La genesi del Flauto Magico è avvolta dal buio. E' giusto che sia così. Tutte le grandi opere
dovrebbero essere avvolte dal mistero. Forse anche oggi, in qualche luogo oscuro e circondato dal
più assoluto riserbo, un uomo sta lavorando ad un'opera immortale.
Ufficialmente il libretto del Flauto Magico è stato scritto da Schikaneder, massone di una Loggia di
Vienna, ma è con forza che dobbiamo ammettere l'influenza in ogni verso del letterato e massone
Mozart . Egli ha voluto che questa opera fosse il suo testamento spirituale. Troppo elevato è il
significato simbolico del testo per poterlo attribuire al solo Schikaneder, certamente abile uomo di
teatro e valido cantante, ma giustamente interprete nell'opera del personaggio di
Papageno e non di
quello di Camino. D'altronde Mozart già nel finale del Ratto dal Serraglio trasformò una storia
romanzesca in una parabola lessinghiana sulla generosità e sulla convivenza umana.
Noi sappiamo che documenti dell' epoca testimoniano inequivocabilmente l'appartenenza di Mozart
alla Loggia " La Beneficenza", dove fu iniziato il 14 dicembre 1784, a Vienna. Questa sua condizione
lo ha di certo favorito nello studio della mitologia e in particolare su i suoi significati più profondi.
Mozart probabilmente lesse il saggio di Plutarco su Iside e Osiride e l'ultimo libro delle Metamorfosi
di Apuleio. Non fu in grado invece di venire a conoscenza dei significati esoterici della Sfinge e delle
piramidi egizie, perché esse aspettavano ancora Napoleone sotto la sabbia del deserto.
Secondo alcuni autori Mozart ha usato consciamente simboli propriamente massonici, simboli che
corrispondono certamente ad una filosofia e ad un morale particolare, ma che sembrano essere
mediati in qualche modo dallo spirito umanista e progressista del Settecento. Sorprendente invece è il
fatto che questo lavoro è costantemente pervaso ed arricchito da una simbologia inconscia la cui
pienezza e il cui significato poggiano su contenuti archetipici umani universali.
Le avventure del Flauto Magico sono le vicende delle ore che passano e si inseguono, della luce che
diventa ombre e della tenebra che ritorna luce. All'inizio mentre Papageno esce cantando e zufolando
dal bosco è mattina. Sarastro scende dal suo carro nel caldo mezzogiorno. Poi il giorno inclina verso
il crepuscolo e l'universo viene nascosto da un' oscurità spaventevole nella quale comincia il viaggio
iniziatico di Tamino. Qualche ora passa. dal chiuso del Tempio il coro dei Sacerdoti comincia ad
invocare lo splendore della luce. I tre Genii annunciano che presto il Sole tornerà a percorrere la sua
strada dorata. Le insidie della notte non sono ancora vinte e solo quando Pamina e Tamino avranno
attraversato l'acqua e il fuoco, il sole pieno, il sole senza ombre e macchia illuminerà la terra.
Lo stesso viaggio avviene nell'animo di ogni iniziato che potrebbe ripetere il grido di Tamino : " O e
terna notte quando scomparirai ? Quando la luce troverà finalmente il mio occhio ? ".
Il rituale di tutte le iniziazioni maschili ha per motto : " Attraverso la notte verso la Luce. " Ciò significa
che la direzione di quello che accadde è determinata da una simbologia che a partire dal viaggio
notturno dell' Eroe nel mare, conosciamo come simbologia solare. Morendo di sera all' occidente il
sole deve affrontare il viaggio attraverso il mare oscuro del mondo sotterraneo e della morte per
risorgere, trasformato come nuovo sole all' oriente.
Questa simbologia solare è il modello archetipico di tutti gli Eroi e di tutte le vie iniziatiche in cui l'
Eroe rappresenta il principio della coscienza che deve essere raggiunto e che deve affermarsi nella
lotta contro le forze oscure dell' inconscio. Oltre a ciò l'Eroe deve anche liberare il tesoro per
riempirlo di tutti quei contenuti ad esso inerenti e deve farlo lottando contro le forze
oscure nemiche
della coscienza. Paradossalmente possiamo affermare che Mozart è l' Eroe e che il Flauto Magico è
il tesoro da lui liberato.
Non è nell'intenzione di questo scritto fare il riassunto della trama dell' opera, ma è invece
interessante riportare in sintesi il contenuto di quelle parti iniziali del libretto che, seppur scritte, non
vengono mai rappresentate. Se ciò accadesse molte delle incongruenze di cui è accusato il testo
cadrebbero automaticamente.
Prima della nascita di Tamino e Pamina una coppia sovrana dominava il mondo: un Re solare, di cui
ignoriamo il nome e la potente Regina della Notte. Tra il principio virile e quello femminile, tra luce e
tenebre esisteva allora un mutuo accordo. Questo appare evidente dal fatto che il Re tagliò il magico
flauto dal tronco di una quercia millenaria in un ora stregata, fra lo scatenarsi dei tuoni e dei lampi, nel
rumore della tempesta notturna: lo tagliò con l' aiuto decisivo della regina della Notte alla quale quel
momento apparteneva come sovrana degli incanti notturni.
Qualcuno potrebbe dunque credere che in quel tempo regnasse l'armonia tra i principii opposti e solo
il bene "nutrisse la terra". In realtà l'unione fra i due sovrani era stato un compromesso piuttosto che
un abbraccio amoroso: con disprezzo infatti il marito teneva lontana la moglie dalle cose, si legge nel
testo, che sono incomprensibili allo spirito femminile. Nè la forza del Re doveva intendersi come
benefica per intero : egli portava sul petto il settemplice cerchio solare, il segno del suo potere che
consumava tutte le cose. Il sole, così come si era incarnato in lui, era una forza che arde e dissecca,
che da la vita e la toglie, che cancella la vegetazione, assorbe la potenza materna dell'umidità, rende
arido e inabitabile il suolo. Con la morte del sovrano solare i due regni della luce e delle tenebre si
dividono, diventano nemici e la regina viene sconfitta. Ora vive nel suo palazzo pieno di uccelli e
circondato dalla fitta vegetazione del bosco. Un Tempio ricorda ancora il suo culto : tre dame
prestano i loro servigi, ma ha perduto il cerchio solare del marito e anche sua figlia, unico ricordo della
luce, le è stata strappata ed è prigioniera nel castello di Sarastro. Il settemplice cerchio solare,
simbolo della forza, ora riposa sul petto di Sarastro venerato da un popolo di Sacerdoti e di schiavi.
Visto dall'esterno il Flauto Magico è un' opera divisa in due atti, ma in realtà è ordinato secondo il
numero tre, numero sacro per la Massoneria, che è presente nella partitura musicale con le note del
triplice accordo dell' ouverture, ripetute all' inizio del secondo atto e al momento della iniziazione di
Tamino. Tale atto, ad un più attento esame, finisce con la ventesima scena e quindi possiamo
identificare sicuramente un terzo atto nascosto per la esigenze teatrali del tempo di Mozart. Questa
parte inizia con il coro dei sacerdoti.
La struttura dell'Opera si fonda sul simbolismo prettamente massonico della piramide. Il primo atto
costituisce la base: in esso predominano le forze ctonie e la Regina della Notte. Nel secondo atto si
ascende con l'iniziazione alla zona centrale dell'edificio dove si rappresenta la lotta fra la luce e
l'oscurità. Il terzo atto costituisce la cima della piramide e in esso viene celebrata l' unione fra il
maschile e il femminile, come segreto di Iside e Osiride.
Vista questa disposizione appaiono più chiare alcune analogie. Nel primo atto la Regina della Notte
si manifesta come madre buona, nel secondo diventa madre terribile, nel terzo è sprofondata
all'opposto della cima della piramide, cioè negli abissi. Anche la triplice comparsa del tema musicale
si inserisce a vari livelli. Nel primo atto appare quando viene elaborato il principio d' amore della
natura, nel secondo ritorna quando l' umanità raggiunge il paradiso della ragione e ritrova il suo stato
originario divino. Per la terza volta il motivo ritorna all' inizio dell' ultima parte in cui viene compiuta l'
unione misterica tra Tamino e Pamina. Mozart ci vuole esprimere come ciò che a livello inferiore
avviene nella natura e a quello medio nella comunità umana, penetra anche al centro dell' uomo. Non
a caso vi sono tre Templi : ai lati opposti quello della Natura e quello della Ragione, mentre è al
centro che sta il Tempio della Saggezza.
L' opera di Mozart, essendo eminentemente simbolica, può essere letta con diversi gradi di significato.
Abbiamo scritto prima come essa sia costantemente pervasa da una simbologia inconscia che rende
possibile interpretazioni diverse. Se la consideriamo una fiaba essa affonda le radici sicuramente,
come tutte le favole, negli archetipi dell' umanità, ma forse più delle altre ci rivela e ci immerge nel
gran mondo dei fatti primari, delle storie ancestrali più dell' Orestiade, più dell' Edipo Re, del Faust, di
Re Lear.
Se esaminiamo in questa luce il testo, allora diventa ancora più chiaro il carattere di fondo delle figure
contrastanti, rappresentate, da un lato dalla regina della Notte e dall' altro dal sacerdozio di Sarastro.
La Regina della Notte rappresenta il lato oscuro di ciò che la concezione morale maschile sperimenta
come " maligno ", nel corso dell' azione diventa l'immagine di tutti gli affetti pericolosi, specialmente la
vendetta e la superbia, ma soprattutto rappresenta il principio del potere del Male che incarna la
morte e vuole impadronirsi delittuosamente del lato luminoso, quello solare del Bene. Il femminile
diventa così ancora una volta il tentatore, assume completamente il ruolo del diavolo con l'inganno, la
superstizione, la menzogna. Quando la Regina della Notte dice . " La vendetta dell' inferno bolle nel
mio cuore " e ancora " morte e disperazione bruciano in me ", ella esprime il segreto più profondo del
suo essere. Astriffiammante rappresenta il simbolo del mondo originario, l'inconscio che si oppone al
maschile cioè alla coscienza, che è luce sulla via della realizzazione del sé. Ella è anche il simbolo
della Grande Madre, la Dea della Notte che l' Eroe mitico Tamino deve sconfiggere nel suo cammino
verso l'iniziazione.
Nel corso della trama altri rapporti vengono a legare archetipicamente i personaggi. Il primo è quello
tra la Regina della Notte e Pamina che corrisponde alla situazione archetipica rappresentata dal
mitologema do Demetra e Core. La stretta unione di Pamina e più in generale della figlia con la
madre, il suo ratto ad opera del maschile e la resistenza alla madre, costituiscono a tutt'oggi un
conflitto essenziale nello sviluppo del femminile, momento nel quale si decide se la figlia apparterrà al
mondo matriarcale, a quello patriarcale o a quello dell' incontro con l' amato. Pamina percorrerà
questa ultima strada per intero fino a congiungersi per formare la Coppia Armonica con Tamino.
Interessante mi sembra ancora esaminare un' altro rapporto: quello fra Tamino, l' Eroe-Principe e
Papageno, l' uomo uccello. Goethe a proposito di questo tipo di personaggi scrisse nel Faust. " Ah,
due anime abitano nel mio petto, l' una si vuole separare dall' altra. L' una si aggrappa, con saldi
organi e con aspra gioia d' amore al mondo, l' altra si leva d' impeto su dalla polvere terrena verso i
campi degli antichi Avi ". Il cammino iniziatico dei misteri è, senza dubbio, il cammino dell' eroe, di
Tamino, ma il suo slancio ascetico-idealistico sotto il segno della virtù e della saggezza è in naturale
contrasto con la razionalità di Papageno che rappresenta la paura e l' indolenza dell' uomo comune
che si ritrae dall' ascesi e dallo sforzo. Papageno dice. " Io non voglio in fondo sapienza, io sono un
uomo naturale che di sonno, cibi e bere si accontenta e se è possibile catturare una bella donnetta".
Tamino è invece l'eroe che va verso la notte rischiando la morte per arrivare al celeste piacere dell'
iniziato. Egli rappresenta il principio della coscienza che deve essere raggiunta e che deve affermarsi
nella lotta con le forze oscure dell' inconscio. Egli è alla caccia del tesoro che è simbolo dell'
ampliamento di coscienza, che è poi il profitto di ogni iniziazione come ad esempio nel celebre lavoro
di Apuleio dove l' iniziato diventa Osiride, cioè illuminato e illuminante. Papageno non è in grado di
partecipare all' alto volo spirituale di Tamino, ma non è che non subisca una trasformazione, solo che
essa avviene nell' ambito di un mondo naturale, non tanto inferiore, ma che vibra a una frequenza più
grossa. La grandezza di Mozart si esprime in tutta la sua luce quando egli ci manifesta come il mistero
superiore dell' iniziazione è colmo della stessa forza d' amore che anima il mondo di Papageno.
Abbiamo visto come la Regina della Notte sia l'inconscio, soprattutto come Madre terribile, come
Papageno sia " l'ombra" di Tamino e così Pamina non è solamente l' amata di Tamino da conquistare
esteriormente, ma è simbolo dell' anima da conquistare attraverso la prova. Mi spiego più
chiaramente: Pamina è l'anima di Tamino stesso, l' immagine del femminile che vive nell'uomo. Ma
Pamina non è solo la principessa da salvare, ella si trasforma, sperimentando femminilmente la morte
simbolica, cioè il distacco dal matriarcato, nella sposa di Tamino degna di iniziazione.
Il mistero del Flauto Magico si compie e l'unione fra maschile e femminile si realizza assumendo il
massimo valore simbolico. Nell' affrontare l' iniziazione è Pamina stessa a condurre per mano Tamino
verso le prove dell' acqua e del fuoco. Questo non vuol dire una sua predominanza, bensì la
maggiore affinità del femminile verso la natura e il principio d' amore che, come essenza del cuore,
porta ad un livello di saggezza. La perfetta unione dei due amanti porta in sé la sacralità del tutto e
quindi non solo essi saranno l' ermafrodita , l' androgino, ma rinasceranno deificati e così, come Iside
e Osiride, saranno trionfatori sulla morte.
Vediamo per ultimo il personaggio di Sarastro.Egli è un sacerdote solare, come quelli che regnavano
nelle antiche teocrazie d' Oriente. Possiede qualità sovraumane, una specie di sesto senso che gli fa
riconoscere i più riposti e segreti pensieri dell' uomo. I canti più gravi, le musiche più solenni, i riti più
maestosi, l' atmosfera più oscuramente misteriosa e veneranda, formano lo sfondo ad una eco
interminabile alla sua figura. Si può rilevare come Sarastro rappresenti il principio maschile che non
si è interamente compiuto con l' unione col femminile. E' un sacerdote, non un Dio incarnato, nel suo
regno vi sono anche schiavi e non solo uomini liberi. Sarastro è sì il sole raggiante che sconfigge la
notte, ma è una figura minore a confronto della coppia trionfante.
Sulla scena del Flauto Magico accade misteriosamente l' evento che da migliaia di anni la terra
attendeva : la luce e il buio, il principio maschile e quello femminile , la coscienza e l'inconscio, si
incontrano secondo il principio di Amore. In quest'opera apparentemente favolistica ci viene svelato
uno dei segreti più reali del viaggio iniziatici che dobbiamo percorrere. Questo è il nobile messaggio
che Mozart ci dona, un messaggio che egli è ben conscio essere per molti, anche iniziati come lui
nelle Logge massoniche, solo una speranza.
Sarastro nell' ultima scena sta in alto, tutto il teatro è luce e la gioia delle trombe ne celebra il trionfo,
ma che significato ha questo trionfo, forse che la tenebra e la notte sono state annientate? Sembra
piuttosto che mentre Tamino e Pamina compivano il loro viaggio, la luce del sole si nutrisse alle
sorgenti della notte: assorbiva i suoi tesori che sono la musica, la passione amorosa, il dolore, la
natura e li purificava e illuminava mentre purificava se stessa. Così in realtà la Regina della Notte
veniva svuotata dalle energie del suo regno e del suo antico potere e fra tuoni e fulmini cade nell'
abisso dal quale non potrà più risalire.
Ma anche il regno virile di Sarastro è giunto alla fine con le sue catene, i suoi schiavi e la forza
distruttiva del settemplice cerchio solare. Si apre una nuova età, nasce qualcosa che nessuno aveva
mai conosciuto. Se l'uomo e la donna si amano, se la virtù e la giustizia sono sentiero alla nostra
esistenza, se la dolce calma scende nel nostro cuore, allora " la terra è un regno celeste e i mortali
sono pari agli Dei ". Questo è quello che si propone Mozart, quello che esprime all' unisono la sua
musica e la sua poesia. In fin dei conti la musica è l' arte in cui gli abissi dell' inconscio sono fusi
misteriosamente con la creazione spirituale, l' arte dove si realizza la conjuctio fra maschile e
femminile tanto cara a Jung. Non a caso sarà il flauto che con la sua musica magica permetterà ai due
giovani di superare le prove iniziatiche.
La scala dei sentimenti propri della musica mozartiana che abbraccia tutto il mondo, trova nel Flauto
Magico la sua espressione più alta. Il tono popolare e comico, la sensualità istintiva e la solennità
sacrale di fronte alla morte si succedono e si alternano continuamente. Si può affermare che quando
viene raggiunto il culmine in senso musicale e spirituale, immediatamente viene introdotto un moto
inverso che impedisce alla liricità spirituale di diventare romantica e alla serietà solenne di diventare
tragica.
Mozart da iniziato quale era passa tra il bianco e il nero del pavimento della Loggia sull' unico
sentiero percorribile, quello del filo di unione.
La musica e la poesia del Flauto Magico portano all' ineffabile, ci appare ancora una volta quel
lampo di luce che splendette per un attimo durante il crollo del Tempio di Salomone
quando cadde il
velo.
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