla
trascendenza. La Muratoria era il suo rifugio più consono al proprio vivere un
senso del trascendente slegato da una religione specifica. In un'epoca in cui la
dichiarazione di ateismo era pesantemente punita dal potere religioso e da
quello temporale, la Muratoria diventava il luogo per gli spiriti liberi ove
potevano essere espresse le idealità che la religione, la politica, la vita
sociale non erano più in grado di offrire.
Purtroppo Ernst non comprende e
desiste dal comprendere[xiii].
[i]
Falk: Io credo di essere massone, non
tanto perché sono stato accolto in una loggia costituita da Massoni più
anziani, ma perché vedo e riconosco che cosa è la Massoneria e perché essa
c’è, quando e dove è già esistita, come e attraverso cosa viene fatta
progredire o viene ostacolata.
[ii]
Ernst: Certo… Ma rispondimi più
schiettamente. Sei Massone?
Falk: Credo di esserlo.
[iii]
Ernst: Tu sei iniziato, tu sai tutto…
Falk: Anche gli altri sono iniziati e credono di sapere.
Ernst: Allora potresti essere iniziato
senza sapere ciò che tu sai!
Falk: Purtroppo.
Ernst: E perché?
Falk: Perché i molti che iniziano non lo sanno nemmeno loro ed i rari
che lo “sanno” (cors. dell’Aut.) non possono
dirlo.
[iv]
Falk: (…) La Massoneria non è
niente di arbitrario, niente di cui si può fare a meno, bensì una necessità
intrinseca alla natura umana e alla società civile. Di conseguenza si deve
poter arrivare ad essa, tanto attraverso una riflessione individuale quanto
attraverso una ricerca guidata.
[v]
Non comprendendo così neppure il senso esoterico della gerarchia
liberomuratoria.
[vi]
In tal modo sarebbe come dare una conferma di validità alla Massoneria
d’apparato, che invece Lessing le nega.
[vii]
Ernst: La Massoneria non sarebbe un
qualcosa di arbitrario? Non ha delle parole, dei simboli, dei riti che
potrebbero essere del tutto diversi e che di conseguenza sono arbitrari?
Falk:
Li ha. Ma queste parole, questi riti e questi simboli non sono la Massoneria
[viii]
Nel 1774, Lessing pubblica un’opera a cui pone il titolo di Frammenti
dell'Anonimo di Wolfenbüttel. Nel pubblicarla, Lessing prudentemente
prende ufficialmente le distanze: precisa che si tratta di un’opera che non
ha scritto lui e dalla quale anzi dissente profondamente e che la pubblica
considerandola utile per lo sviluppo del dibattito filosofico sulla religione.
Quest’opera è un’esplosione nel panorama filosofico tedesco settecentesco.
Il suo vero autore era Hermann Samuel Reimarus (1694 - 1768) ed il titolo
originale era Apologia in difesa degli
adoratori razionali di Dio. Reimarus porta alle estreme conseguenze il
deismo, ben oltre i deisti francesi e inglesi. Egli arriva a sostenere che
tutte le religioni positive sono false e menzognere, perché fondanti su una
fantomatica Rivelazione. Con un’analisi razionale intellettualmente onesta,
non si può infatti che rilevare un’insanabile conflittualità tra la
religione naturale, poggiante sulla ragione, e la religione rivelata, che
invece si basa su una Rivelazione che non ha nulla a che vedere con la ragione
e che anzi la ostacola. Cristo stesso, che era solo un uomo perfetto, non
aveva altro intento se non quello di liberare gli uomini su questa terra: la
sua divinizzazione fu un indebito gesto degli Apostoli.
[ix]
Falk: Coi fatti. A uomini dabbene, a
giovani che considerano degni della loro stessa compagnia essi lasciano
indovinare, supporre, vedere le loro azioni per quanto c’è da vedere;
costoro se ne compiacciono ed agiscono nello stesso modo.
[x]
Falk: Amico, sii ragionevole!! Iperboli,
“qui pro quo” (cors. dell’Aut.) che
derivano da quei discorsi e canti insipidi! Disquisizioni! Bazzecole!
[xi]
Falk: (…) Può darsi che tutte le
buone azioni che tu hai menzionato non siano altro che le loro azioni ad
extra, per servirsi, in breve, di un termine scolastico.
Ernst:
Sarebbe a dire?
Falk:
Solo loro azioni destinate ad impressionare il pubblico … azioni aventi lo
scopo unico di attirare gli sguardi della gente.
[xii] Falk:
(…) velocemente aggiungo un’ultima parola: i veri atti dei massoni hanno
un solo scopo, rendere inutili la maggior parte di quelle che comunemente si
chiamano buone azioni.
[xiii] Ernst:
Buone azioni che tendono a rendere inutili le buone azioni? È un enigma. A
che pro riflettere su un enigma? Preferisco sdraiami sotto un albero e
guardare le formiche.
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