PREFAZIONE
Il
titolo di questo scritto non vuole significare che il misticismo della
Massoneria sia confinato solamente all’Arco Reale e che pertanto non ve ne sia
nei gradi del Craft. Al contrario, come il primo principale comunica al
candidato appena esaltato nell’arco reale, il grado appena intrapreso non è
altro che il completamento del terzo grado del Craft. Perciò si deduce come il
primo sia una parte integrante del secondo e, dunque, la conclusione del suo
insegnamento mistico.
Io
ritengo, come sarà esposto piu’ avanti, che vi sia un eccellente ragione per
separare la cerimonia dell’Arco Reale dai tre gradi del Craft (gradi azzurri)
dato che i gradi azzurri ci guidano attraverso le esperienze della nostra vita
terrena mentre l’Arco Reale cerca d’iniziarci al Grande Mistero della Vita
ultraterrena. E tanto quanto la morte non è la fine della saga dell’Uomo, così
il terzo grado azzurro altro non è che la fine del nostro cammino Massonico.
Infatti, il candidato è “elevato da una morte simbolica” ma è lasciato in
un Limbo della non-conoscenza, dicendogli che “i genuini segreti di un maestro
massone furono perduti con la morte del nostro maestro H.A.”. Tuttavia, al
candidato sono dati dei “segreti sostitutivi”, una sorta di filo di Arianna,
una guida attraverso il labirinto che misticamente indica la transizione
(attraverso χαίρος e non χρόνος)
fra la vita sulla terra e l’aldilà.
E’possibile ritrovare lo stesso insegnamento nella mitologia – Teseo nel
labirinto di Creta – e nei e
misteri greci (Eleusini), come in circa tutti gli altri scritti mistici (La
nuvola della non-conoscenza, la scura notte di S.Giovanni della Croce, ecc.).
Se
l’Arco Reale non fosse una parte integrante del Craft, quest’ultimo sarebbe
un insegnamento incompleto. Infatti, il suo ruolo sarebbe puramente allegorico e
non mistico, dato che l’essenza di un insegnamento mistico è di concedere
all’uomo uno sguardo su cosa si cela dopo la morte e di mostrargli la sua
intima connessione con cosa si cela prima della morte: difatti la nascita e la
vita sono inesplicabili tanto quanto la morte.
NASCITA
L’istruzione
nel misticismo della Libera Muratoria inizia con il primo grado dove tutti i
simboli indicano la nostra introduzione all’μοίρα quale il Grande Architetto dell’Universo ci ha chiamato. Il nostro
stato in quel momento, uno dei due grandi momenti mistici della nostra vita, è
fissato nelle nostre menti dalla nostra preparazione prima della cerimonia [i]
e dal ritornello del rituale durante la cerimonia che entriamo nella vita
“poveri e spogliati di tutto, in uno stato d’indigenza assoluta”.
LAVORO
Il
secondo grado si riferisce simbolicamente alla vita di lavoro e fatiche che si
estende dalla nascita alla morte. Sottolinea inoltre che il progresso, che
dobbiamo seguire durante la fase materiale della nostra esistenza, sia da
identificarsi essenzialmente nell’innalzamento del livello della Materia,
pertanto l’importanza relativa della Scienza, che occupa il piu’ alto grado
del lavoro materiale. Persino l’Altissimo è denominato in questo grado Grande
Geometra dell’Universo.
E’
rattristante che la massa dell’umanità non-iniziata e persino molti massoni
non concepiscano che il progresso scientifico dovrebbe sempre e solo essere
diretto verso il disegno finale, ossia il progetto del Grande Geometra
dell’Universo.
MORTE
“…quando
grazie a tale contemplazione essa vi ha condotto attraverso gli intricati
sentieri di questa vita mortale, essa vi istruisce infine su come morire.”
Mi
chiedo in quanti realizzano in che modo il
rituale del terzo grado simbolizzi da vicino il χαίρος
o “momento” della morte. Coloro i
quali sono stati vicini alla morte hanno testimoniato di aver rivisto tutta la
loro vita passare davanti agli occhi: allo stesso modo il rituale ricapitola
tutta la vita massonica prima di portarci attraverso le “porte dell’aldilà”.
Quindi
siamo elevati, ma lasciati in uno stato di disorientata confusione: dove andiamo
da qui? Ossia da quello stato di transizione che secondo il libro dei morti
tibetano dura 49 giorni? Ci è appena data una tenue direzione, e non è fino
all’esaltazione nell’arco reale che la rivelazione finale completa la nostra
resurrezione.
INTRODUZIONE
L’arco
reale cerca di comunicarci un immagine della vita dell’aldilà. La certezza
della sua esistenza è fissata nella nostra mente dalle nostre tradizioni,
educazione e crescita, così come da una sorta di sesto senso corroborante
l’idea comune che la vita sulla terra, con tutte le sue tribolazioni, sarebbe
priva di significato se non ci fosse alcuna forma di esistenza o vita dopo di
essa.
Comunque,
immaginare la vita dopo è estremamente difficile. Nessuno è stato attraverso
la morte, od è stato in grado di dirci come era: chi potrebbe comunicare
l’impressione dell’odore di una rosa a qualcuno che non ne ha mai annusata
alcuna? Pertanto dobbiamo basarci sulle parole dei mistici visionari; e la prova
che questi racconti hanno qualche fondamento di verità, persino se
incomprensibile a noi, giace nella similitudine dei loro racconti dove la vita
nell’aldilà è una forte integrazione o comunione con l’Essere Supremo, in
qualsiasi modo esso sia chiamato: יהוה, Brahmah, Allah, Іησοΰ,
Cristo.
Ogni
mistico ha testimoniato questa re-integrazione con la fonte di tutte le
creazioni, il מלכות
della Kabbalah, e qualcuno di loro è
stato così fortunato di vedere tutto in una visione. Senza rivelare alcun
segreto dell’Arco Reale posso dire che, per me, questo è cio’ che questo
grado illustra attraverso il suo simbolismo.
Il
suo rituale cerca di re-integrarci con il Vero e Vivente Iddio Altissimo, nello
stesso modo con cui il rituale del Craft cerca di integrarci con la nascita,
vita e morte spirituale. Questa re-integrazione con la Suprema Fonte ed Essenza
puo’ essere ottenuta solo attraverso un unione mistica.
DEFINIZIONE
Prima
di procedere oltre, ritengo che la parola “misticismo” debba essere definita
cosi’ da chiarire il significato attribuitogli quando è collegato all’arco
reale, o ad altro rituale esoterico. Il dizionario inglese Chamber definisce
“misticismo” come un “abitudine e tendenza del pensiero religioso e del
sentimento di chi cerca diretta comunione con Dio o il Divino”: in altre
parole quello che i Buddisti chiamano “Nirvana” ed i cristiani la
“comunione dei santi”.
Devo
inoltre avvertire il lettore che questo articolo non è un pronunciamento
autorevole. Come in tutti gli scritti mistici, siano essi di Santi, di
Kabbalisti o Dervisci, o di coloro i quali semplicemente aspirano al misticismo,
si tratta puramente di una comunicazione personale, cosi’ personale che a
qualcuno di voi con un differente passato ed esperienze potrà non fare suonare
le stesse note e determinare una simile comprensione[ii].
Tuttavia a qualcuno potrà pizzicare le corde giuste e svegliare quell’alito
Divino che tutti abbiamo e che ci permette di sentire ancora - o forse per la
prima volta - quella “ferma piccola voce”[iii]
(1 Re, xix, 12) che per la maggior parte di noi è cosi’ silenziosa, cosi’
frequentemente silenziosa.
Pertanto
questo articolo non è un pronunciamento ex cathedra Arcani Regalii, ovvero una
citazione autorevole della cattedra dell’Arco Reale del capitolo del quale
faccio parte, ma il de profundis spiriti mei, in altre parole, dalle mie
emozioni e sentimenti. Pertanto
così deve essere considerato.
RITUALE
Per
quei lettori che non sono maestri muratori, una breve spiegazione del rituale
dell’arco reale, senza rivelare impropriamente, deve essere fatta, se si
vogliono comprendere piu’ chiaramente i prossimi paragrafi. Tuttavia, si deve
specificare subito che una completa comprensione da parte del lettore non sarà
ottenuta fino all’esaltazione in un capitolo ed in particolare dopo il
passaggio attraverso gli scranni dei tre principali. Persino il candidato è
informato che i segreti completi dell’arco reale non gli saranno comunicati e
che una completa comprensione del grado non si avrà finché non sarà passato
attraverso quegli scranni.
Come
nei gradi del Craft vi è una preparazione - benché sia piu’ verbale che
connessa alla vestizione - prima della cerimonia. Il modello dei gradi del Craft
è seguito con l’affidamento di una parola di passo che porta al grado, dopo
la quale la cerimonia culmina nell’esaltazione del candidato, in cui difatto
il grado è conferito con la comunicazione della Ineffabile Parola che fu persa
tradizionalmente al tempo in cui il terzo grado è stato originalmente avvenuto
e susseguentemente riscoperta, secondo la tradizione massonica, al tempo in cui
la prima cerimonia dell’arco reale fu condotta. Susseguentemente tre letture
sono presentate al candidato da ciascuno dei tre principali, e corrispondono
grossolanamente all’esortazione dopo l’iniziazione, la seconda tavola di
tracciamento e la storia tradizionale, che sono date rispettivamente nel primo,
secondo e terzo grado del Craft.
La
prima lettura è la lettura storica, che dipinge la storia della prima
massoneria e dei primi massoni, alcuni dei quali sono menzionati nella
massoneria del Craft, come Re Salomone. La seconda lettura è la lettura
simbolica che puo’ essere comparata alle spiegazioni degli attrezzi del grado
nei tre gradi fusi in una unica, con l’eccezione che gli attrezzi sono
differenti. La lettura simbolica, infatti, è una trasposizione nella vita
ultraterrena delle letture sugli attrezzi di lavoro di questa vita. Pertanto ha
un suo simbolismo che mira, secondo la mia opinione, ad innalzare i sentimenti e
le emozioni del candidato verso i sentimenti e le emozioni superiori (cfr. Fig.
2). La terza lettura è chiamata lettura mistica ed è l’apoteosi di questo
grado. E’ il momento in cui il primo principale spera d’innalzare l’intera
assemblea di compagni, il Sanhedrim, nella visione ed unione mistica con il Vero
e Vivente Iddio Altissimo. Questa è l’importanza della lettura mistica, ed è
un peccato che al giorno d’oggi tanti principali recitino questa lettura a
memoria e siano solo preoccupati di conoscere la giusta sequenza di parole[iv],
anche se possono depauperare le parole di significato grazie alla scorretta
punteggiatura e dall’assenza di enfasi nei punti cruciali. Lo stesso si puo’
dire, anche se in misura minore, delle altre due letture che virtualmente sono
le uniche performances degli altri due principali nella cerimonia.
Non
ostante la piccola parte verbale del primo e secondo principale, l’arco reale
è un vero e proprio triumvirato, nello stesso modo in cui le logge del craft
sono autarchiche: il maestro venerabile dirige la loggia da solo, nel senso che
ha pieno potere e non gli è richiesto di consultare i suoi sorveglianti; i tre
principali inevce dirigono insieme coralmente, tre in uno, come una trinità.
Questo nuovamente è simbolo dell’essenza trina della Divinità, come
sottolineato dalla letteratura mistica di tutte le religioni, persino nelle
strette fedi monoteistiche ebraica e mussulmana (vedi lo Zohar, un lavoro
kabbalistico, e vari scritti sufi).
Infatti
era solo fino a poco tempo fa che l’intero rituale dell’arco reale era
interamente eseguito in tre: all’inizio di questo secolo[v],
solo i tre principali e molti ex Primi Principali formanti gruppi di tre
potevano presenziare all’apertura di un capitolo; nessuna esaltazione poteva
essere eseguita a meno che non si avessero tre candidati. Al giorno d’oggi, la
“guida” del candidato ed il suo assistente (equivalenti ai diaconi nella
massoneria del Craft) impersonificano gli altri due candidati, avendo (il
candidato, ndt) la seconda parte
piu’ importante del rituale. Se ci sono due candidati allo stesso tempo, la
“guida assistente” non partecipa, preservando la trilogia. L’importanza
del simbolismo della trilogia dimostra che l’arco reale si relaziona con il
nostro rapporto con Dio, nello stesso modo in cui il Craft si relaziona con il
nostro rapporto con l’Uomo - questo è infatti citato nel rituale - e speriamo
che il simbolismo della Parola, che finalmente viene ritrovata in questo grado,
ci possa portare piu’ vicini alla VERITA’ finale: Dio è Verità.
Io
mi scuso con i massoni dell’Arco Reale per questo noioso preambolo, ma
potranno avere trovato in queste spiegazioni una chiarificazione di quello che
per loro dovrebbe essere conoscenza comune ma che per il maestro muratore non
esaltato è un mistero non ancora svelato.
STORIA
Molti
massoni dell’arco reale conoscono le parole della lettura mistica del Supremo
Grado del Capitolo del Arco Reale di Gerusalemme, ma mi chiedo quanti si siano
soffermati a considerare le implicazioni che si celano dietro il titolo dato a
questa lettura dagli ideatori di questo rituale. La prima lettura data da J., la
lettura storica, è auto-spiegante: narra la storia, seppur allegorica, dello
sviluppo delle tre maggiori fasi della massoneria tradizionale. Dico
“allegorica” in quanto, che sia stato voluto o meno dagli ideatori del
rituale, riassume le tre maggiori scoperte del monoteismo nella ricerca
dell’uomo per una vera religione o per una verità religiosa:
1.
DIO, il Magnificente Spirito, il Creatore.
ONNIPOTENTE
אלחים
L’ELHOIM
del primo comandamento proclamato a Mose da lampi e fulmini, fuoco e fiamme, che
ha ispirato il nostro primo gran maestro ad esclamare: “TEMERAI il Signore Dio
tuo” (Deuteronomio vi,13)[vi].
Questo è il Dio del “Magnificat”.
2.
DIO, il Santissimo, il Re, Il Giudice
ONNISCENTE
אלשדי
EL
SHADAI che in realtà è scritto con le lettere in ebreo che significano il
SANTISSIMO.
Questo
è il DIO della vendetta, il Dio che punisce ma allo stesso tempo il dio saggio
che ha inspirato il nostro secondo Gran Maestro, Re Salomone, nel suo giudizio,
ed allo stesso tempo la PAURA di chi si è inspirato ai proverbi di Salomone, ma
questa volta con una differenza che indica un marcato progresso teologico o
spirituale: non è piu’ una paura cieca, ma una paura saggia.
3.
DIO, il Personale, pieno di grazia, l’Eterno, il Buono.
ONNIPRESENTE
יהוה
Il
grande “io Sono” ed ancora il Dio dell’amore , Dio il padre, il
perdonatore dei peccati, che ha portato il nostro terzo gran maestro
“Zorababele” fuori dalla cattività per rimetterlo nel trono dei suoi padri,
lo stesso che ha detto alla sua gente amata, attraverso le parole del profeta
Haggai: “io SONO con voi” . (Haggai i, 13).
SIMBOLISMO
La
seconda lettura detta da H. Anche la lettura simbolica è auto-spiegante. Narra
di tutti gli ornamenti del capitolo, mobili ed immobili e spiega il loro
simbolismo. Ancora una volta, è interessante notare che “Misticismo” come
definito dal vocabolario, soggiace a questa lettura, dato che la maggior parte
di esso si basa sul simbolismo della divinità. Nella
maggior parte di questa lettura, questo soggetto è appena toccato: si fa
appena un riferimento alla “parola sacra”, eppure è l’anticipazione della
lettura mistica, non solo ne è la prefazione ma puo’ essere interpretato con
sette Scuole di rivelazione mistica, distribuito lungo quattro differente
sezioni della lettura.
1.
Il misticismo preistorico della grotta (Cromagnon ed altri) ed il
misticismo Eleusino della Germinazione (ossia I misteri della Natura) come
suggerito dalla volta e dal suo sacro contenuto.
2.
Il misticismo Kabbalistico, come evidente nella disposizione delle luci,
ed il sigillo di salomone nel Gioiello indossato dai compagni.
3.
Il misticismo pitagorico e neo-platonico, entrambi contenuti brevemente
nei 5 corpi platonici e piu’ dettagliatamente nella triangolazione delle luci
e nella geometria della tripla Tau e del Gioiello.
4.
I due famosi misticismi che in fatti appartengono molto probabilmente
all’unica Scuola, perché sono cosi’ evidentemente simili da considerarsi
identici, ossia il misticismo ebraico della visione di Merkabah di Ezechiele
(Ezechiele, capitolo 1), ed il misticismo cristiano della visione
dell’apocalisse di San Giovanni (Rivelazione, capitolo 4). Entrambi hanno la
stessa visione mistica della Shekinah ossia la Divina Immanenza che cavalca una
carrozza incandescente ed infiammata, tirato da quattro bestie angeliche:
l’uomo, il leone, il bue e l’aquila (Ezechiele 1,10 e rivelazione 4,7), gli
emblemi della benedizione patriarcale, che furono successivamente disegnati
sulle insegne delle quattro tribù che controllavano rispettivamente le colonne
di Sud, Est, Ovest e Nord nella marcia, accampamento e battaglia durante
l’esodo (Numeri, capitolo 2). Cfr. Fig. 1
TRADIZIONE
Sembrerebbe
appropriato segnalare a questo punto che la cerimonia dell’Arco Reale consiste
nella Fase Mistica delle cerimonie del Craft, come osservata in molte religioni
e vista in tutti i misteri attraverso i tempi; e come in molte religioni e
misteri, si riferisce alla Resurrezione, o Rinascita o Rigenerazione in uno
stato spirituale superiore dopo la nostra morte materiale, come descritta nel
terzo grado del Craft, che segue la vita lavorativa di un uomo, rappresentata
nel secondo grado, preceduta dalla nascita materiale, illustrata dalla nostra
cerimonia d’iniziazione.
La
stessa sequenza si trova nel Libro esoterico di Enoch, nel libro dei morti
tibetano ed egiziano, nei misteri di Eleusi, nelle novelle delle molte vite di
Gautama e Budda, in entrambe le versioni del misticismo ebraico kabbalistico ed
Hassidico, nel Platonismo e Neo-Platinismo, nella liturgia Cristiana (es. la
Messa) e nel misticismo Sufi dell’Islam (come esemplificato dalla danza
rituale dei Dervisci Mevlehvi o roteanti). Tutto questo dimostra la fantastica
unità e lo scopo comune delle religioni e dei misteri esoterici del mondo
durante la storia.
Benché
sia conoscenza comune che le religioni principali nel mondo contino milioni,
persino centinaia di milioni di adepti, è raramente conosciuto, nello
scettico emisfero occidentale, che i rituali e misteri esoterici contino
migliaia di iniziati in Oriente, dai veri Fakiri e Yogi fino ad i monaci
buddisti tibetani. Nel vicino Oriente, l’Islam ha i Sufi e Dervisci,
quest’ultimi non ostante il pressoché costante tentativo di tutti governi di
spazzarli via. In Occidente ci sono i poco conosciuti “circoli privati” di
alcuni maggiori ordini monastici Cattolici, Greci ortodossi e Russi ortodossi;
ma al contrario dell’Oriente che è ancora prolifico, l’unico mistero che
ancora prospera nella società occidentale è la Libera Muratoria il quale
misticismo, invece di essere innalzato, è stato soppiantato purtroppo da virtù
più materialistiche e terrene ed il quale rituale significa men che meno alla
stragrande maggioranza dei suoi piu’ ardenti ed eruditi esponenti.
Se
le maggiori religioni del mondo mostrano una sorprendente similarità nello
scopo, quando si considerano le mistiche piu’ illuminate, come S.Teresa di
Avila, Abraham Abulafia or Ibn Arabi, per citare tre dei piu’ rappresentativi
visionari delle tre religioni monoteistiche ad origine comune, o come quando si
leggono lavori come le Upanishads, l’I Ching, Il Bagavad Gita e lo Zohar,
appartenenti a culture ed a tipi di essere umani cosi’ differenti, si è
colpiti dalle similarità delle Idee e dalle rappresentazioni utilizzate per
descrivere la Deità.
Questo
da solo dovrebbe essere una prova sufficiente della unicità di Dio. Purtroppo,
la enorme difficoltà di materializzare quello che puo’ essere solo una
rivelazione spirituale della Shekinah o Divina Immanenza, ha reso sia i mistici
che i loro detti piuttosto incomprensibili agli altri uomini. Per questo motivo
molti di essi furono sottoposti a martirio perché cosi’ incompresi da passare
per eretici all’interno della loro stessa fede, la stessa fede in cui
cercavano cosi’ fortemente di instillare una nuova e piu’ vigorosa linfa. Il
trattamento piu’ gentile a cui erano destinati i mistici era la derisione: la
sottile linea di demarcazione che separa il mistico ed il genio con il lunatico.
MISTICISMO
Quando
si arriva alla vera e propria lettura mistica, detta da M.E.Z., si raggiunge la
seconda apoteosi del grado (la prima è ridare la luce al candidato, che
simbolicamente gli da una piena realizzazione della sua resurrezione
dall’intermediario materiale delle mani del P.S.). Il misticismo della prima
lettura è elementare, superficiale; appena una sintonizzazione sulla corretta
lunghezza d’onda. Corrisponde alla parte del corpo di un uomo che è
normalmente sintonizzata sul livello superiore, la volontà di Dio, per la quale
ragione l’uomo non ha controllo su di esso – mi riferisco all’ “istinto
di movimento”, le funzioni del corpo autonome come la digestione, metabolismo,
circolazione, ecc.
Il
misticismo della seconda lettura è piu’ profondo, la lunghezza d’onda, ora
sintonizzata è anche amplificata. Qui, la dissertazione mistica
dell’Altissimo è piu’ penetrante con analogie alla Merkabah ed alle visioni
Apocalittiche. Scopo di questa lettura simbolica è di trasferire il candidato
dal comune centro emotivo (Fig. 2) al suo piu’ alto centro emotivo – spazio
n°5- attraverso quello che Aldous Huxley chiamo’ “le porte della
percezione” (Huxley era solito utilizzare Mescalina ed acido lisergico per
questo scopo) .
In
fine, la cerimonia raggiunge il suo crescendo nella lettura mistica e, come se i
nostri corpi fossero realmente sintonizzati, raggiungiamo il punto di risonanza.
Per questo, le tre parti, che possiamo piu’ o meno controllare, devono essere
sincronizzate in perfetta ATTENZIONE, ossia il nostro corpo, le nostre emozioni
e la nostra mente. Questo è cio’ che la letteratura mistica cerca di
raggiungere per noi cominciando con il corpo: il primo terzo di queste letture
concerne infatti il misticismo dei segni e delle penalità dell’arco reale,
che sono entrambe allegorie fisiche illustrate da azioni corporee dal maestro e
dall’allievo (M.E.Z. ed il candidato).
PENITENZA
Il
primo segno ci dice di separare la nostre mente, ossia il nostro intelletto dal
processo. L’intelletto normale o logico – spazio n°3 – che è l’unica
funzione che la civiltà occidentale puo’ controllare propriamente, è
grossolanamente sovrabusuato. E’ utilizzato per funzioni che non gli
competono. Il primo commando non sarebbe necessario ad oriente. Questa infatti
è stata la punizione di Adamo: il frutto proibito mangiato proveniva
dall’albero della sapienza. Perché non scelse il frutto dell’albero della
vita? Era già in possesso delle proprietà elementari – al contrario delle
credenze popolari occidentali, il bambino appena nato è pienamente conscio,
COSCIENTE, SVEGLIO, ma senza conoscenza non puo’ raggiungere i benefici della
coscienza. Il peccato è che noi, in Occidente, quando proviamo ad instillare la
nostra conoscenza ad un infante, non ostante da prima automaticamente, poi
inconsciamente ed infine quando siamo spiritualmente addormentati, lo mandiamo a
dormire e lo rendiamo incosciente come noi: questa è la punizione delle colpe
dei padri menzionata nel primo comandamento (Esodo, 20,5). Non ci vogliono molti
anni ad un bambino per raggiungere il nostro Essere, del quale il VLS dice:
“per coloro che hanno occhi e non vedono; per coloro che hanno orecchie e non
sentono”. Questo è menzionato otto volte nell’antico testamento (sei volte
in Isaiah) e quattro volte nel nuovo testamento (Matteo, Marco, Paolo, Atti).
Quindi
il primo segno ci consiglia forzatamente di limitare il nostro intelletto and il
secondo segno ci dice che, chiudendo il nostro intelletto con la mano sinistra,
dobbiamo dare ascolto al nostro cuore (o le nostre emozioni) nella maniera dei
primi padri cristiani, la mistica della “Philokalia”. Ciò permetterà al
nostro Essere di passare nella stanza n° 4 e di gettare un primo sguardo alla
Shekinah che ci accecherebbe se realmente potessimo farlo, e quindi la necessità
di imitare il nostro Gran Maestro Mose’ coprendoci gli occhi. Questo segno
inoltre implica che dovremmo guardarci dentro anziché esternamente come
solitamente si è soliti fare: la “lieve e decisa voce” [vii] è dentro di noi, non al
di fuori.
Il
terzo segno implica che abbiamo raggiunto il punto del “non ritorno”, in cui
l'agonia della nostra nuova illuminazione diviene insopportabile e preghiamo
l’Onnipotente di aiutarci ad attraversare “le porte della percezione”.
Adamo ha ricevuto la sua conoscenza, dopo aver mangiato il frutto, in un modo
tanto veloce ed indigeribile che ha dovuto pregare l’Onnipotente di rimuovere
il dolore.
Questo
si potrebbe fare soltanto rimuovendo la fonte dell’indigestione, ossia il
nostro presente stato d’ignoranza che possiamo superare lavorando duramente; e
sembra che siamo capaci di farlo soltanto a livello materialistico: scienza e
tecnologia. Lo stesso destino in cui cadde Adamo ha fatto impazzire molti uomini
che, emulando il loro primo antenato, hanno provato a “rubare” la Luce di
Dio (i Greci lo chiamavano il Suo Tuono o il Suo Fuoco) cercando delle
scorciatoie per raggiungere un livello spirituale piu’ alto di quello per cui
erano stati preparati dai loro sforzi e comprensioni: in Oriente si narra
dell’allievo che giunse ad una fine non felice utilizzando gli insegnamenti
rubati dal suo Guru, prima che quest’ultimo lo giudicasse fisicamente e
mentalmente pronto per imparare. E attraverso i cinque continenti, si narra
tristemente di rovina e di miseria portate dalla cattiva gestione di molteplici
farmaci; purtroppo, oggi, persino il motivo per prendere dei farmaci non è più
tanto elevato di quello che ispirò il primo uomo.
RISVEGLIO
Il
segno Esortatorio è spiegato bene nella lettura rituale e non ha bisogno di
ulteriori commenti, salvo che mostra molto chiaramente il nostro stato d’animo
nella stanza n°4: non possiamo fare niente e dobbiamo lasciarci portare
attraverso questa fase dalla Grazia Divina. Allo stato del nostro progresso
spirituale, i nostri sforzi o esperienze precedenti ci hanno lasciato troppo
deboli per svegliarci e salire alla stanza n° 5 senza l’aiuto Divino.
Se
proviamo a fare qualche cosa per conto nostro, raggiungeremo soltanto un
risultato negativo che ci getterà nuovamente dentro le emozioni negative della
stanza n° 2; e se cadiamo da là, l’impatto sarà molto più grande (questo
era il fato degli angeli caduti) di quando cadiamo giornalmente nel nostro basso
livello di sviluppo spirituale. Questo spiega l’alto numero di mistici caduti
che sono divenuti religiosi bigotti e pericolosi eccentrici, contagiando
l'umanità con la loro negatività, alterando, distorcendo e misinterpretando, a
volte criminalmente, la verità Mistica; il V.S.L. è solitamente il principale
obiettivo e strumento della loro misinterpretazione.
Naturalmente,
come in tutte le apoteosi, la sezione della lettura Mistica sui segni, finisce
con la visione delle visioni e quindi nel segno di Fiducia dell'uomo che è
entrato nella stanza n° 5 della sua più Alta Emozione e vede la Shekinah nella
pienezza della sua Gloria materiale - materiale soltanto, perché siamo ancora
al livello del corpo: il primo terzo, se vi ricordate, della lettura Mistica è
stato disegnato per elevare il corpo attraverso le stanze della “Casa
dell’Uomo”. Ciò è il primo passo dell'entrata nel regno di cielo, o
almeno, il più vicino possibile da questa terra. Una luminescenza gloriosa ci
illumina interamente, e benché prostrati davanti al nostro creatore, il nostro
corpo è così leggero ed etereo che non precipitiamo, ma rimaniamo in questa
posizione e gioiamo nel calore beatifico della Divina Incandescenza. Questo è
il primo passo nella vita terrena della Comunione dei Santi, l'integrazione
parziale qui sulla terra dell'uomo, il Microcosmo, con il suo dio, il
Macrocosmo. Il progresso della creazione, lanciata nell’Evoluzione dalla
volontà di Dio, ha raggiunto il suo altro confine della perfezione ed il suo
ultimo scopo, con l'involuzione da un atto della libera volontà concessa dal
creatore alla sua creatura umana che ora comincia il viaggio di ritorno ripido
ed arduo nuovamente verso la Fonte di vita e di conoscenza, da dove si era
diffuso originalmente.
CONTEMPLAZIONE
Le
seconda e terza sezione della lettura Mistica sono strettamente collegate
l’una all’altra e la prima è una specie di introduzione alla terza.
Infatti, l’intera composizione della lettura Mistica ricorda un sonata ed in
particolare, quella in DO minore di Beethoven, conosciuta comunemente come
Sonata al chiaro di Luna. La prima parte sembra essere un tema indipendente; il
secondo, un breve interludio ad un passo più rapido, pone l'ascoltatore nel
giusto stato della mente per ricevere il tempestuoso cromatismo del terzo e
finale movimento.
Dopo
aver preparato il nostro corpo dalla prima sezione della lettura Mistica, che
denominerò la sezione Penitenziale o Ascetica, possiamo girarci verso l'interno
e guardare la nostra anima, la sede delle nostre emozioni. Il movimento
introspettivo è simboleggiato da una discesa nella camera sotto la volta e, in
questa sezione comincia immediatamente con un descrizione dell’altare, il suo
centro. In questa seconda sezione, che denominerò la sezione Contemplativa, la
lettura Mistica è breve: dopo tutto, il silenzio perfetto, sia verso
l’esterno che l’interno, sarebbe il metodo ideale di raggiungere il
risultato voluto di invertire il senso dell’Attenzione, ossia seguendo la
testa che indica verso l’interno della freccia a doppia testa
dell’Attenzione Perfetta (Fig. 3), come concepita così brillantemente da
Gurdjieff e spiegato da Ouspensky, J. G. Bennett e da altri discepoli che hanno
insegnato la sua filosofia. Tuttavia, in un rituale che trasporta il suo
simbolismo attraverso la parola, una pausa di circa due minuti e mezzo - il
tempo necessario ad enunciare questa parte correttamente – sarebbe tanto
incompatibile quanto un ipotetico secondo movimento della stessa durata
completamente silenzioso in una partitura a tre come la sopramenzionata sonata.
Rovinerebbe inoltre il suo scopo (specialmente con l'uomo occidentale per quale
il silenzio completo è portatore di distrazione piu’ che tendente alla
contemplazione) giudicando dalle nostre abitudini educative e perfino sociali
come “mandare un uomo a Coventry”[viii],
il silenzio è usato in occidente perfino come efficace mezzo di punizione. Di
conseguenza, quello che dovrebbe essere una pausa da riflessione sul sé per
aspettare di sentire la “lieve e decisa Voce”[ix]
è stato riempito di un picchiettio fastidioso che aumenta gradualmente fino al
primo crescendo della terza sezione Apocalittica.
APOCALISSE
La
seconda sezione suppone che la nostra mente sia stata quietata nella prima
(primo o segno penale) e che il nostro corpo sia già nella sala n°5. Quindi
prende le nostre emozioni dalla stanza n°2 alla stanza n°4, conducendoli
delicatamente alla soglia della porta della stanza n°5 e, quando l'anima
ricongiunge il corpo in quest’ultima stanza, raggiungiamo l’apoteosi ossia
la Rivelazione della terza sezione, che ho denominato la sezione Apocalittica
della lettura Mistica e, in verità, di tutta la cerimonia e del grado stesso.
Quando
il corpo e l’anima sono entrambi nella sala n°5, lo spirito discende su noi
dalla stanza n°6 e ci trasporta là per rivelarci l’Immanenza Divina che
abbiamo dentro noi. Ogni scrittura mistica in tutte le religioni e misteri
culmina nella stessa rivelazione del nome Divino. L'unica variazione è nel nome
in se, che è foneticamente adattato alla lingua del posto ed ispira la piu’
grande elevazione a quella razza di uomini per i quali quella religione o
mistero è la guida della loro vita e comando del loro Creatore. Per il
cristiano occidentale, è il Cristo dell’Apocalisse di San Giovanni. Per il
cristiano ortodosso,è la ’Ιησοΰς
della Philokalia. Per il Mussulmano è
Allah. Per il Buddista Tibetano è il nome delle 7 Devas, Per i primi
indo-europei della civiltà sanscrita, era l’Om. Per i seguaci di Zaratustra,
è Baal (che è divenuto Bul o Bal nel nostro rituale). E per gli Ebrei è Jah,
e più completamente, il nome Mistico compitato nelle quattro lettere ebraiche
del Tetragramma: הוהי
Tutti
questi nomi sono stati anche chiamati Mantra e, con l'eccezione dell’ultimo,
sono pronunciati ripetutamente, a volte come una litania, a volte con volume
crescente fino al punto di urlare il nome Sacro, come è pratica presso i
Dervisci Bektashi, o dei Dervisci urlanti, dai quali ranghi venivano solitamente
selezionati i Giannizzeri e le truppe speciali dell'impero Ottomano (erano sette
milioni nel 1820, prima che fossero prese delle misure per sopprimere il più
grande e rilevante ordine del mondo cristiano, anche se fu il Sultano a dare il
nefasto ordine per la loro estirpazione). Questo è stato il modo per arrivare
alla Comunione Divina nella mistica di tutte le religioni, tranne che per gli
ebrei Kabbalisti e Hassidici. Infatti, noi abbiamo familiarità con la litania
Cristiana Occidentale:
Signore
pietà
Cristo
pietà
Signore
pietà
La
chiesa orientale utilizzò la “Preghiera del cuore” dei primi padri della
Philokalia:
’Ιησοΰς,
́Ύιός
Θεού,
χύριε
έλέϊσον
(Gesù,
figlio di Dio, abbi pietà di me)
La
litania Sufi: "Allah Akhbah." (Dio è uno)
KABBALISMO
Il
Kabbalista o ebreo Hassidico si è trovato di fronte ad un problema: come tutti
gli Ebrei - e come accennato nella seconda tavola di tracciamento nel Craft -
era proibito pronunciare il Grande, Terribile, Tremendo ed incomprensibile nome
dell’Onnipotente, tranne forse una volta all'anno durante il Kipur, il giorno
dell’Espiazione. Di conseguenza, egli ripiega sugli Attributi dell'Altissimo.
Ed ogni scuola di kabbalismo ha le sue preferenze su attributi e nomignoli. Per
esempio, Abraham Abulafia e molti altri kabbalisti meditarono sui tre versi
famosi del quattordicesimo capitolo del Esodo, i versi 19, 20 e 21 che,
nell'ebreo, hanno 72 lettere ciascuno. Il kabbalista legge questi tre versi in
ebraico, normalmente ed al contrario, quindi alternando il primo verso
normalmente ed il secondo al contrario ed il terzo di nuovo normalmente. Vieppiù
le 72 lettere di ogni verso sono state unite in 72 gruppi di tre lettere, ossia
le prime tre, le seconde tre, ecc. e questi gruppi di tre lettere formano 72
parole che sono divenute i 72 nomi del Grande Sanhedrim Celeste, gli Arcangeli
del Sanhedrim che sempre accompagnano la Gloria della Shekinah nelle sue visite
nel mondo terreno.
םהירחאמדמעיוםהינפמןנעהדומעעסיוםהירחאמךליולארשיהנחמינפלךלההםיהלאהךאלמעסיו
הלילהלכהזלאהזברקאלוהלילהתאראיוךשחהוןנעהיהיולארשיהנחמןיבוםירצמהנחמןיבאביו
םימהועקביוהברחלםיהתאםשיוהלילהלכהזעםירקחורבםיהתאהוהיךלויוםיהלעודיתאהשמטיו
Fig.
4. The Shemahamphorash ossia i 72 Nomi di Dio nel suo Grande Sanhedrim Celeste
I
suddetti caratteri ebraici spiegano, nell'originale, i versi 19, 20 e 21 del
quattordicesimo capitolo del libro dell’ESODO. Ogni verso ha esattamente 72
lettere. Nessun spazio è stato lasciato fra le parole in modo che i 72 nomi
mistici formati raggruppando verticalmente e verso il basso una lettera per ogni
verso si potessero riconoscere più chiaramente. Per fare il testo, da destra a
sinistra in ogni linea, più leggibile, ciascuno parola separata comincia con
una lettera maiuscola. L'unica eccezione è nell'ultimo verso che contiene il
nome di Dio di 4 lettere (JHVH); questo è scritto tutto in maiuscolo e la
parola precedente a sinistra è scritta tutta con lettere minuscole (ossia senza
l’iniziale maiuscola come le altre parole) per distinguerla dal Nome.
La
traduzione in inglese di questi tre versi nella versione autorizzata del vecchio
Testamento[x]
si legge:
19.
L'angelo di Dio, che
precedeva l'accampamento d'Israele, cambiò posto e passò indietro. Anche la
colonna di nube si mosse e dal davanti passò indietro.
20.
Venne così a trovarsi tra l'accampamento degli Egiziani e quello d'Israele. Ora
la nube era tenebrosa per gli uni, mentre per gli altri illuminava la notte; così
gli uni non poterono avvicinarsi agli altri durante tutta la notte.
21*.
Allora Mosè stese la mano sul mare. E il Signore durante tutta la notte,
risospinse il mare con un forte vento d'oriente, rendendolo asciutto; le acque
si divisero.
*NB
L’ultimo di questi tre versi forma parte del nostro rituale
Per
concludere, hanno avuto le dieci Sephiroth dello Zohar, di cui le primi tre sono
state denominati la trinità santa della Kabbalah. Tutti insieme formano parte
della visione Zoharica conosciuta come "l'Albero della Vita" e
comincia in realtà prima della prima Sephira (la corona suprema) con
l’incomprensibile Ain Soph (la Parola); ciò non è neppure un attributo perché
è quel qualcosa del Santissimo che ha così poco collegamento con la sua
creazione materiale che non può neppure essere afferrata dagli impulsi
elettrici più sensibili del cervello dell'uomo. Successivamente seguono le dieci
Sephiroth propriamente dette, in ordine di crescente di connessione con la Sua
Creazione materiale, fino a che non concludiamo con Malkuth, l'universo, o Dio
nella Sua Creazione. Ho evitato di proposito di usare la parola "materialità"
in relazione agli attributi Sephirotici del Santissimo, perché il significato
di fondo che esprime quella parola, nella mente dei Kabbalisti, è stato
completamente frainteso ed ha condotto molti rabbini ortodossi ma non mistici,
cosi’ come degli studiosi non ebrei, ad etichettare il Kabbalismo dello Zohar
come Panteistico: la decima Sephira, Malkuth, non è il tutto della creazione in
sè ma lo spirito di Dio, lo Spirito Santo che è il primo motore della
creazione.
Pertanto,
neppure Malkuth stesso è realmente materiale e dovrebbe essere tradotto come
Cosmo, nell'antica accezione greca della parola, e non universo,
nell'interpretazione scientifica moderna di quella parola. Malkuth non è più
materiale che l'alito che il Santissimo ha espirato in ciascuno di noi per darci
la vita, come ha espirato nelle narici di Adamo (genesi II, 7) per alzarlo da
polvere ad uomo.
È
inoltre degno di nota il modo sottile in cui gli attributi divini o Sephiroth
sono organizzati in crescente ordine di relazione spirituale con il mondo
materiale che insieme creano: La corona suprema, la saggezza, l’intelletto, la
misericordia, la severità o giustizia, la bellezza o compassione, la resistenza
o eternità, la maestà o gloria, la fondazione o fonte, il regno o l'universo.
ILLUMINAZIONE
Questi
sono solo alcuni esempi degli usi mistici dei nomi Divini e, nel rituale
dell'arco reale, abbiamo un altrettanto buon esempio cosi’ come in ogni scuola
esoterica attaccata; o dovrei dire "distaccata" da una religione
terrena. Non abbiamo bisogno di ulteriore prova per
dimostrare che il paragrafo che espone la Parola sul Cerchio è un momento
puramente mistico, tranne che ricordarci che altro non è che una ripetizione e
prolungamento dell'ottavo verso del primo capitolo della rivelazione di San
Giovanni, dato che quell’intero libro del nuovo Testamento è apocalittico o
mistico. In questo Z. prova ad "esaltare" il suo neofita, ossia a
comunicargli un senso della visione mistica, o della comunione che ha avuto con
la Shekinah alla sua stessa esaltazione e, successivamente, alla sua cerimonia
di installazione che oggigiorno è così abbreviata da essere irriconoscibile.
La
descrizione della parola sul triangolo ci guida ancora attraverso una serie
intera di scuole esoteriche di misticismo ed infine il mantra sviluppato sulle
tre lettere dell'alfabeto ebraico costituisce un ottimo metodo per raggiungere
uno stato fisiologico del corpo e stato psicologico mentale tale da facilitare
il raggiungimento della visione mistica, o (come gli psichiatri moderni
definirebbero) un’allucinazione schizofrenica in uno stato di catalessi o
epilessia, a seconda che colui che ha la visione rimanga tranquillo, o ruoti
intorno come i Dervisci o uno dei primi Quaccheri.
GIUDIZIO
Sono
il misticismo e le sue visioni, le urla violente o incoerenti di uno
schizofrenico affamato di sesso (Freud), la inutile e debole fame di umanità,
come il mondo occidentale materialista ed i suoi psichiatri le definirebbero? O
è il primo passo, qui in questa vita sulla terra, della nostra re-integrazione
nella forza creativa da dove abbiamo avuto inizio, dopo la resurrezione
nell’aldilà? È la degradazione dell'uomo al di sotto del livello
dell’animale oppure è il suo elevarsi momentaneo, oltre le tre dimensioni
visibili e la dimensione temporale del mondo materiale, alla seconda e terza
dimensione del tempo; eternità e hyparxis, che sono la quinta e sesta
dimensione dell'universo? Dopo tutto, quest’ultima concezione è quella di un
brillante matematico e fisico quale Raynor C. Johnson, M.A., Ph.D., D.Sc. che il
mondo materialista occidentale lo considera così sano di mente da farlo Master
del Queen’s College all'Università di Melbourne.
È la vendita dell’anima al diavolo ed alla dannazione eterna, come i nostri
antenati lo definivano per i malati in un manicomio ?
O è la più alta forma di
salvezza eterna, l'unica e reale comunione con Dio, mentre siamo ancora in vita
su questa terra?
Lascio
a ciascuno di voi la risposta su questo più grande di tutti i dilemmi
spirituali ma, prima che vi facciate un’idea, lasciami avvertirvi che, a meno
che non abbiate avvertito mai qualche cosa di natura mistica, persino un
semplice assaggio, vuoi utilizzando i vecchi metodi ortodossi o le moderne
scorciatoie quali la mescalina o l'acido lisergico come Aldous Huxley e gli
indiani messicani fanno, o vuoi utilizzando altre abitudini quali i pericolosi
oppiodi orientali, non c’è modo con cui si possa formare un opinione su
questo argomento, perché il misticismo o le richieste dell'uomo al suo creatore
sono così personali che nessun di noi puo’ vicariare i benefici
dell’esperienze provate da altri, a meno che s’impari da essi la via per
ottenere e realizzare quell'esperienza noi stessi.
Questo
può essere quello che gli autori del nostro rituale hanno provato ad
insegnarci. Se la massoneria, ed in particolare l’Arco Reale, non solo hanno
significato ma sono per noi piu’ che un semplice modo di esprimere un codice
etico e morale tramite un ridondante litania incomprensibile; o un metodo
infantile per riempire il nostro ego facendo appello alla nostra vanità
interiore, per ottenere dei sussidi finanziari per cause tanto intrinsecamente
degne che nessun artificio dovrebbe essere necessario; o peggio ancora se la
massoneria è per noi una semplice scusa per fuggire dal nostro lavoro, le
nostre famiglie e mogli alla sera per avere una serata di piacere dimenticandoci
gli affanni e le preoccupazioni attraverso l’allegria amichevole di fratelli
che alle agapi di così tante logge e capitoli, non riescono a pensare di meglio
che gettarsi dei boquet verbali l’un l’altro e darsi pacche sulla spalla; se
la Massoneria e l'Arco Reale in particolare significano per noi molto piu’ di
questo, allora riconosciamo, seppur silenziosamente o incoerentemente, la realtà
e il potere del misticismo, come pure il buono che può realizzare per noi,
individualmente e come confraternita; e, attraverso noi, per l'umanità profana
nel suo insieme elevandola uno o più scalini sulla scala della consapevolezza e
del risveglio di Giacobbe attraverso la comunione con il Signore Dio
l’Altissimo, e l'integrazione trascendentale finale della creatura umana con
il suo Creatore Divino nella vita che verrà.
BIBLIOGRAFIA
Al
di là della mia esperienza e delle percezioni personali su questo soggetto,
sono grato alle seguenti fonti di informazione per, fra le altre cose, fatti ed
idee che ho citato:
The
V.S.L. and in Particular:
The Pentateuch, with commentaries by Dr. Hertz.
Ezekiel, Isaiah and Revelation.
The
Koran
The
Ten Principal Upanishads
The
Bagavad Gita
The
Dhammapada and sayings of Gautama the Buddha
The
sayings of Lao Tzu
The
Analects of Confucius
Prehistoric
Religions, by E. O. James
The
I Ching
The
Scriptures of the Dead Sea Sect
The
Sepher Ha Zohar (The Book of Splendour)
Jewish
Mysticisms, by Gershom G. Scholem
The
Holy Kabbalah, by A. E. Waites
The
Wisdom of the Kabbalah; Edited by D. D. Runes
Various
commentaries of Martin;Buber on Hasidic Texts
The
Secret Sayings of Jesus; or apocryphal gospel according to St. Thomas
Writings
from the Philokalia, translated by Kadloubovsky and Palmer
The
Egyptian Book of the Dead
The
Occult Arts of Ancient Egypt, by Bernard Bromage The Teachings of the Magi, by
R. C. Zaehmer
The
Larousse Encyclopedia on Mythology
The
Mysteries of Eleusis, by George Meautis
The
Dialogues of Plato
Religious
Platonisms, by J. K. Feibleman
The
Tibetan Book of the Dead
Tibetan
Yoga and Secret Doctrines, by W. Y. Evans‑Wentz.
Various
books and publications on the Yogas, Tibetan Esoteric and Zen Buddhism
Sufism,
by A. J. Arberry
The
Wisdom of Israel, by Lewis Browne
The
Wisdoms of India and China, by Lin Yutang (2 books)
Wisdom
is One, compiled by B. W. Huntsman and published by John M. Watkins
Mysticism,
by F. C. Happold
All
the published and some unpublished works of G. I. Gurdjieff
All
the published works of P. D. Ouspensky, M. Nicoll and R. Collin
All
the published works of J. G. Bennett and his lectures on Christian and Sufi
Mysticism
All
the published works of J. W. Dunne
The
Imprisoned Splendour, by Professor Raynor C. Johnson
Nurslings
of Immortality, by Professor Raynor C. Johnson
Watcher
on the Hill, by Professor Raynor C. Johnson
The
Doors of Perception, by Aldous Huxley
Heaven
and Hell, by Aldous Huxley
Mind,
Perception and Science, by W. Russell Brain
The
Nature of Experience (a Riddell lecture), by Sir Russell Brain
What
is Life, by Schrödinger
Man
the Unknown, by Dr. Alexis Carrel
Man
the Known and Unknown, by J. L. Davies
What
man may be, by G. R. Harrison
The
Future of Man (a Reith Lecture), by Professor Medawar
Physics
and Philosophy, by Heisenberg
The
Genuine Secrets of Freemasonry, by W. Bro. Rev. F. de P. Castells, P.G.Ch.
Various
Transactions of the Dormer Masonic Study Circle
Various
Writings of C. G. Jung
N.B.
Molti libri spuri scritti da, ritengo, autori disorientati (i ciechi che
conducono i ciechi!) sono stati inoltre una fonte di ispirazione nel ricordarmi
più decisamente della difficoltà della Via ed i trabocchetti terribili e
caotici che si trovano da qualsiasi parte, così da guidarmi attraverso i loro
avvertimenti inconsci ed involontari tanto quanto le vere illuminazioni ottenute
dalle loro direttive coscienti
Questo
lavoro è cortesia del figlio dell’autore :
W.
Bro.Andrew Manasseh
IPM,
Lodge of Friendship no. 206 (London),
St.
Andrew's Lodge no. 1046 (Surrey)
H.,
Southall Norwood Chapter no. 4868 (Middlesex)
[i] E’ abitudine nelle logge
inglesi dare ad i candidati prima della iniziazione i brani della cerimonia
affinché possano conoscere a memoria le parti dove sono direttamente
coinvolti.
[ii] MANASSEH cerca in questo
parte, di non facile traduzione in italiano, di rimarcare l’importanza
della soggettività della comprensione del pensiero e dell’esperienza
mistica.
[iii] “still small voice”è
la voce di Dio, 1KINGS 19:11,12. laddove dio appare ad Elia non come fuoco o
terremoto ma come un “lieve e decisa voce”. Nella Bibbia CEI è spesso
tradotta come mormorio del vento.
[v] Inizi del 1900 per chi
legge
[vi] Bibbia ed. ufficiale CEI
ed. PIEMME 1995
[viii] “sending a man to
coventry” inteso come quella pena per cui un soggetto che avesse compiuto
atti nefasti fosse escluso dalla società: nessuno gli avrebbe piu’
rivolto la parola.
[ix] “still small voice”è
la voce di Dio, 1KINGS 19:11,12. laddove dio appare ad Elia non come fuoco o
terremoto ma come un “lieve e decisa voce”. Nella Bibbia italiana è
spesso tradotta come mormorio del vento.
[x] In realtà in questa
traduzione è stata utilizzata, di proposito, la Bibbia CEI vers. Ufficiale
dato che non è possibile tradurre una versione ufficiale di una lingua ad
un’altra senza alterare l’importanza delle parole scelte.
NOTA
DEL TRADUTTORE
Il
“lavoro” di Manasseh, non è facilmente traducibile. Questa difficoltà è
dovuta a 2 motivi. In primis, l’utilizzo di un inglese non immediato con
vocaboli arcaici e costruzione letteraria poco ortodossa e secondariamente la
complessità dei temi trattati. La traduzione ha pertanto posto numerose scelte.
In particolare si è voluto mantenerla il piu’ aderente possibile al testo
originale per non generare, con l’interpretazione del pensiero, un gioco di
varianti che potrebbe allontanare dagli scopi principali in un mondo, il nostro,
dove la Parola è divina.
Per
questo motivo I passi riferiti al VLS sono stati tradotti con I corrispettivi
della Bibbia versione Ufficiale CEI 1979. Infatti un ulteriore traduzione
dall’inglese all’italiano avrebbe alterato troppo il significato voluto
dall’autore. Pertanto si suggerisce al lettore di fare riferimento sempre al
testo originale in inglese per le parti inerenti il VLS.
Da
ultimo è necessario avvertire il lettore che la seguente NON è una traduzione
professionale né, in tutta onesta, ha la pretesa di scimmiottarla.
Sinceramente
e Fraternamente
Filippo
Graziani
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