Il fratello Antonio Carlo Gomes fu, senza dubbio, un
grande avvenimento per la Musica Classica Brasiliana, oltre ad essere stato il
maggiore compositore operistico delle Americhe nel corso del secolo XIX. Nacque
a Campinas, provincia di San Paolo, Impero del Brasile, il giorno 11 luglio del 1836, uno dei 25 figli di
Manuel José Gomes, direttore della banda locale, con il quale apprese i principi
dell’arte musicale. A 15 anni già
componeva e a 18 scrisse una
animata Messa in omaggio al padre.
Ancora giovane, lasciò la terra natale e si recò, per migliorare la sua
arte a San Paolo, dove già
aveva fatto amicizia con giovani idealisti di quella città, in occasione di un
concerto a Campinas, nel Teatro San Carlo, in aprile del 1859. Lì fu ascoltato
da un gruppo di studenti di Diritto che erano andati al Teatro per
conoscerlo. In questo gruppo
c’erano molti membri della LOGGIA AMICIZIA, prima loggia della Capitale Paulista,
fondata il 13 maggio 1832 da sette membri, cinque dei quali erano studenti
dell’Academia di Diritto di San Paolo. Fu in quella loggia che, il 24 di luglio
del 1859, su indicazione dei suoi amici, Carlos Gomes fu iniziato insieme a suo
fratello, José Pedro Sant’Anna Gomes, pure lui musicista e
compositore.
Abitando nella Casa dello Studente di via San Josè (oggi via Libero
Badaró), compose, mentre faceva improvvisazioni, la più famosa delle sue
canzoncine:“ Chi sa?” , tanto aprezzata dal secondo Regno e di autentica ispirazione
nazionale, che comincia con questi deliziosi versi: “ Tanto lontano da me
distante, dove andrà il tuo pensiero?” Sempre in questo stesso anno (1859) fece
l’ “ Inno Accademico”, con parole di Francisco Leite de Bittencourt Sampaio,
studente di Diritto presentato durante un concerto di beneficenza a favore della
Società di Protezione degli Artisti, che molto rapidamente divenne famosa tra
gli alunni della Facoltà de Diritto di San Paolo.
Dopo il periodo in San Paolo e la sua
iniziazione massonica , si
trasferì a Rio di Janeiro, dove ottenne, grazie alla protezione della Contessa di
Barral, che l’Imperatore lo facesse immatricolare al conservatorio di Francisco
Manuel da Silva, autore della partitura dell’Inno Nazionale, che subito si
entusiasmò del giovane musicista, al quale fece richiesta di una cantata, opera
che gli valse la medaglia d’oro, concessa dall’Imperatore. Con un’altra
cantata,
presentata in prima il 15 di agosto del 1860, conseguì la nomina di incaricato
delle prove e direttore della Opera
Nazionale, la cui orchestra diresse e dove fece rappresentare, l’anno seguente,
con esito memorabile, la sua prima opera chiamata LA NOTTE NEL CASTELLO. Tale
successo si sarebbe rinnovato, con una ripercussione ancora maggiore, due
anni più tardi
, quando fu messa in scena un’altra sua opera - GIOVANNA DI FLANDRES
. Fu allora che Pedro II gli concesse una borsa affinchè completasse e
perfezionasse i suoi studi in Europa.
Si stabilì a Milano (1864), dove fu alunno del Maestro Lauro Rossi e dove
ottenne, nel 1866, il titolo di Maestro Compositore. Fu ancora lì che , un
giorno, sentendo annunciare la distribuzione di un foglietto di “ IL GUARANI”
, venne a conoscenza del romanzo di
José Alencar, di cui trovò una copia in una libreria locale. Con la sua profonda
sensibilità ebbe il presentimento che aveva tra le mani una opera pronta a germogliare, un testo che
facilmente avrebbe potuto essere trasferito ad un livello drammaturgico in cui
musica e poesia sarebbero andate armoniosamente a complementarsi. Carlos Gomes
incontrò insperatamente, per sorte, un argomento brasiliano, di cui tanto aveva
bisogno per infiammare il patriottismo non dimenticato; argomento eloquente,
bello, drammatico, adatto per una grande Opera.
Il libretto, preparato dal poeta Antonio Scalvino, conteneva il seguente
riassunto: “Questo dramma è stato basato su uno stupendo romanzo di Jose de
Alencar, celebre scrittore brasiliano. I nomi Guarani e Aimore sono i nomi di
due delle molte tribù indigene che occupavano le varie parti del territorio
brasiliano prima che i portoghesi introducessero lì la civilizzazione
europea. Secondo l’autore, Peri era
il capotribù dei Guarani. Questa tribù aveva una indole più docile rispetto alle
altre, principalmente rispetto a quella degli Aimore che, oltre ad essere
antropofagi, erano nemici implacabili dei bianchi. Don Antonio de Mariz,
personaggio storico e non di fantasia, fu uno dei primi che governarono la
regione della Guanabara in nome della Corona Portoghese e che cadde, vittima dei
mercenari europei al suo servizio.”
“IL GUARANI”, nel romanzo di Jose de Alencar, termina con una specie di
diluvio e una esplosione che distrugge simultaneamente il Castello di Paquequer,
l'orda dei mercenari e i guerrieri Aimore e Guarani. Solamente la figlia del
nobile portoghese, Ceci (Cecilia) si salva insieme a Peri il capo tribù Guarani.
Trascinati dalla corrente del diluvio, dove tutto era acqua e cielo, Peri e Ceci
si salvano sulla punta di una palma. L’episodio del diluvio appare solamente nel
finale dell’opera di Jose de Alencar. Nel libretto dell’omonima opera di Carlos
Gomes la scena è stata omessa, data la impossibilità di rappresentarla sul
palco. Nell’opera, Don Antonio appicca il fuoco ai barili di polvere. Ne segue
una tremenda esplosione. Crolla il castello, le cui macerie schiacciano gli
occupanti. Sullo sfondo, in cima a una collina, si possono scorgere Peri e Ceci,
uniti per l’eternità nei lacci d’amore. É il momento in cui sia Alencar che
Carlos Gomes ci trasportano, a livello di Brasile, al Primo Giorno della
Creazione: Ceci e Peri - Adamo ed Eva, indigeno e bianca - assumono il ruolo dei
nostri mitici predecessori. Simbolicamente impressero sulle nostre facce, i loro
150 milioni di discendenti, e il loro tratto ancestrale
comune.
A prescindere dal fatto che nessun successo di Carlos Gomes avrebbe superato
quello di “ IL GUARANI”, qui lui solleva problemi e domande che oltrepassano i
limiti di una opera d’arte come, per esempio, la distruzione del nostro passato
indigeno da parte del colonizzatore europeo, oltre a molte altre
questioni.
Il debutto di “ IL GUARANI” avvenne il 19 di marzo del 1870, nel teatro
La Scala di Milano e fu un enorme trionfo. In quella occasione , il
compositore ricevette l’ORDINE DELLA CORONA dal Re Vittorio Emanuele. Il debutto
nazionale avvenne nel Teatro Lirico Provvisorio di Rio di Janeiro, il 2 dicembre
del 1870, nel giorno del 45º anniversario dell’Imperatore Don Pedro II , il quale diede prestigio all’avvenimento
con la sua presenza e concesse al fratello Carlos Gomes l’ ORDINE DELLA
ROSA . Durante i due debutti l’opera non aveva la famosa Protofonia, scritta
solamente nel 1871, e che , fino a quella data , era sostituita da un semplice
preludio. “IL GUARANI” è l’unica
opera latino-americana che, fino ad oggi, è tenuta in cartello nei teatri del
Primo Mondo. Costituisce, oltre a questo, una specie di secondo Inno Nazionale,
in perticolare la sua trionfale Protofonia.
La carriera del compositore si svolse, da quel momento in avanti, quasi
esclusivamente in Italia, dove, con alcune eccezioni, tutte le sue opere furono
messe in scena.
Sempre al
servizio della musica, continuò con il suo lavoro componendo: nel
1873,
“FOSCA”, in
omaggio al fratello; nel 1874, “SALVATORE ROSA”, dedicata a Andre
Reboucas; nel 1879, “MARIA TUDOR”, dedicata al Visconte di Taunay; nel
1888, “LO SCHIAVO” , dedicata alla Principessa Isabella, aveva contenuto abolizionista; nel 1891 “CONDOR” ( titolo poi
cambiato in Odalea), dedicata a Teodoro Teixeira Gomes; Nel 1892
“COLOMBO”, allusivo al 4º centenario della scoperta dell’America. Di queste opere, unicamente “LO
SCHIAVO” fu presentato a Rio di Janeiro in omaggio della Principessa
Isabella. Secondo i critici, la
miglior musica di Carlos Gomes è quella de “ Lo Schiavo” ma la miglior opera è “
Fosca”
Nel marzo del 1893, Carlos Gomes viaggiò negli Stati Uniti, facendo parte
della delegazione brasiliana alla Esposizione Universale Colombiana di Chicago
dove con molto successo diresse brani tratti da “Il Guarani”, “Salvator Rosa” e
“Condor”.
All’apice
della sua carriera, il
fratello Carlos
Gomes costruì nelle vicinanze di Milano, nel comume di Maggianico in provincia
di Lecco, città a 43 km dal capoluogo, una villa, circondata da quattro ettari
di bosco che volle chiamare “VILLA BRASILIA”. Recentemente la
prefettura locale rese omaggio al compositore brasiliano ristrutturando la villa
e installando in essa la SCUOLA CIVICA DI MUSICA. Nonostante le varie
modifiche apportate, come, per esempio, l’auditorio con 400 posti, rimangono
lì le enormi statue di Ceci e del capotribù Peri, personaggi dell’opera “ IL
GUARANI”, a memoria del passato nobile della villa. VILLA BRASILIA è considerata fino ad
oggi un edificio monumentale, descritto dai giornali dell’epoca come suntuosa,
ampia e addirittura principesca. Il
gesto di Carlos Gomes di costruire una abitazione tanto bella rivela la sua
idea di rimanere per sempre in Italia . Ma, non molto tempo dopo, gli anni belli
finirono. Tre ipoteche erano state poste sulla abitazione che dovette essere
venduta.
La fine dell’Impero coincise con il declino della carriera del
compositore. Il nuovo regime repubblicano gli negò la pensione che aveva
sollecitato attraverso il
fratello Francisco
Glicerio. Il comportamento del Governo sembrava incomprensibile, visto che meriti e
servizi resi al Paese non mancavano al richiedente. Inoltre la
maggioranza dei membri del Governo era composta da massoni. C’era , però , un
motivo che prevaricava tutti gli altri. Carlos Gomes era amico e protetto della
Famiglia Imperiale che era stata bandita dal paese.
Infine,
appoggiato dall’influente fratello Lauro
Sodre, a quel tempo Governatore del Parà, che aveva ottenuto per lui l’incarico di
Direttore del Conservatorio di Musica di Belem, Carlos Gomes potè ritornare in
Patria nel 1895, ma già minato dalla malattia, gli fu infatti diagnosticata la
presenza devastatrice di un tumore nella bocca, quasi non giunse ad assumere
l’incarico . A Luglio di quello stesso anno, il fratello Campos Salles,
Presidente dello Stato di San Paolo, gli concesse una pensione mensile di due
“conto di reis” . Fu un gesto molto nobile, ma tardivo, infatti Carlos Gomes
sarebbe morto, a Belem il 16 di settembre del 1896, senza giustizia da parte del
Paese che tanto amò, al quale diede tanta grandezza con la sua arte
eccelsa. Come se una enorme
emozione passasse a dominare la sensibilità nazionale, il Governo si vide
costretto a rivedere le sue posizioni al riguardo dell’ illustre fratello compositore che era appena partito per l’Oriente Eterno. Il Ministro della Marina stabilì perciò
che la Nave ITAIPU - più tardi ribatezzata CARLOS GOMES - trasportasse il
compositore alla sua terra natia. Fu necessario che “ l’amico della Monarchia”
passasse ad un altro livello perchè nelle relazioni interpersonali il sentimento
fraterno ,tanto caro ai massoni, tornasse a prevalere sulle Ragioni di
Stato. Oggi, Antonio Carlos Gomes,
è considerato come il primo compositore del Brasile la cui arte attraversò le
frontiere.
RIFERIMENTI
BIBLIOGRAFICI
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Jose
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Editori ( A Manchete, edizione del
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Il Guarani (testo completo del libretto dell’opera di Carlos Gomes,
redatto per Antonio Scalvino, avendo come base il romanzo dallo stesso
titolo, di Jose
de Alencar, come autore della
traduzione e dei commenti, lo scrittore Edgard de Brito Chaves Junior). In: Le piu famose opere. Rio di Janeiro Tecnoprint
1983,
p, 233- 239.
6. CASTELLANI,Jose.
1859: Atto della iniziazione di Carlos Gomes, nella Loggia Massonica Amicizia. In: Bollettino Ufficiale nº
01/02, del 26 gennaio e 2 febbraio del 1996, p. 18 e 19 del Grande Oriente del
Brasile.
7. OLIVEIRA, Jose da
Veiga. Antonio Carlos Gomes (1836- 1896) Coordinate biografiche. In:
Edizione dell’Opera “ IL
GUARANI” in CD ragistrazioni Continental, registrazione del 1959, remasterizzato
nel 1993 - 994778-2